Leggere per non dimenticare - Anna Benedetti

12 dicembre 2001 ore 17.30

Biblioteca Comunale Centrale – via S. Egidio, 21 Firenze

FRANCESCO INGRAO

La bandiera degli elettori italiani. Con un saggio di Giuseppe Cantarano e una intervista a Pietro Ingrao (Sellerio, 2001).

Introducono: Giovanni Ferrara, Sergio Givone
e Pietro Ingrao
.

In occasione dell’incontro verrà allestita una mostra fotografica.

Il manifesto politico di un ex mazziniano racconta il Risorgimento.
In una biografia politica e intellettuale, scritta sul confine di una nazione che si fa Stato e riproposta dal nipote a oltre cento anni dalla prima pubblicazione, si incontrano i grandi nomi e gli eventi che scossero l’Italia e l’Europa.

E’ risultata un’operazione originale e utile quella di aver riproposto, a oltre cento anni di distanza dalla prima pubblicazione, lo scritto che Francesco Ingrao aveva dato alle stampe a Napoli nel 1876 e che suo nipote, Pietro, ha recuperato fra le carte di famiglia e ha sottratto all’oblio. Originale perché si tratta di uno scritto di un mazziniano-garibaldino nato nell’Italia post unitaria e indirizzato ai cittadini (o meglio, sudditi di re) di allora. Utile perché ci aiuta a capire quanto complessa sia stata la formazione della classe dirigente risorgimentale e quanti rivolgimenti abbiano attraversato i protagonisti dell’impresa unitaria, stretti come erano tra i vincoli internazionali e le miserie – culturali, oltre che materiali – di un paese che faceva fatica ad essere nazione. E quanto tutto questo pesasse e, alla fine, incidesse sugli ideali risorgimentali, basti pensare a Garibaldi che si inchina al re Savoia, agli esili di Giuseppe Mazzini, oppure, rimanendo in questo libro, alle “evoluzioni” di un cospiratore siciliano e repubblicano come Francesco Ingrao che finisce per diventare sindaco di Lenola e che giura fedeltà al re nel paese in cui si era rifugiato per scampare alle persecuzioni della polizia di quello stesso re.

La bandiera degli elettori italiani è anche un libro attuale: non soltanto perché squarcia il velo di storie rimosse, non soltanto perché spiega come la Sicilia stia pienamente dentro la vicenda europea, non soltanto perché la polemica contro un sistema elettorale uninominale appare attualissima così come attualissima è la critica all’equazione tra nazione-stato; ma soprattutto perché ci fa fare i conti con la permanenza degli scogli che trova sul suo cammino chi vuole “cambiare il mondo”, chi si ribella all’antico ma vuole anche conquistare un mondo verificando, giorno per giorno, se stesso nella portata del cambiamento.

Con questo appassionato manifesto politico, Francesco Ingrao, entra a pieno titolo fra i protagonisti della nostra storia risorgimentale e mostra un singolare e inaspettato intrecciarsi della sua vita con le roventi vicende italiane dell’epoca: tutti i temi delle polemiche del momento vi si agitano, l’allargamento del suffragio, il federalismo e la promozione di uno spirito repubblicano che faccia centro sui comuni, i partiti e la partecipazione popolare, l’emancipazione delle donne e la diffusione dell’istruzione dei fanciulli. Si incontrano tutti i grandi nomi e gli eventi che scuotono l’Europa attorno e dopo l’89, e accelerano il dispiegarsi della civiltà borghese nel mondo.

“Pietro Ingrao consiglia, in sintesi,  di leggere questo libello di nonno Francesco come una sorta di antiCuore. Proposta da condividere. Vi si troverà, rispetto al best seller di De Amicis, meno mozioni degli affetti, meno inviti alla bontà. In compenso tanta passione”.  (Nello Ajello, La Repubblica 16.06.2001).

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