ANTROPOLOGIA
DELLE FRONTIERE
Antropologia delle frontiere si propone quale momento di dialogo
interdisciplinare per riflettere sull’ urgenza di una attenzione critica
sulle forme e sui modi di rappresentazione delle frontiere.
Questo comporta una presa di distanza dagli
approcci classici, dove le frontiere, assunte come delimitazioni di
sovranità, si mostrano come linee territoriali naturalizzate
e statiche. Adesso infatti i confini si sono dis-locati e ri-locati.
Tale spostamento è reso evidente dai contesti urbani dove gli
intrecci tra locale, globale e la riarticolazione dei flussi transnazionali
sono oggi gli elementi costitutivi di una nuova progettualità
urbana, fondata su un complesso insieme di culture e identità
cha a loro volta producono nuove aree di sovrapposizioni, nuovi fronti
d’urto, nuove soglie urbane tra visibile e invisibile. Tali soglie sono
costruzioni sociali, culturali e politiche, mobili, prospettiche e relazionali.
È la varietà delle interazioni sociali – nelle quali s’inscrivono
le esperienze, le politiche e le rappresentazioni che animano la soglia
– a definire il significato assunto dagli sguardi di frontiera. La complessità
della realtà contemporanea e i rapidi mutamenti in atto possono
essere colti solo assumendo un atteggiamento critico, mai statico e
univocamente posizionato, riconoscendo le culture e le frontiere come
insiemi aperti e mutevoli, come patrimoni di conoscenze che si ridefiniscono
continuamente nel contatto tra elementi eterogenei, in un continuo gioco
di articolazione e disarticolazione di forme culturali, tra vecchio
e nuovo, tra locale e globale.
(Anna Benedetti)
Programma ufficiale degli
incontri
Dicono di noi
Ciclo
di incontri alle ore 21.00 presso:
Limonaia di Villa Montalvo
Sala Antonino Caponnetto
Via di Limite, 15 - Campi Bisenzio
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giovedì 5 novembre, ore 21.00
MARCO AIME
La
macchia delle razze
Lettera
alle vittime della paura e dell'intolleranza (Ponte alle Grazie, 2009)
Lo scrittore e antropologo denuncia e si interroga sulle ragioni e le
dinamiche che hanno portato il paese ad affrontare lo straniero in quello
stessa brutale maniera in cui gli italiani per primi erano stati trattati
nel passato. Quando vivere e lavorare in un altro paese significava essere
additati e schedati come "stranieri". Queste cose bisogna ripeterle,
e ripeterle ancora perchè la macchia della razza scolori, per poi
un giorno sparire per sempre.
Notizie biobibliografiche
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giovedì 12 novembre, ore 21.00
HAMID ZIARATI
Il meccanico
delle rose
(Einaudi, 2009)
Nel secondo libro di Ziarati, lo scrittore iraniano che vive a Torino
e scrive in italiano, la storia del protagonista è raccontata attraverso
le storie delle persone che sono state importanti per lui, nell'Iran dagli
anni Venti ai giorni nostri: il padre, il cugino, la moglie, la figlia,
una donna amata. Chinandosi su ognuno di questi personaggi, e narrando
le loro vicende come se fosse sulla loro spalla, sullo sfondo, dietro
le tante figue, resta un Paese riconoscibilissimo, ma mai nominato, per
rispetto di chi - vivendo nei suoi confini - non può nominarlo.
Notizie biobibliografiche
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giovedì 19 novembre, ore 21.00
GIANNI BIONDILLO
Metropoli
per principianti
(Guanda, 2008)
Da un secolo circa muoiono, di anno in anno, la città e il romanzo.
Con cadenza inesorabile, come una tassa, non manca il grido d'allarme
lanciato da qualche luminare: la città è morta, il romanzo
è morto figli tutti e due dell'Occidente che, invariabilmente,
"tramonta". Eppure questi due prodotti dell'Occidente al tramonto
pare non vogliano accontentare i loro chiaroveggenti portasfortuna. Non
muoino, insomma. E' perchè sono prodotti contaminati, meticci.
E perciò duttili, adattabili.
Notizie biobibliografiche
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giovedì 26 novembre, ore 21.00
GIUSEPPE GAVAZZI
La
colorata lentezza delle Galassie.
Vita di uno scienziato irriverente
(Marsilio, 2008)
In un volume affascinante, pieno di acquerelli dipinti dall'autore che
ritraggono telescopi e cieli incantati, il celebre astrofisico, negli
ultimi trent'anni protagonista della ricerca, sintetizza la sua filosofia
di vita "controcorrente" e spiega come lo scienziato non debba
rimanere chiuso all'interno delle sue ricerche, ma aprirsi al clima culturale
più vasto, di quello che gli addetti ai lavori vogliono far intendere,
e nutrirsi delle esperienze umana nella loro varietà, nei suoi
spunti artistici e giocosi.
(con proiezioni)
Notizie biobibliografiche
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