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In una
tranquilla cittadina del Sudamerica scatta l’allarme sociale: il nemico
è la risata, corruttrice delle serie e severe abitudini piccolo-borghesi.
Il protagonista del romanzo, l’irreprensibile Innocenzo Onesto, decide
di dare lui stesso l’esempio, decisivo, e si fa decapitare. Un’équipe
di medici sostituisce la sua testa con quella di un mostro, inizia la
riabilitazione dell’ibrido umano, l’inserimento nel mondo del
lavoro… Finché il potere - con un’operazione speculare da Grande
Fratello – proietta la sua immagine in ogni angolo della città, e
l’orrore diviene una nuova estetica. Ma il terrore non può durare a
lungo, e l’implacabile necessità del riso riemerge da una smorfia del
mostro… Un romanzo che appartiene al genere fantastico, ma in cui la
satira sociale si unisce a una vertiginosa velocità narrativa, ricca di
controcanti ed espedienti: il roteare dei personaggi avvolge con una nube
di ironia e disincanto la ferocia dei meccanismi del potere e le limitate
risorse della cultura consumistica contemporanea. “Il
mondo è pieno di voci, un nuovo Marconi potrebbe inventare un apparecchio
capace di captarle tutte, infinito vocio su cuoi la morte non ha potere.
Così pensa Juan Octavio Prenz che ha ascoltato quel mormorio e lo ha
fatto diventare romanzo nella sua Fabula de Inocencio Onesto el Degollado,
storia grottesca e surreale che viene intessuta e dissolta dalle voci che
si incrociano, si sovrappongono, si allontanano e si disperdono.”
(Claudio Magris, Microcosmi) “Quasi
undici anni fa, in Cile, venne pubblicato questo romanzo del poeta e
saggista, narratore e traduttore argentino Juan Octavio Prenz. Un libro
bello e scomodo. Un volo altissimo di fantasia e, al tempo stesso,
un’immersione coraggiosa nella realtà che potrebbe toccarci in sorte.
Adesso quel testo è arrivato in Italia (…) Prenz non ha scritto solo
una straordinaria metafora. Raccontando l’idiozia del Potere in una
babele di voci che si intersecano, scandagliando in quel gran guazzabuglio
che è l’animo umano, ha saputo regalarci una grande lezione di
letteratura. Un romanzo appassionante e raggelante (A.Mezzana Lona, Il
Piccolo 26.04.2001). “In
questa favola amara Juan Octavio Prenz conferma il gusto sudamericano e di
filtrare i drammi sociali attraverso il velo del surreale e del grottesco
(Giovanna Roseghini, Sette, Il corriere della Sera, 10.05.2001).
Notizie biobibliografiche su Juan Octavio Prenz, Alberto Morino, Ernestina Pellegrini |
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