Leggere per non dimenticare - Anna Benedetti

 

 

  
mercoledì  24 aprile 2002  - ore 17.30

  Teatro della Pergola.
Via della Pergola 12 – Firenze

AA.VV. Frontiere a cura di Antonio Calabrò.

Prefazione di Umberto Eco (Il Sole 24ore, 2001)

Intervengono: Gianfranco Bettin (Sarajevo),
 Angelo Bolaffi (Berlino, la cerniera dell’Europa),
 Pedrag Matvejević (La ferita dei Balcani)

Scritto dai maggiori testimoni delle trasformazioni di questa fine millennio, Frontiere indaga la complessità del mondo moderno raccontando sei città simbolo, inusuali “frontiere”: Calcutta (o Bombay per un gioco d’opposizioni e, insieme, di specchi), Gerusalemme, San Francisco, Sarajevo, Berlino e Londra.

Città come metafore, naturalmente. Cariche di tensioni sociali, di contrasti, di ipotesi diverse di soluzione delle questioni che le travagliano e, metaforicamente appunto, travagliano tutti noi.

“Proprio mentre le frontiere accentuano il loro ruolo di luoghi permeabili del confronto e della ricomposizione, di filtro che fa decantare le tensioni e passare le sintesi, guai a pensare che le frontiere siano scomparse, le distinzioni annullate. Tutt’altro. Nuovi conflitti, nuovi squilibri prendono corpo, nuove tensioni agitano il mondo. (…) Le frontiere, quei luoghi ambigui o quantomeno ambivalenti che simboleggiano separatezze e commistioni, conflitti e scambi, mescolanze di interessi e di linguaggi sono sempre meno geografiche, insegna Clifford. E i confini – di scelte, costumi, comportamenti – attraversano la nostra quotidianità e sono evidenti in un aeroporto, in un museo, perfino in un grand hotel” (Antonio Calabrò).

“In questa prospettiva, la nozione tradizionale di confine, se non perderà ogni significato, sarà destinata a modificarsi profondamente. Stiamo assistendo alla fine di un concetto millenario, così come si è trasformata la nozione di razza, così come stanno confondendosi le definizioni di natura, normalità sessuale, e persino di guerra” (Umberto Eco).

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