Bilancio del Comune di Firenze
Anno 1999
SEZIONE 1
IL QUADRO GENERALE
POPOLAZIONE
1.1.1 - Popolazione legale al censimento n.° 403.294 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
1.1.2 - Popolazione residente al
31/12/97 (art.110 D. Lgs. 77/95) : n.° 379.687
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1.1.3 - Popolazione al 1.1.97 n.°
380.058
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1.1.14 - Tasso di natalità
ultimo quinquennio:
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1.1.15 - Tasso di mortalità
ultimo quinquennio:
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1.1.16 - Popolazione massima insediabile
come da strumento
urbanistico vigente: abitanti n.° 398.542 entro il 2006 n.° 350.000 |
Le questioni demografiche stanno assumendo una crescente importanza nei dibattiti politici soprattutto in considerazione del cambiamento che sta avvenendo nella struttura per età della popolazione con tutte le inevitabili conseguenze che questa situazione comporta dal punto di vista delle scelte di consumo, di lavoro e di richiesta dei servizi.
Indici | 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 |
Residenti |
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Variazione % |
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Nati |
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Immigrati |
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Emigrati |
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Tasso di natalità (‰) |
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Tasso di mortalità (‰) |
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Indice di vecchiaia |
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Saldo naturale (‰) |
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Saldo migratorio(‰) |
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Fonte: Elaborazione su dati CED - Comune di Firenze
Il livello complessivo della popolazione risulta in diminuzione rispecchiando un trend comune alla maggior parte delle realtà urbane italiane. Tuttavia, il costante declino demografico che si è registrato a Firenze negli ultimi anni ha avuto nel 1997 una battuta d'arresto dovuta ad un ritorno del saldo migratorio su valori positivi (+4,72‰). A tale andamento ha contribuito probabilmente il ritorno delle famiglie in città. Sulla scelta del luogo in cui stabilire la residenza familiare ha indubbiamente influito il calo dei prezzi delle abitazioni, diventati competitivi con quelli dei comuni limitrofi a Firenze. Il saldo naturale pur mantenendosi negativo a causa di tassi di natalità molto bassi (nel 1997 il tasso di natalità è stato pari al 6,98‰) ha fatto registrare nel '97 un lieve miglioramento.
Tab. 2 Famiglie residente nel Comune di Firenze per numero di
componenti
Numero di componenti |
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Fonte: CED - Comune di Firenze
Per quanto riguarda le forme familiari riscontrabili nel Comune di Firenze è stato rilevato che il numero medio di componenti per famiglia ed il numero delle famiglie con due o più componenti è risultato in calo. Si è passati da un numero medio di componenti pari a 2,15 nel 1996 a 2,13 nel 1997. Confrontando questo risultato con quello del Censimento '91 (2,49) si è riscontrata una tendenza delle famiglie verso una dimensione più ridotta. A conferma di questa tendenza si è rilevato un aumento dei nuclei composti da una sola persona che sono passati da 70.080 nel 1996 a 71.327 nel 1997, con un incremento percentuale dell'1,8.
Tab. 3 Struttura per età della popolazione residente nel Comune di Firenze,
1991-1997 (valori percentuali)
Classi di età |
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nel Comune di Firenze nel 2001, 2006, 2011 (composizione percentuale)
Classi di età |
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Fino a 15 | 10,1 | 10,7 | 11,0 |
Da 16 a 30 | 13,0 | 10,6 | 10,5 |
Da 31 a 45 | 22,3 | 22,0 | 18,6 |
Da 46 a 60 | 20,3 | 20,9 | 22,8 |
Da 61 a 75 | 20,8 | 20,8 | 21,3 |
Più di 75 | 13,4 | 15,1 | 15,8 |
TOTALE | 100 | 100 | 100 |
La piramide della popolazione mostra, in termini quantitativi, quanto sarà rilevante fra circa 10 anni il cambiamento demografico peraltro già in atto da diversi anni. La popolazione residente nel Comune passerà da 379.687 abitanti nel 1997 a 326.546 nel 2011 con una diminuzione dei residenti pari a 52.364 unità. Aumenterà il peso delle classi anziane (più di 65 anni) dal 24,3 nel 1997 al 29,9 nel 2011 mentre si avrà un calo nel peso della popolazione in età lavorativa (dai 15 ai 64 anni) che passerà dal 66,4 al 59,2 per cento.
Il progressivo processo di invecchiamento demografico registrato a Firenze risulta superiore per entità e per celerità a quello registrato in altre aree della regione. Tale evento è da attribuire al fatto che i giovani abbandonano tali zone (Amiata, le colline interne senesi e della Val di Cecina), peraltro sottoposte a processi di esodo da lungo tempo, a causa delle loro caratteristiche socio – economiche e morfologiche. Da una recente ricerca dell' Irpet "Modificazioni demografiche e problematiche economico - occupazionali nell'area fiorentina" (Irpet, 1997) è emerso che la percezione degli anziani riguardo la propria condizione di salute appare in contrasto con i più frequenti stereotipi. Più del 50% degli uomini ed il 45% delle donne, in età compresa tra i 60 e i 69 anni, ha dichiarato di essere in buona o in ottima salute. Dopo gli 80 anni la percentuale di persone che hanno dichiarano condizioni di malessere fisico è diventata rilevante; infatti solo il 44% degli uomini ed il 40% delle donne ha giudicato in maniera positiva il proprio stato di salute.
A Firenze gli anziani che vivono da soli risultano in
numero più elevato di quello della regione nel suo complesso. Nel
1991 la percentuale di ultraottantenni che vivevano da soli o insieme al
coniuge risultava del 51% per Firenze e del 44% per la Toscana. Tale isolamento
residenziale non è però rappresentativo solo di una situazione
di abbandono o di solitudine. Incrociando tali dati con il grado di istruzione,
che può rappresentare una approssimazione anche del livello del
reddito, risulta che sono gli anziani con maggiori disponibilità
di risorse (quindi con livelli di istruzione più elevati) a vivere
soli. Il vivere da soli, sembra, quindi rispecchiare una esigenza di privacy
che gli anziani, quando possono, intendono mantenere. La presenza di una
buona disponibilità di risorse da parte degli anziani residenti
a Firenze mostra le potenzialità di sviluppo di un mercato privato
di servizi alla persona, che potrebbe rappresentare uno sbocco per opportunità
occupazionali non ancora utilizzate. Questa situazione può rappresentare
anche l'occasione per la crescita del terzo settore che, nella sua forma
associativa, potrebbe assorbire oltre alle energie dei giovani anche quelle
degli anziani meno dipendenti.
La crescita del livello di istruzione non è soltanto una determinante cruciale dello sviluppo economico di un paese e un requisito indispensabile per competere sui mercati internazionali, ma anche una risorsa fondamentale per l'intera cittadinanza. Il legame tra titolo di studio e condizioni di vita dei cittadini (lavoro, reddito, consumi) è molto forte; infatti, la probabilità di raggiungere un buon livello di qualità della vita è maggiore per chi dispone di un certo livello di istruzione e di conoscenza.
Dall'analisi del Censimento '91 è emerso che il livello dei laureati nel Comune di Firenze è particolarmente elevato rispetto al valore provinciale (5,5%) e ha rappresentato il 9,5% degli adulti con titolo di studio. I laureati si sono distribuiti in modo diversificato nei Quartieri con valori che oscillavano tra il 13,7% del Quartiere 1 ed il 4,4% del Quartiere 4. Tale differenza è probabilmente imputabile anche alla forte concentrazione nel Quartiere 1 di studenti provenienti da altre regioni italiane o da paesi stranieri.
Dalla tabella 1 si evidenzia che il numero di laureati è stato più alto per i maschi rispetto alle femmine.
Dalla tabella sottostante compare, inoltre, che gli analfabeti registrati sono stati 2.682; fra questi, quelli sopra i 65 anni sono stati solo 1.403 persone. La percentuale maggiore è stata rappresentata dalle donne per evidenti motivi storico - culturali.
Tab.1 Popolazione residente nel Comune di Firenze in età da 6 anni in poi per grado di istruzione e sesso (valori assoluti e percentuali), anno 1991
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Diploma |
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Totale |
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Valori assoluti | |||||||||||||||||
Maschi |
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Femmine |
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Totale |
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Valori percentuali | |||||||||||||||||
Maschi |
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Femmine |
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Totale |
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Fonte: Censimento '91 Comune di Firenze
Gli indicatori relativi alla popolazione per livello di istruzione elaborati dalla Regione Toscana hanno evidenziato che il tasso di non conseguimento della scuola dell'obbligo è stato più elevato per le donne rispetto ai maschi, mentre l'indice di conseguimento del diploma di scuola media superiore tra i 19-34 anni è stato più elevato per le donne. L'indice di conseguimento del diploma scuola media superiore tra i 35-44 anni è stato più elevato per gli uomini che per le donne.
Tab.2 Indicatori relativi alla popolazione e istruzione nel Comune di Firenze, anno 1991
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(35-44 anni) |
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Maschi |
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Femmine |
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Totale |
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Fonte: Censimento '91 - Regione Toscana
L'analisi degli iscritti nell'anno scolastico 1996/97 ha evidenziato che il tasso di scolarizzazione del Comune è risultato essere del 96,2%.
Tab. 3 Iscrizioni alle scuole statali e all'Università di Firenze
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Numero di alunni iscritti alle: | |||
scuole materne |
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scuole elementari |
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scuole medie inferiori |
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scuole medie superiori |
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Numero di iscritti all'Università |
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di cui al primo anno |
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Numero di laureati |
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Fonte: Provveditorato agli Studi - Firenze, Università degli Studi di Firenze
Il numero totale di scolari e studenti iscritti nell'anno scolastico 1997/98 nelle scuole statali di Firenze è risultato in notevole calo (-2.675): flessione del 6,7% rispetto all'anno precedente. Nonostante l'andamento complessivo in calo, le iscrizioni alle scuole materne hanno fatto registrare nello stesso anno un aumento (+1,7% rispetto all'anno precedente) così come quelle alle elementari (+1,6%). Tale risultato è, in parte, spiegabile dal numero delle iscrizioni derivante dai figli
degli immigrati ed in parte da una ripresa delle nascite (nel 1997 sono nati 233 bambini in più rispetto al 1996). In netto calo sono risultati, invece, gli iscritti alle scuole medie inferiori e alle scuole medie superiori con una riduzione percentuale del 14%.
Gli iscritti all'Università sono risultati, nell'anno accademico 96/97, in notevole aumento con 2.348 unità in più rispetto all'anno precedente. Nell'anno accademico 97/98 il numero degli iscritti è rimasto stazionario, a causa della riduzione degli iscritti al primo anno, dovuta all'introduzione del "numero chiuso" in alcune facoltà dell'Università di Firenze.
Un segnale positivo è derivato dal numero dei laureati passati da 4.318 nel 95/96 a 4.720 nel 96/97 con un incremento percentuale del 9,3%.Tuttavia il sistema universitario risulta ancora caratterizzato da una elevata dispersione in conseguenza della quale circa due terzi degli immatricolati non arrivano a concludere gli studi.
Un segnale indiretto del livello di istruzione e della vocazione culturale della città proviene dalla presenza di una elevata domanda e, di conseguenza, offerta di beni e servizi legati al tempo libero. La domanda e l'offerta di beni e servizi culturali e ricreativi sono considerati fra i più importanti indicatori del livello di benessere sociale di una città. In tali campi Firenze ricopre una posizione di assoluto rilievo non solo rispetto alla Toscana ma anche all'Italia.
Tab. 4 Numero di manifestazioni teatrali e musicali
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Firenze |
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Provincia di Firenze |
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Toscana |
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Fonte: SIAE
Per quanto riguarda l'offerta culturale, Firenze conferma il ruolo di grande "polo" regionale; infatti, nel 1996 il 23% di tutti gli spettacoli teatrali e musicali della regione si sono svolti nel Comune di Firenze. Nonostante ciò, in tale anno è proprio il capoluogo che ha contribuito in gran parte alla flessione del dato provinciale con una contrazione del 13,5% nell'offerta delle manifestazioni e del 6,9% nei biglietti venduti.
Tab. 5 Numero di biglietti venduti per attività teatrali, musicali e cinema
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Attività teatrali e musicali | |||||||
Firenze |
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Toscana |
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Cinema | |||||||
Firenze |
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Toscana |
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Fonte: SIAE
Tab. 6 Spesa media per abitante in attività teatrali e musicali (Lire correnti)
1990 | 1991 | 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | |
Attività teatrali e musicali | |||||||
Provincia di Firenze | 13.042 | 14.948 | 17.866 | 20.121 | 16.036 | 22.189 | 21.324 |
Toscana | 8.904 | 10.803 | 11.212 | 12.107 | 10.957 | 13.797 | 13.513 |
Fonte: SIAE
Per quanto riguarda la spesa media per abitante in attività teatrali e musicali appare necessaria un'avvertenza: tale valore va considerato come un indice del grado di concentrazione territoriale della domanda e dell'offerta culturale. La spesa effettuata dal Comune di Firenze è solo in parte attribuibile ai cittadini residenti; tale dato risente, per una parte rilevante, della presenza dei turisti e dei cittadini dei comuni dell'area fiorentina. La spesa media per abitante nel Comune di Firenze ha seguito la tendenza riscontrata nei biglietti venduti; infatti, si è registrato un aumento dal 1994 al 1995 passando da 40.751 a 58.890 lire e una flessione nel 1996 con 55.100 lire.
Dopo la caduta dei consumi cinematografici avvenuta dal 1990 al 1992 si è riscontrata una inversione di tendenza, escludendo la battuta d'arresto registrata nel 1995. Firenze si è confermata, nel 1996, come la seconda città italiana per i consumi cinematografici con 71.736 lire pro - capite (Bologna è la prima con 78.533) e con 6,7 biglietti per abitante a fronte di una media regionale toscana di 4,3 e una media nazionale di 3,7.
Complessivamente in questi ultimi anni, a Firenze, la
spesa del pubblico per l'insieme delle attività di spettacolo ed
intrattenimento (cinema, manifestazioni teatrali e musicali, sportive nonché
svaghi di altro genere) è notevolmente incrementata arrivando, nel
1996, ad una spesa media per abitante di 321.718 lire molto superiore a
quella italiana con 126.966 lire e seconda solo a Bologna con 336.415 lire
per abitante. Tutto ciò conferma l'interesse dei fiorentini per
le attività culturali, con una particolare predilezione per le manifestazioni
sportive, poi il cinema e, per ultime, le attività teatrali e musicali.
Uno dei principali aspetti di disagio delle famiglie e degli individui è rappresentato dalla disoccupazione. I dati relativi alla disoccupazione di lunga durata al 30.04.1997 per la Circoscrizione di Firenze hanno confermato le note difficoltà incontrate dalle donne per l'inserimento nel mondo del lavoro; infatti, il peso percentuale delle donne disoccupate sul totale complessivo della circoscrizione risulta pari al 67,8%, un dato questo abbastanza in linea con il corrispondente dato provinciale (68,7%). Un altro dato tutt'altro che confortante si è riscontrato nell'incidenza percentuale dei disoccupati di lunga durata minori di 29 anni sul totale complessivo, che è risultata pari al 57,2%, a conferma dei notevoli problemi di inserimento lavorativo riscontrati dai giovani fiorentini.
Tab. 5 Disoccupati di lunga durata al 30.04.1997
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Fonte: Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze
La sicurezza costituisce un elemento essenziale della convivenza nella società civile. Il senso di appartenenza e di identità, fondamentale per la vita comune, è fortemente influenzato dalla percezione che i cittadini hanno della propria sicurezza. Dai dati ottenuti dalla Questura di Firenze sui delitti denunciati all'autorità giudiziaria è risultato che nel 1997 c'è stata una diminuzione dei furti (-4,8%) rispetto al '96; e questo trend positivo è stato confermato nei primi sei mesi del '98 con -2,4% rispetto alla media dello stesso periodo del '97. Allo stesso modo sono diminuite le denunce per violenza carnale (-8,3% nel '97 e -9,1% per il I semestre '98), mentre quelle per traffico di stupefacenti sono aumentate nel 1997 del 37,9%, contrariamente a quanto si è registrato nel I semestre di quest'anno con una diminuzione del -6,9%. Il dato ricavato dall'andamento delle violenze carnali denunciate, che sono risultate dal '95 al '98 in continuo calo, può anche essere sintomo di una crescente reticenza alla denuncia di tale fattispecie criminosa.
Nel 1997, i delitti contro la persona sono risultati stazionari, mentre nel I semestre del '98 sono risultati in diminuzione (-40%). Tale andamento ha confermato la tendenza del biennio precedente al 1997.
Tuttavia, questi dati hanno consentito di misurare solo la criminalità ufficiale, rappresentata dai reati per i quali è stata sporta denuncia presso l'autorità giudiziaria, mentre l'entità della criminalità sommersa è sfuggita, per definizione, al campo di indagine.
Tab. 6 Delitti denunciati nel Comune di Firenze all'autorità giudiziaria
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Delitti contro il patrimonio |
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Delitti contro la persona |
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Sequestri di persone |
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Violenze carnali |
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Produzione, commercio e spaccio di stupefacenti |
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Sfruttamento, favoreggiamento della prostituzione |
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Minori di 18 anni denunciati |
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Truffe denunciate |
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Suicidi |
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Tentati suicidi |
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Fonte: Questura di Firenze
Un indicatore del degrado sociale che può rappresentare una condizione di malessere giovanile e di abbandono da parte delle famiglie è espresso dal numero di minori denunciati (in aumento dell'1% nel '97 e dello 0,2% nel I semestre '98) a differenza del biennio 96-95 che aveva, invece, fatto registrare un calo.
Il numero dei suicidi nel '96 è risultato in crescita (+10,5%) mentre nel '97 si è registrata una forte diminuzione (-19%) confermata anche dai dati del I semestre '98 con il -29,4%. I tentati suicidi nel biennio 1996/97 erano risultati in ascesa, rispettivamente del +11,5% nel '96 e +17,2% nel '97, mentre nel I semestre di quest'anno si è evidenziato un trend decrescente con -23,5%.
Un quadro seppur sommario del problema della tossicodipendenza nel Comune di Firenze può essere fornito dall'analisi delle utenze dei SER.T.
Tab. 7 Distribuzione dell'utenza totale dei SER.T nel 1995, 1996 e 1997
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10/A |
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10/B |
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10/C |
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10/D |
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10/E |
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Sollicciano |
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Totale Firenze |
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SERT 10/C, 10/D e Sollicciano |
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anno 1997
Sembra che il sesso costituisca una variabile fortemente selettiva nei confronti del fenomeno della dipendenza da droga e, di conseguenza, tra coloro che ricorrono ai Sert; infatti, in Italia, si rilevano in media per ogni donna 5,8 uomini con problemi di droga. Analogamente nei Sert fiorentini si è rilevata una maggiore componente maschile (83,6%) con un rapporto maschi/femmine di 5,1. A livello territoriale si è riscontrata un'elevata concentrazione delle utenze nei Quartieri 4 e 5 (Sert 10/C, 10/D e Sollicciano) che complessivamente hanno rappresentato nel 1997 il 71,1% dell'utenza complessiva fiorentina. Questo dato ha risentito, ovviamente, anche della presenza nel Quartiere 4 del Sert "penitenziario" che come abbiamo già evidenziato ha presentato un andamento atipico rispetto agli altri.
Legata alla sicurezza, così come viene percepita, è anche la presenza nei confini comunali di alcune comunità di immigrati. Fra queste risulta di particolare rilevanza la presenza di tre campi Rom. La situazione dei nomadi a Firenze può essere brevemente sintetizzata, come mostrato dalla tabella 8, attraverso alcune cifre indicative fornite dal Quartiere 4 e dalla Sicurezza Sociale relative all'anno in corso.
Tab. 8 Presenza dei Rom a Firenze, anno 1998
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Fonte: Sicurezza Sociale, Comune di Firenze
In città esistono due grossi insediamenti autorizzati (Poderaccio e Olmatello) ed uno più piccolo contiguo al Poderaccio, denominato Area Masini, anche se non autorizzato. L’insieme degli insediamenti accoglie circa 759 Rom, la metà dei quali minorenni. Complessivamente, i minori inseriti nella scuola dell'obbligo risultano 182. Nel campo nomadi Poderaccio vivono circa 330 persone suddivise in 56 nuclei familiari, di cui 135 di nazionalità Macedone, 154 di nazionalità Serba e 11 di nazionalità Slovena. In tutti gli insediamenti sono accolti, inoltre, circa 80 profughi riconosciuti dal Ministero dell'Interno e che non hanno trovato una sistemazione alternativa (come invece è stato per altre 200 persone trasferite dalla Prefettura di Firenze in altre Province Toscane e/o nei Comuni contermini di Firenze).
Un fenomeno che incide in maniera negativa sulla percezione del cittadino sulla qualità della vita nella città in cui risiede è rappresentato dal numero di incidenti stradali. A questo proposito è da segnalare un andamento piuttosto preoccupante, in quanto nel periodo che va dal 1/07/96 al 30/06/97 si è registrato, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un aumento in valore assoluto di 340 nel numero degli incidenti stradali, con una variazione percentuale pari a +6,9%. Ancora peggio sono andate le cose per il periodo 1/07/97-30/06/98 con un aumento in livello assoluto degli incidenti pari a 603 ed una variazione percentuale di ben +11,4%. Per quanto riguarda gli incidenti in cui sono rimasti coinvolti ciclomotori, Firenze detiene un non invidiabile primato negativo, superando città considerate tradizionalmente ad alto rischio come Napoli, Roma e Bologna; infatti, il 60% degli incidenti stradali registrati per provincia nel 1997 ha riguardato proprio i ciclomotori. Ciò è dovuto probabilmente sia alla necessità di muoversi in città con mezzi più rapidi e facilmente parcheggiabili sia alla convivenza sulle stesse strade delle "due ruote" e dei mezzi "pesanti" (camion, TIR, autobus, ecc.).
Tab. 9 Alcuni indicatori relativi al servizio di trasporto pubblico
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Lunghezza di esercizio della rete (Km) |
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Numero di mezzi in dotazione medi |
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Numero di mezzi disponibili in servizio medio |
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Abitanti per territorio servito |
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Totale passeggeri paganti |
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Fonte: ATAF
L'impegno dell'Azienda Trasporti dell'area fiorentina risulta di fondamentale importanza per la riduzione del traffico e, quindi, dell'inquinamento e del numero di incidenti stradali. A questo proposito l'Azienda aveva in dotazione nel parco veicoli 1997 34 mezzi a basso impatto ambientale. La lunghezza di esercizio della rete, dopo una flessione registrata nel '96 (-7 Km rispetto al '95) è aumentata nel 1997 di 12 Km. Il totale dei passeggeri paganti dopo un calo notevole nel '96 (-4,2%), è risultato in crescita dell’1,1% nel '97 (+875.750 passeggeri in più rispetto al 1996) lasciando intuire una possibile risposta positiva dei cittadini all'invito dell'Amministrazione ad utilizzare meno l'auto privata.
Il contesto urbano rappresenta un ecosistema molto particolare, costituito principalmente da elementi artificiali, nel quale l'elevata densità della popolazione e tutte le attività economiche ad essa collegate possono costituire fattori critici per gli equilibri ambientali. A questo proposito la densità di popolazione di Firenze è risultata piuttosto elevata (3.711 ab./Km2) soprattutto rispetto a Bologna e a Roma come si evidenzia dalla tabella 10. Questa situazione associata ad una superficie di verde urbano per abitante relativamente bassa, non è indice di un miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, per quanto riguarda il numero di autovetture ogni 100 abitanti, la città si è inserita in una posizione leggermente migliore delle altre città considerate nella tabella 9, superata solo da Genova e Bologna.
Tab. 10 Alcuni indicatori ambientali, anno 1996
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Fonte: ISTAT
La qualità dell'aria rappresenta uno dei parametri più importanti per definire la qualità ambientale nelle aree urbane. Il grado di inquinamento viene quantificato dalle rilevazioni sugli inquinanti tradizionali (ossidi di azoto, ossido di carbonio, ozono, polveri) e dal confronto di tali dati con gli standard fissati dai Decreti del Ministero dell'Ambiente.
Inoltre, dal 1993 presso il Dipartimento di Firenze è stato attivato uno dei pochi servizi italiani in grado di eseguire controlli su un tipo di inquinante diverso da quelli tradizionali: i microinquinanti organici la cui contaminazione ambientale ha un forte impatto cancerogeno.
L'area urbana di Firenze risulta soggetta al verificarsi di episodi acuti di inquinamento causati principalmente dalle emissioni di gas di scarico dei veicoli a motore a cui, in inverno, si aggiungono anche le emissioni degli impianti di riscaldamento. Tali episodi sono caratterizzati da alte concentrazioni di ossido di carbonio (CO) e biossido di azoto (NO2). Benché l'entità delle emissioni dovute al traffico risulti costante durante l'anno (ad esclusione di un picco decrescente nel mese di agosto), situazioni meteorologiche sfavorevoli alla dispersione naturale comportano il determinarsi di concentrazioni atmosferiche di sostanze inquinanti. Il periodo estivo inoltre risulta contraddistinto da episodi caratterizzati da alte concentrazioni di ozono (O3).
Tab. 11 Livelli medi di inquinamento dell'aria a Firenze
(numeri indici)
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C |
1 |
1.12 |
1.02 |
0.98 |
0.94 |
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Fonte: Provincia di Firenze
Analizzando la serie storica si è comunque osservato un trend in leggera diminuzione per l'NO2 (biossido di azoto), un significativo decremento del CO (monossido di carbonio) e un rilevante decremento dell'O3 (Ozono). Per quanto riguarda l'inquinante NMHC (idrocarburi non metanici), si è registrato un andamento analogo.
I livelli di SO2 (Biossido di zolfo), grazie alla diffusione di impianti termici a metano ed alla presenza di impianti industriali, sono risultati da molti anni entro gli standard fissati dalla normativa, con valori della media annuale inferiori ai 10 ?g/ (il valore dello standard di qualità è di 80 g/).
Tab. 12 Qualità dell'aria nella città di Firenze
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stazione |
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C |
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185 |
208 |
191 |
181 |
174 |
m g/m3 |
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C (Mosse) C (Gramsci) |
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0,6 0,5 |
0,2 0,0 |
0,2 0,0 |
0,0, 0,0 |
0,0 0,0 |
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A (Novoli) B (Novoli) |
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- - |
- - |
14 5 |
23 33 |
10 1 |
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annuale |
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/m3 |
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m Cg/ m3 |
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annuale |
B C |
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- - |
- - |
8,0 38,8 |
9,2 32,9 |
9,2 26,6 |
10 m g/ m3 |
PIRENE |
annuale |
B C |
|
- - |
- - |
1,6 2,8 |
1,9 3,5 |
0,1 1,7 |
1,0 ng/ m3 |
Fonte: Provincia di Firenze
Dall'esame dei dati raccolti dalla rete di monitoraggio dell'area urbana per gli anni dal 1993 al 1997 è risultato che il traffico continua a rimanere la fonte principale dell'inquinamento urbano, sebbene il superamento degli standard di qualità dell'aria sia in fase di trend decrescente. Il rinnovo del parco autoveicolare, ottenuto anche grazie agli incentivi alla rottamazione, l'utilizzo di automobili catalizzate, l'obbligo, a partire dal 1995, del controllo delle emissioni degli autoveicoli e i provvedimenti di restrizione della circolazione hanno contribuito in maniera positiva al contenimento delle emissioni di CO e, quindi, ad un miglioramento della qualità dell'aria. È stato rilevato, però, che il forte incremento del numero di ciclomotori degli ultimi anni ha avuto degli effetti opposti rispetto a quello della diffusione delle autovetture catalizzate, sia per l'ossido di carbonio che per gli idrocarburi non metanici. Sarebbe perciò auspicabile l'adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni dei ciclomotori, considerata anche la mancanza di direttive dell'UE in materia.
Per quanto riguarda l'inquinamento acustico della città di Firenze, si può rilevare che nell'area urbana sono generalmente presenti livelli di rumore elevati, mediamente superiori di oltre 10 dB rispetto a quelli previsti dalla classificazione acustica del territorio, spiegati anche dagli elevati flussi di traffico.
Una problematica ambientale particolarmente importante legata alla concentrazione di individui negli agglomerati urbani è quella della produzione di rifiuti. Nel 1997 nel Comune di Firenze sono state raccolte 192.395 tonn. di rifiuti solidi urbani e 26.689 tonn. di rifiuti oggetto di raccolta differenziata, per un totale di 219.084 tonnellate. La quota di rifiuti totali pro - capite è risultata pari a 578 Kg l'anno con un aumento assoluto di 10 Kg pro - capite rispetto al 1996. È da considerare che questo dato pur essendo alto risente della vocazione turistica della città e, quindi, dei rifiuti prodotti anche dalle persone che si trovano a Firenze per motivi turistici. A questo proposito da un confronto dei dati con quelli degli anni precedenti risulta che, dopo due anni di lieve diminuzione, il 1997 ha fatto registrare una ripresa del trend crescente della produzione dei rifiuti urbani. È da notare, comunque, che l'aumento percentuale della quantità di rifiuti (+1,45%) rispetto al 1996 è stato spiegato interamente da un aumento in valore assoluto (+6.594) delle tonnellate di rifiuti provenienti dalle raccolte differenziate evidenziando, perciò, un crescente rispetto dell'ambiente da parte dei cittadini fiorentini.
Tab. 13 Rifiuti raccolti nel Comune di Firenze
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Rifiuti indifferenziati (interni + esterni) |
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Raccolte differenziate |
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-vetro |
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-carta e cartone |
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-lattine |
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-pile |
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-farmaci |
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-altro |
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TOTALE |
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Variazione % |
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Fonte: Consorzio Quadrifoglio
Il vetro e la carta sono risultati i principali materiali recuperati; la raccolta si è attestata nel 1997 intorno al 57% del totale della raccolta differenziata. Per gli altri materiali come l'alluminio, la plastica, le pile esaurite ed i medicinali scaduti le raccolte sono risultate meno diffuse anche se il trend è stato in crescita.
La Salute e il Benessere Psicologico
Gli ultimi studi demografici hanno evidenziato che la vita media in Italia è fortemente aumentata e con essa la cultura salutista. Il maggior numero di morti è da imputare a malattie del sistema circolatorio e tumori, anche se in quest'ultimo caso la ricerca sta progredendo sensibilmente. Anche nel territorio di competenza della ASL 10 di Firenze si è riscontrata una maggiore incidenza di morti dovute a tali cause. Nel 1996 gli uomini deceduti per tumore sono stati il 33,7% del totale, mentre quelli deceduti per malattie del sistema circolatorio il 39,0%; nelle donne si è avuto un tasso più elevato nelle morti per malattie del sistema circolatorio che nei tumori, rispettivamente del 46,4% e 25,1%.
Rispetto al '95 si è evidenziata, per le donne, una diminuzione delle morti per entrambe le cause, mentre per gli uomini si è riscontrato un aumento delle morti per le malattie del sistema circolatorio (+4,7%).
In generale nel '96 l'andamento è stato decrescente in quasi tutte le cause di morte, escludendo un aumento delle morti per disturbi psichici (comprendenti anche le morti per overdose) con il 4,9% per gli uomini e il 29,2% per le donne.
Rispecchiando un fenomeno comune alle altre classi di età, anche nelle cause di morte dei giovani tra i 25 e i 34 anni si registra un numero di morti più elevato negli uomini rispetto alle donne.
In particolare, come si evidenzia dalla tabella 14, nell'area
metropolitana fiorentina le maggiori cause di morte fra i giovani compresi
nella classe di età 25-34 anni, riscontrate anche negli anni precedenti,
sono state AIDS e tumori, anche se quest'ultima malattia colpisce maggiormente
le donne.
CAUSE DI MORTE | |||||||
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FIRENZE | |||||||
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TOSCANA | |||||||
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Fonte: Regione Toscana
Il settore immobiliare sembra essersi definitivamente gettato alle spalle sia gli anni della crescita dei prezzi legata a timori inflazionistici sia i più recenti periodi di disaffezione dei risparmiatori nei confronti del bene casa. La crescita delle richieste di acquisto da parte degli extracomunitari, la maggior domanda di investimento (la casa è tornata ad essere competitiva rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato), le agevolazioni sulle ristrutturazioni hanno contribuito a fornire un sostanziale stimolo al mercato delle abitazioni delle grandi città.
Anche la nostra città risente di queste tendenze infatti, il prezzo medio di una abitazione a Firenze sulla base dei dati relativi al primo semestre '98, indipendentemente da tipologia e localizzazione, è risultato di 3 milioni di lire al metro quadro. Questo valore è risultato in crescita sia su base semestrale (+0,8%) che annuale (+1,6%). L'incremento maggiore (+4,4% su base semestrale) si è avuto nelle zone centrali della città mentre il prezzo delle abitazioni in periferia è risultato in calo (-1,7% nel semestre).
Tab. 15 Numero di sfratti nel Comune di Firenze
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Numero di sfratti richiesti |
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Numero di rilasci avvenuti |
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Numero di sfratti pendenti al 31/12 |
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Fonte: Corte di Appello di Firenze
Un dato poco confortante proviene dall'andamento degli sfratti. Il numero degli sfratti richiesti è aumentato del +5,1% nel '96 e del +24,2% nel 1997, mentre è rimasto a livello stazionario nei primi cinque mesi dell'anno con il +24,5%; la tendenza dei rilasci avvenuti, che probabilmente ha risentito dell'allungamento dei tempi amministrativi, è stata negativa: -2,6% nel 1996 e -14,5% nel '97. Tuttavia l'andamento di questi ultimi sta cambiando in quanto, nei primi cinque mesi dell'anno, rispetto alla media dello stesso periodo del '97, si è registrato un aumento (+43,7%), in parte imputabile allo snellimento delle procedure in seguito al processo di semplificazione amministrativa in corso.
Situazione al 31/12/1997
Situazione al 31/12/1998
Q.F. |
PIANTA ORGANICA N°. |
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1.3.1.2 – Totale personale al 31/12/1997 (anno precedente all’esercizio in corso):
di ruolo n° 5.913
fuori ruolo n° 1.311
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Disegnatore Progettista |
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Chimico |
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Industriale |
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Paesaggista |
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PROF.LE |
PREV. P.O. |
SERVIZIO |
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contabile |
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1. 3.1.6 –AREA DEMOGRAFICA/STATISTICA | ||||||
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PROF.LE |
PREV.P.O. |
SERVIZIO |
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PROF.LE |
PREV. P.O. |
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Municipale |
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Statistico |
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Pol. Municip. |
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Pol. Munic. |
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1.3.3.1 - CONSORZI
A) QUADRIFOGLIO: Consorzio d'igiene urbana e ambientale dell'area fiorentina
COMUNI ASSOCIATI: 4 | Firenze |
Calenzano | |
Campi Bisenzio | |
Sesto Fiorentino |
B) A.T.A.F. : Azienda Trasporti Area Fiorentina
Consorzio Intercomunale
COMUNI ASSOCIATI: 9 | Firenze |
Sesto Fiorentino | |
Scandicci | |
Campi Bisenzio | |
Bagno a Ripoli | |
Fiesole | |
Calenzano | |
Impruneta | |
Vaglia |
1.3.3.2 - AZIENDE
A) A.F.A.M. Azienda Farmacie Comunali
1.3.3.3 - ENTI ASSOCIATIVI DI NATURA ECONOMICA
A) Ent - Art / Polimoda
ENTI ASSOCIATI: | Comune Firenze |
Ente Cassa Risparmio Firenze | |
C.C.I.A.A.Firenze | |
Comune Prato | |
Provincia Firenze | |
Centro Moda Italiana | |
Associazione Industriali Firenze | |
Unione Industriale Pratese | |
Altri |
B) Scuola di Scienze Aziendali
ENTI ASSOCIATI: 4 | Comune Firenze |
C.C.I.A.A. Firenze | |
Provincia Firenze | |
Ass.Industriali Firenze |
C) Scuola Superiore di Tecnologie Industriali
ENTI ASSOCIATI: 4 | Comune di Firenze |
Provincia di Firenze | |
C.C.I.A.A. di Firenze | |
Ass. Industriali di Firenze |
D) Promolovaro
ENTI ASSOCIATI: 9 | Comune Firenze |
Provincia Firenze | |
Comunità Montana Mugello | |
Comune Scandicci | |
Comune Calenzano | |
Comune Borgo S.Lorenzo | |
CCIAA Firenze | |
Comune Pontassieve | |
Altri (Comuni, OO.SS.) |
E) Centro di Firenze per la Moda Italiana
ENTI ASSOCIATI: 13 | Comune di Firenze |
Comune di Prato | |
A.P.I. Toscana | |
Provincia di Firenze | |
Artigianato Fiorentino | |
Associaz.Industria Laniera Italiana | |
Associaz. Industriali Provincia Firenze | |
Moda Industria | |
C.N.A. Regionale | |
C.C.I.A.A. di Firenze | |
Confcommercio Firenze | |
Unione Industriale Biellese | |
Unione Industriali Pratese |
F) Centro Studi Turistici di Firenze*
G) Associazione Nazionale Città del Vino*
*Non abbiamo ritenuto opportuno elencare gli altri soci pubblici e privati che, insieme al Comune di Firenze, partecipano negli enti suddetti a causa della loro eterogeneità e numerosità.
A) Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno
S.p.A.
ENTI ASSOCIATI: 5 | Comune di Firenze |
Comune di Pistoia | |
Cons. Prov. Livorno del Latte | |
Banca Nazionale del Lavoro | |
Cassa di Risparmio di Firenze |
B) S.O.F. S.p.A. Servizi Ospedalieri Fiorentini
ENTI ASSOCIATI: 2 | Comune di Firenze |
S.I.R.A.M. |
C) S.A.F. S.p.A. Società Aeroporto Fiorentino
ENTI ASSOCIATI: 10 | Comune di Firenze |
CCIAA Firenze | |
Comune di Prato | |
Alitalia S.p.A | |
Provincia di Firenze | |
Regione Toscana | |
Cassa di Risparmio di Firenze | |
Banca Toscana | |
Cassa Risparmio Prato | |
S.A.T. S.p.A | |
Fidi Toscana S.p.A. |
D) CESVIT S.p.A. Agenzia Per l'Alta Tecnologia
ENTI ASSOCIATI: 8 | Regione Toscana |
Provincia di Firenze | |
CCIAA di Firenze | |
Comune di Firenze | |
Assoc. Industriali Prov. Firenze | |
Assoc. Promolavoro | |
Università di Firenze | |
Ente Cassa di Risparmio di Firenze |
E) Agenzia Romana per la preparazione del Giubileo S.p.A.
ENTI ASSICIATI: 7 | Comune di Roma |
Cassa Depositi e Prestiti | |
Regone Lazio | |
Provincia di Roma | |
CCIAA Roma | |
Comune di Firenze | |
Comune di Napoli |
F) CE.AF.F S.p.A. Centro Affari
di Firenze
ENTI ASSOCIATI: 6 | Cassa di Risparmio di Firenze |
Banca Toscana | |
CCIAA Firenze | |
Comune di Firenze | |
Regione Toscana | |
Centro Congressi |
G) Fidi Toscana S.p.A.
ENTI ASSOCIATI: | Regione Toscana |
Banca Monte dei Paschi di Siena | |
Banca Toscana | |
Cassa di Risparmio di Firenze | |
BNL | |
Mediocredito Toscano | |
Cassa di Risparmio di Lucca | |
Unione CCIAA Toscana | |
Feder. Tosc. Banche Credito Coop. | |
Altri Istituti di Credito | |
Comune di Firenze | |
Altri |
H) S.A.T. S.p.A. Società Aeroporto Toscano
Galileo Galilei
ENTI ASSOCIATI: | Regione Toscana |
Provincia di Pisa | |
Provincia di Firenze | |
Provincia di Livorno | |
Altre Provincie | |
Comune di Pisa | |
Comune di Firenze | |
Comune di Livorno | |
Altri Comuni | |
CCIAA Pisa | |
CCIAA Firenze | |
Altre CCIAA | |
Banca Toscana | |
Cassa di Risparmio di Pisa | |
Altri Istituti Bancari | |
Associazioni di Categoria | |
Piaggio | |
Società Ind.le Partecip. |
I) SO.GE.SE S.p.A. Società per la Gestione degli Spazi Espositivi
ENTI ASSOCIATI: | Regione Toscana |
Comune Firenze | |
CCIAA Firenze | |
Comune Prato | |
Provincia Firenze | |
Provincia Pistoia | |
API Toscana | |
Artigianato Fiorentino | |
Assoc.Indust.di Firenze | |
COMSERVICE S.r.l. | |
CONF. FIN. | |
FIN. PAS. | |
Unione Indust.di Prato | |
Unione Prov.Agricoltori | |
C.N.A. Regionale | |
C.N.A. Firenze | |
C.C.I.A.A.. Arezzo | |
C.C.I.A.A. Livorno | |
Altri |
L) Centro Congresso S.p.A.
ENTI ASSOCIATI: 8 | Regione Toscana |
Comune di Firenze | |
Provincia Firenze | |
CCIAA Firenze | |
Fondazione Cecchi Gori | |
P.C.O. - Professional Congress Organizing | |
A.I.A. - Associazione Imprese Alberghiere | |
Comitato Gestione part. personale |
A) Mercafir S.p.A.
ENTI ASSOCIATI: 8 | Comune di Firenze |
Fin.Pas. S.r.l. | |
Fin.Gros. S.r.l. | |
Con.Fin. Confesercenti S.r.l. | |
C.C.A. S.C.r.l. | |
CO.DI.GE.CO. S.r.l. | |
Unione Reg.le Toscana coop. | |
CON.SV.AGRI. S.C.r.l. | |
Centrale del Latte Firenze,Pistoia,Livorno |
B) Fiorentina Gas S.p.A.
ENTI ASSOCIATI: 19 | Comune di Firenze |
Italgas S.p.A. | |
Snam S.p.A. | |
Comune Bagno a Ripoli | |
Comune di Rignano sull'Arno | |
Comune Pian di Scò | |
Comune Impruneta | |
Comune Castelfranco di Sopra | |
Comune Pergine Valdarno | |
Comune Rufina | |
Comune Incisa Valdarno | |
Comune Reggello | |
Comune Pontassieve | |
Comune Londa | |
Comune Fiesole | |
Comune di Vicchio | |
Comune Vaglia | |
Comune di Scarperia | |
Comune di Borgo S. Lorenzo |
C) S.IL.FI S.p.A. Società Illuminazione
Firenze
ENTI ASSOCIATI: 2 | Comune di Firenze |
Piero Branzanti |
Lo Scenario Congiunturale Italiano
L'economia mondiale nel 1997 è stata caratterizzata da un'espansione nel Nord America e in Europa e da una drastica flessione in Giappone e nei Paesi asiatici coinvolti in una grossa crisi valutaria. Tuttavia, il commercio internazionale è cresciuto del 9,6%. Nell'Unione Europea il prodotto interno lordo è cresciuto del 2,7%; nonostante ciò il tasso di disoccupazione è rimasto elevato (10,5% nel dicembre 1997).
All'inizio del mese di maggio del 1998 il processo di integrazione economica e monetaria dell'Unione Europea ha visto l'avvio del processo verso la moneta unica di undici tra i quindici Stati dell'Unione. Dal 1° gennaio 1999 le Banche Centrali degli undici paesi e la Banca Centrale Europea consolidano i loro bilanci per quanto concerne la politica monetaria e unificheranno il tasso di interesse sulle operazioni. La moneta unica denominata "Euro" entrerà in circolazione dal 1° gennaio 2002 a conclusione del periodo di transizione. Questo processo porterà ad una maggiore stabilità all'interno del mercato europeo.
L'evoluzione dell'economia reale dell'Italia ha risentito
in maniera particolare delle politiche economiche condotte per permettere
al paese di entrare a far parte dell'Unione monetaria sin dall'inizio.
Le scelte che hanno consentito di realizzare tale risultato si sono inserite
nel quadro delle azioni di rigore avviate nella seconda metà degli
anni '80 ed intensificate negli ultimi anni sia dal lato del controllo
della spesa che da quello dell'incremento delle entrate. Queste due politiche
sono state effettuate, per il controllo della spesa, attraverso il tentativo
di ridimensionamento degli sprechi e per le entrate tramite l'aumento della
pressione tributaria. Quest'ultima è stata nel 1997 pari al 44,3%
del PIL. L'aumento della pressione tributaria si è reso necessario
per ridurre il disavanzo del bilancio pubblico, che è, infatti,
passato dal 9,2% nel 1995 al 2,7% del PIL nel 1997, un valore quest'ultimo
al di sotto della soglia del 3% prevista dal trattato di Maastricht. La
riduzione del disavanzo è stata conseguita sia grazie ad un'innalzamento
dell'avanzo primario (passato dal 4,1% nel 1996 al 6,8% del prodotto nel
1997) sia grazie ad una diminuzione della spesa per interessi (scesa dal
10,8% del PIL nel 1996 al 9,5% nel 1997) correlata al calo dell'inflazione
e alla congiuntura monetaria internazionale favorevole. L'evoluzione positiva
della finanza pubblica si è rispecchiata anche nel debito pubblico
che è passato dal 124% del PIL nel 1996 al 121,6% nel 1997. Le previsioni
del Fondo Monetario Internazionale indicano che il rapporto debito/PIL
scenderà nel 1998 al 118,8% e a 116,5% nel 1999.
Tab. 1 Conto delle risorse e impieghi dell'Italia 1995-1997
Miliardi di lire a prezzi correnti e variazioni % a prezzi costanti
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Prodotto interno lordo |
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Importazioni dall'estero |
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TOTALE RISORSE |
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Consumi interni delle famiglie |
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Consumi collettivi |
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Investimenti fissi lordi |
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Variazione delle scorte |
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Esportazioni all'estero |
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-beni |
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-servizi |
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TOTALE IMPIEGHI |
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Fonte: IRPET, Rapporto sulla situazione economica della Toscana, 1997
Una delle conseguenze della linea di rigore adottata per il raggiungimento degli obiettivi di Maastricht è che la crescita dell'economia italiana è stata nel biennio 1996-97, la meno dinamica dell'Unione Europea. Il tasso di crescita del PIL è stato il più basso tra quelli verificatisi nei maggiori paesi industriali, con la sola eccezione del Giappone. Nonostante questo andamento non brillante della nostra economia, il PIL nel 1997 è cresciuto dell'1,5% rispetto all'anno precedente, come si evidenzia dalla tabella 1. Uno dei motivi di questo andamento positivo è da ricercarsi nelle agevolazioni per la rottamazione degli autoveicoli, che hanno portato gli acquisti di questi ultimi ad un aumento di circa il 30%. La domanda interna di autoveicoli ha spiegato da sola 12 mila dei 57 mila miliardi di maggiori consumi osservati nel 1997 rispetto al 1996. L'incremento degli altri consumi privati, in particolare di tutti gli altri beni durevoli come i beni destinati all'arredamento o gli elettrodomestici, è risultato assai contenuto. I beni semidurevoli, come i generi di abbigliamento e i servizi legati al tempo libero e alla salute, hanno avuto una dinamica abbastanza positiva mentre i consumi alimentari continuano ad essere in una fase di stagnazione.
Complessivamente, nel 1997 l'aumento dei consumi è ritornato ad essere superiore a quello del PIL (+2,4% rispetto al '96). Questo risultato è stato ottenuto in presenza di una pressione fiscale più elevata (il reddito disponibile è aumentato meno del prodotto); ciò significa che vi è stato un aumento della propensione al consumo dopo ben 5 anni di costante flessione.
Visto l'andamento positivo dell'economia italiana nel 1997 il Governo aveva ipotizzato, nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria di aprile, una crescita del PIL per l'anno in corso piuttosto elevata pari al 2,5%. Invece, nella Relazione Previsionale e Programmatica di Settembre sono state riviste le stime di crescita per l'anno in corso con un aumento del prodotto interno lordo solo dell'1,8%. Buoni risultati sono, inoltre, previsti sul fronte del contenimento dell'inflazione che dovrebbe risultare a fine anno pari all'1,8%.
Sul piano internazionale l'economia italiana ha perso parte dei vantaggi competitivi accumulati nel corso degli anni scorsi. La lira, infatti, si è rivalutata nei confronti della maggior parte delle valute europee. A tale situazione si è sommata, a partire dalla seconda parte dell'anno, la crisi dei mercati asiatici. Le imprese che operavano sul mercato nordamericano hanno tratto vantaggio dalla svalutazione della lira nei confronti del dollaro e dall'espansione dell'economia statunitense nel 1997. Pertanto, nel complesso, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 6,3% in termini reali, un valore molto inferiore all'incremento registrato per il commercio mondiale (circa il 9%). A fronte di tale crescita si è avuto un aumento in valore delle importazioni pari all'11,8%. Il saldo della bilancia commerciale nel '97 pur mantenendosi positivo è risultato, in valore assoluto, inferiore a quello registrato nel 1996. Infatti, il divario nella crescita delle importazioni e delle esportazioni ha ridotto, per la prima volta dal 1992, l'attivo commerciale.
Il trend positivo delle esportazioni per l'anno in corso dovrebbe continuare nonostante la crisi asiatica grazie alla tenuta della domanda europea; mentre l'aumento delle importazioni, avvenuto nel 1997, si dovrebbe attenuare.
Nel 1997 in Italia, a livello territoriale, si sono consolidate le dinamiche registrate negli anni precedenti. La crescita economica è risultata concentrata principalmente nelle regioni del centro - nord e ciò ha accentuato ulteriormente gli squilibri territoriali già presenti nel paese. Le regioni meridionali hanno mostrato, tuttavia, un incremento del valore aggiunto industriale più alto di quello delle regioni del nord rispettivamente del 2,1% e dell'1,4%. L'andamento nel settore terziario, tuttavia, ha ribaltato questo risultato portando la crescita del valore aggiunto per le regioni meridionali intorno allo 0,8% e per le regioni del nord intorno all'1,5%. In generale, i risultati migliori in tutti i settori si sono riscontrati nelle regioni centrali del paese la cui crescita complessiva è risultata attorno al 2%.
A livello settoriale nel '97 è stata registrata una forte crescita del settore automobilistico e di quello dei minerali ferrosi, una stagnazione del tessile, una riduzione del settore della meccanica e una recessione in quello del legno e del mobile. Il comportamento nel settore dei servizi ha mostrato nei trasporti e nelle comunicazioni un andamento decisamente positivo. É rimasta negativa la tendenza nel settore delle costruzioni anche se l'attuale fase di ristagno dovrebbe essere superata grazie al rilancio delle grandi opere pubbliche e agli incentivi fiscali disposti per la ristrutturazione dei fabbricati residenziali. Anche il settore agricolo ha continuato a mostrare delle difficoltà dovute anche ad un'annata particolarmente difficile sul piano atmosferico.
Nel corso del 1997, sotto il peso della rivalutazione della lira, la bilancia commerciale dell'industria tessile - abbigliamento italiana si è assestata: tra gennaio e settembre le esportazioni hanno ottenuto ancora un risultato positivo (+2,4%); a questo dato si è contrapposto l'aumento delle importazioni (+14,4% rispetto al '96). A livello disaggregato si sono evidenziate situazioni molto diverse tra i prodotti tessili e quelli dell'abbigliamento; le vendite di questi ultimi all'estero hanno continuato ad essere positive (+4,9%), al contrario delle calzature che invece hanno fatto registrare un dato negativo (-5,0%). Complessivamente, comunque, il 1997 si è chiuso per l'industria tessile - abbigliamento meglio di come era iniziato.
Nei primi quattro mesi del '98 l'attività dell'industria tessile - abbigliamento ha accusato una pesante battuta d'arresto con un -10% (dato destagionalizzato) rispetto al picco del dicembre '97. Le stime fornite da Pratofutura per il 1998 prevedono una crescita delle esportazioni piuttosto modesta (+3,1%), un fatturato in aumento del 2,1% ed un import in forte ascesa (+13%).
Nel 1997 per il quarto anno consecutivo si è registrato un saldo attivo tra le imprese iscritte e quelle cessate al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. I dati relativi al totale delle imprese, con esclusione di quelle agricole, evidenziano 323.308 iscrizioni e 290.068 cessazioni con un saldo in valore assoluto pari a +33.240. Il tasso di crescita nel 1997 è risultato pari allo 0,8%, valore inferiore a quello registrato l'anno precedente (1,8%).
Disaggregando il saldo attivo nazionale per ripartizione territoriale si nota che il contributo maggiore proviene dal Mezzogiorno dove il saldo tra iscrizioni e cessazioni è stato pari a +19.435 unità, corrispondente al 58,5% dell'intero saldo nazionale. Il saldo attivo più basso si è riscontrato nel Nord Ovest con 3.467 unità. A livello regionale si sottolineano i risultati negativi del Piemonte e della Toscana; quest'ultima con -424 imprese ed un tasso di crescita di -0,13%.
La gradualità nell'attuazione della politica dello sconto mirante alla riduzione dei tassi ufficiali ha consolidato negli operatori comportamenti coerenti con la stabilità dei prezzi. Le aspettative di inflazione si sono portate verso il 2% alla fine dell'anno. In dicembre '97 la crescita dei prezzi rispetto alla fine dell'anno precedente è risultata pari all'1,5% per quelli alla produzione e all'1,9% per quelli al consumo.
Inoltre, il 1997 non ha fatto registrare apprezzabili differenze nell'evoluzione delle unità di lavoro ovunque in diminuzione. La crescita del PIL non si è, infatti, tradotta in un aumento delle unità di lavoro perché è avvenuta o in settori ad alta intensità di capitale o in comparti del terziario coinvolti in profondi processi di ristrutturazione (le banche e il commercio) e, quindi, non più in grado di creare nuova occupazione. L'occupazione complessiva ha mostrato nel primo mese del 1998 un primo segno di miglioramento risultando, al netto dei fattori stagionali, superiore dello 0,4% rispetto al mese di ottobre del 1997. Le stime sul tasso di disoccupazione in Italia indicano il 12% per il 1998 e l'11,6% per il 1999.
Tuttavia gli interventi di cassa integrazione guadagni risultano nel 1997 in calo rispetto al '96 in tutte e tre le voci: ordinaria, straordinaria e gestione edilizia con variazioni rispettivamente del -16,5%, -14,7% e -8,5%. Le variazioni nel primo semestre '98 rispetto alla media dello stesso periodo del '97 segnalano una ripresa degli interventi nella gestione edilizia (+3,8%) ed un calo nelle voci ordinaria e straordinaria rispettivamente del -3,4% e del -7,6%.
Lo Scenario Congiunturale Regionale
Il sistema economico toscano nel 1997 ha mostrato una ripresa rispetto ai risultati deludenti del 1996, confermando la sua reattività alla congiuntura nazionale e internazionale.
Il PIL (prodotto interno lordo) è cresciuto del 2,1%, come si evidenzia dalla tabella 2, superando non solo la crescita del 1996 (+1,4%), ma anche il dato medio italiano (+1,5%) e risulta sostanzialmente tra le più alte d'Italia. Tale risultato è attribuibile in buona parte al rafforzamento del dollaro. Per una regione come la Toscana rivolta principalmente al mercato americano, tale fattore ha avuto influssi positivi sulle esportazioni, le quali, infatti, sono risultate vivaci per buona parte dell'anno fino a quando non si sono iniziati a sentire gli effetti della crisi asiatica.
Tab. 2 Conto delle risorse e degli impieghi della Toscana 1995-1997
Miliardi di lire a prezzi correnti e variazioni % a prezzi costanti
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Prodotto interno lordo |
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Importazioni dal resto dell'Italia |
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Importazioni dall'estero |
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TOTALE RISORSE |
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Consumi interni delle famiglie |
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Consumi collettivi |
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Investimenti fissi lordi |
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Variazione delle scorte |
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Esportazioni verso il resto d'Italia |
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Esportazioni all'estero |
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-beni |
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-servizi |
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TOTALE IMPIEGHI |
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Fonte: IRPET, Rapporto sulla situazione economica della Toscana, 1997
Nel 1997 si sono concretizzate le attese sugli effetti del rientro della lira negli accordi di cambio europeo avvenuto nell'autunno del 1996, permettendo alla Toscana di aumentare la sua capacità di esportazione; le vendite all'estero realizzate dalla Toscana e dal Veneto sono risultate, infatti, in aumento rispetto alla media italiana (+6,3%). Inoltre, il confronto tra i risultati conseguiti da queste due regioni (confronto significativo in quanto le regioni mostrano una struttura produttiva per certi versi analoga), vede per il 1997 in posizione favorevole la Toscana con il +7,9%.
Tuttavia, gli effetti della rivalutazione del cambio della lira e della ripresa produttiva hanno indotto anche un deciso aumento delle importazioni, +14% in valore, superiore alla media nazionale (+11,8% in valore).
I settori con rilevante aumento delle esportazioni sono stati soprattutto il comparto alimentare e il settore tessile e abbigliamento. Molto interessante è stata la dinamica positiva del comparto metalmeccanico, mentre più rallentata è stata la crescita delle esportazioni dei mezzi di trasporto.
Gli effetti della contrastante dinamica delle componenti dell'interscambio ha determinato, però, circa 1.400 miliardi di disavanzo nella bilancia commerciale della Toscana.
Nel primo trimestre del 1998 si è registrata la ripresa delle esportazioni verso l'estero che ritornano su tassi elevati (+7,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) pur risultando comunque assai inferiori alla media nazionale (+13,3%) e a quelli delle regioni del nord - est che aumentano le proprie vendite all'estero del 16,3%. Ciò significa che probabilmente la crisi dei paesi asiatici è stata sentita in misura maggiore dalla nostra regione la quale aveva mostrato negli ultimi anni una notevole aggressività proprio verso quell'area. Inoltre, la forte ripresa dell'interscambio all'interno dell'Europa ha coinvolto, in misura minore, una regione più specializzata verso i mercati extraeuropei quale risulta essere la Toscana. È da segnalare che questo primo trimestre '98 ha fatto registrare un andamento negativo in alcuni settori tradizionalmente trainanti dell'economia toscana come la moda (in particolare le calzature) ed i mezzi di trasporto che hanno mostrato una diminuzione in valore delle esportazioni rispetto all'analogo trimestre dell'anno precedente. La meccanica e la chimica, invece, hanno mostrato andamenti migliori rispetto al resto del paese a conferma della felice fase attraversata ormai da alcuni anni da tali settori (in particolare la metalmeccanica presenta da due anni tassi di crescita delle vendite all'estero significativamente superiori alla media nazionale confermandosi come uno dei settori trainanti delle esportazioni toscane).
Il mercato interno, dopo un lungo periodo di stagnazione, ha mostrato nel 1997 una certa vivacità nei consumi delle famiglie; nonostante la riduzione del reddito disponibile dovuto alla crescita della pressione tributaria che ha raggiunto il suo massimo storico (il 44,7% del PIL aumentando di quasi due punti percentuali rispetto al '96).
Rispecchiando l'andamento italiano anche in Toscana i consumi sono ripresi grazie alle agevolazioni sulla rottamazione degli autoveicoli, mostrando una crescita del 32%. D'altro canto, l'aumento della pressione tributaria e il basso rendimento dei titoli di stato hanno drasticamente influenzato in maniera negativa i risparmi. Solo un modesto incremento si registra per gli investimenti (+0,8%), non riuscendo la Regione a recuperare il ritardo accumulato nel corso degli anni ottanta. Questi anni, infatti, caratterizzati dal passaggio dalla centralità del modello industriale ad un quadro espansivo delle attività terziarie hanno prodotto come risultato un distacco della Toscana dalle altre regioni italiane più dinamiche (Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia - Romagna) con le quali aveva condiviso la forte espansione degli anni '60 e '70. Le differenze che si sono create sono in parte imputabili ad una perdita di peso relativo dell'industria toscana e ad una tradizionale bassa propensione all'investimento da parte del sistema produttivo regionale. Tutto ciò ha portato ad un rallentamento nel processo di accumulazione e di capitalizzazione delle imprese che si è trascinato fino agli anni '90.
La ripresa economica ha avuto effetti diversi nei settori produttivi con una crescita robusta dell'industria manifatturiera (+2,5%) e in tutti i settori legati alle esportazioni e alla domanda interna di beni di consumo. I settori del tessile, dell’abbigliamento e della carta sono stati quelli trainanti per questa ripresa, mentre altri comparti (legno, mobili, cuoio – pelli – calzature) hanno registrato una forte diminuzione.
Migliori sono stati gli esiti dell'annata agraria rispetto all'andamento negativo del paese, mentre è rimasto negativo il settore delle costruzioni in quanto ha risentito della mancata ripresa degli investimenti.
Il settore terziario è risultato, nel complesso, in crescita negli ultimi due anni, nonostante abbia subito ristrutturazioni dell'apparato produttivo, peraltro interessanti.
Il settore del commercio ha registrato nel 1997 una crescita modesta, +1,7%, perché investito da profondi cambiamenti. Questi sono da considerarsi, in parte, legati allo sviluppo della grande distribuzione a scapito dei lavoratori autonomi e, in parte, delle piccole unità produttive e in parte ad un'evoluzione contenuta dei consumi, che hanno portato ad una perdita del numero degli occupati. Solo il settore dei servizi alle imprese e dei servizi alle persone (culturali, sanitari, ricreativi) ha realizzato un incremento considerevole.
Anche il comparto bancario, ha visto compressi i margini di profitto su valori alquanto contenuti. Nel 1997 ha avuto una crescita del valore aggiunto del +1,9% con una caduta del numero delle unità di lavoro (-1,7%).
In Toscana, la ripresa produttiva non ha determinato, nel dato medio dell'anno, alcun effetto sui livelli occupazionali. Si è riscontrato, infatti, un tasso di disoccupazione dell'8,5% nel 1997 contro l'8,4% nel '96. I fattori che hanno concorso a determinare questo andamento sono stati molteplici, fra questi è da considerare l'aumento di forme di lavoro atipico che sono state di difficile rilevazione nelle forme standard delle indagini e di cui è stato possibile registrarle solo attraverso segnali indiretti.
Tab. 3 Tasso di disoccupazione complessivo e giovanile
in Toscana
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Tasso disoccupazione complessivo |
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8,6 | 8,5 | 8,4 | 8,5 | |
Tasso disoccupazione giovanile (15-29 anni) |
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18,4 | 18,8 | 18,4 | 19,5 | |
Fonte: IRPET, Rapporto sulla situazione economica della Toscana, 1997
La mobilità del mercato del lavoro, derivata da nuove modalità di disciplina che hanno aumentato le opportunità di ingresso, non si è tradotta in stabili posti di lavoro generando forme di disoccupazione intermittente. In questo modo non solo è stato spiegato l'aumentato livello complessivo della disoccupazione dei giovani toscani (passato dal 18,4% del '96 al 19,5 % del '97 a fronte di una stabilità del centro - nord del 16,5%) ma è stato giustificato la maggiore presenza, soprattutto tra i giovani adulti (in età 25-29 anni), di coloro che avendo perduto una precedente occupazione sono alla ricerca di nuove opportunità.
Anche considerando la sola occupazione industriale toscana, è stata riscontrata una lieve flessione (-0,8%). Nel 1997 il quadro relativo alla disoccupazione - sottoccupazione, rilevata dalle iscrizioni presso gli uffici decentrati del Ministero del Lavoro, ha presentato una variazione positiva contenuta (+1,7%) rispetto ai valori del 1996, convalidando quanto emerso dalle rilevazioni ISTAT sulle forze - lavoro.
Più negativo, invece, il quadro all’inizio dell'anno '98. La situazione ha presentato una riduzione dell'occupazione (-1%) rispetto al già basso livello raggiunto nello stesso periodo del '97 (circa 44mila unità di lavoro in meno rispetto all'anno precedente). Tale flessione ha coinvolto sia il settore industriale che quello terziario (con 18mila unità delle 44mila in meno). Il solo settore commerciale ha mostrato invece una maggior tenuta (il dato del gennaio '98 mostra addirittura una ripresa) dopo la costante flessione registrata negli scorsi anni attribuibile alla espansione della grande distribuzione e alla stagnazione dei consumi.
Non bisogna, comunque, trascurare il lavoro sommerso in quanto le stime deducibili dal rapporto tra occupati e quantità di lavoro prestato indicano maggiormente presente in Toscana questa forma di occupazione. Infine, si deve considerare che nelle rilevazioni correnti sono del tutto trascurati i fenomeni di immigrazione temporanea e del lavoro svolto dagli extracomunitari.
Nel 1997 il ricorso alla cassa integrazione guadagni registra un lieve calo nella voce ordinaria (-1,3%) ed una riduzione più sostenuta nelle altre due voci (-10% per la straordinaria e -17,8% per la gestione edilizia). I dati relativi al primo semestre '98 hanno segnalato un aumento degli interventi nella gestione edilizia (+5,2%) rispetto alla media del '97.
Per quanto concerne il turismo dopo molti anni di crescita sostenuta, determinata soprattutto dalla componente straniera, le presenze nelle strutture ricettive toscane hanno presentano nel 1997 un valore quasi invariato rispetto all'anno precedente (+0,2% circa) ma molto più incoraggiante di quello medio nazionale (-0,6%). Il contributo positivo degli anni precedenti è stato determinato dalla componente turistica straniera, stimolata dalle condizioni favorevoli del cambio grazie alla svalutazione della lira nel 1992. Questo andamento è andato attenuandosi fino ad annullarsi quasi completamente nel corso dell'anno appena trascorso. Nonostante la ripresa economica non è ripartita la dinamica del turismo nazionale, costante rispetto al '96. Nel risultato medio toscano si è riscontrato un comportamento molto differenziato tra le aree turistiche interne. Le città d'arte di Firenze, Pisa e Arezzo hanno presentano tendenze fortemente espansive mentre Siena e Lucca sono risultate in flessione. Nonostante i buoni risultati ottenuti nella sfera produttiva, osservando l'andamento del reddito disponibile degli operatori toscani (famiglie e imprese), come si è rilevato dalla tabella 4, si è registrata una flessione piuttosto consistente che potrebbe essere attribuita, come già detto per il contesto italiano in massima parte all'aumento della pressione fiscale e alla riduzione degli interessi sui titoli pubblici.
Tab. 4 Distribuzione del reddito disponibile in Toscana
Miliardi di lire a prezzi correnti e variazioni % annue a prezzi costanti
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Valore aggiunto al costo dei fattori |
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Ammortamento |
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Distribuzione funzionale | |||||||
Redditi da lavoro dipendente (+) |
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Redditi da lavoro autonomo (+) |
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Redditi da impresa e da capitale (+) |
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Reddito primario (=) |
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Redistribuzione | |||||||
Oneri sociali (-) |
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Contributi sociali (-) |
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Imposte dirette (-) |
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Prestazioni sociali (-) |
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Interessi debito pubblico (+) |
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Reddito disponibile (=) |
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Fonte: IRPET, Rapporto sulla situazione economica della Toscana, 1997
Nel 1997 i redditi da capitale hanno subito una riduzione in valore reale sia a livello nazionale (-1,4%) che nelle principali regioni del centro - nord, come il Veneto, l'Emilia Romagna, la Lombardia, mentre la Toscana ha continuato ad avere un aumento percentuale positivo. Nella regione si è riscontrato un maggior rilievo dei redditi da lavoro autonomo che nel '97 sono stati molto dinamici con una crescita superiore al livello italiano.
Lo scenario di previsione dei prossimi anni per l'economia toscana potrebbe portare ad un quadro moderatamente favorevole e, se si accentuassero le dicotomie tra aree forti ed aree deboli dell'Italia, la Toscana si potrebbe posizionare tra le regioni più sviluppate, anche se con il più basso tasso di crescita. Si prevede che l'orizzonte temporale del medio periodo sarà caratterizzato da cambiamenti strutturali legati ad un'espansione della domanda esterna. Tale espansione sarà probabilmente da imputare ai maggiori scambi che si sosterranno all'interno dell'Europa e ad una ripresa della domanda interna sia dal lato dei consumi che da quello degli investimenti. Se l'economia toscana non si adeguerà a tali cambiamenti potrebbe realizzare tassi di crescita più contenuti rispetto alle regioni del centro - nord.
Le caratteristiche strutturali del sistema economico fiorentino
Le caratteristiche del sistema economico fiorentino sono emerse chiaramente dall'analisi del conto delle risorse e degli impieghi stimato per l'anno 1991 e illustrato nella tabella seguente.
Tab. 5 Conto delle risorse e degli impieghi dell'Area Fiorentina e della Toscana, 1991
Migliaia di lire pro - capite
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Prodotto interno lordo |
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Importazioni dal resto della Toscana |
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Importazioni dal resto d'Italia |
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RISORSE E IMPIEGHI |
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Consumi totali dei residenti |
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Consumi dei residenti all'esterno (-) |
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Consumi interni dei non residenti |
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Consumi collettivi |
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Investimenti fissi lordi |
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Variazione scorte |
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Esportazioni verso il resto della Toscana |
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Esportazioni verso il resto d'Italia |
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Fonte: stime IRPET
L'area fiorentina ha ottenuto un prodotto interno lordo pro - capite superiore alla media regionale (34 milioni pro - capite contro i 28 medi della Toscana). Tale risultato è derivato sia da un maggiore numero di posti di lavoro presenti nell'area sia dalla qualità delle produzioni realizzate.
I consumi pro - capite dei residenti sono risultati superiori alla media regionale (16 milioni contro i 15 medi della Toscana).
Per quanto riguarda gli scambi il sistema fiorentino si è rivelato piuttosto aperto verso l'esterno con un peso significativamente maggiore delle esportazioni verso il resto della Toscana (16,0%) rispetto a quelle verso il resto dell'Italia. L'area fiorentina si è caratterizzata, infatti, per la produzione di servizi che vengono esportati negli altri sistemi economici toscani.
La spiccata vocazione turistica di Firenze è emersa dall'analisi dei consumi effettuati nell'area fiorentina dai non residenti (in valore assoluto circa 3,2 milioni pro - capite contro i 2,5 medi della Toscana) che sono risultati ampiamente superiori ai consumi all'esterno dei residenti (1,2 milioni). Il peso della spesa turistica, comunque, non è stato così rilevante come spesso si crede. Il turismo, infatti, ha rappresentato a Firenze il 10% delle esportazioni, il 20% dei consumi interni e il 5% della domanda complessiva.
L'elevato tenore di vita dei fiorentini è stato confermato anche dai dati disponibili sul livello di reddito pro - capite nel 1993 (tab.6). In quanto a questo indicatore di benessere economico, Firenze è risultata la 6a città italiana con un livello di reddito disponibile pro - capite superiore del 10,7% alla media italiana.
Tab. 6 Reddito pro - capite disponibile, 1993
Migliaia di lire
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Milano | 28.486 |
Genova | 26.989 |
Bologna | 26.350 |
Roma | 26.134 |
Torino | 24.815 |
Firenze | 23.105 |
Venezia | 21.443 |
ITALIA | 20.874 |
Bari | 16.713 |
Cagliari | 14.844 |
Napoli | 14.388 |
Catania | 14.098 |
Palermo | 13.571 |
Reggio Calabria | 13.285 |
Fonte: Comune di Firenze
Per quanto riguarda la composizione del valore aggiunto lordo fiorentino si è evidenziata chiaramente la vocazione terziaria del sistema economico di Firenze. Come si vede dalla tabella 7 i servizi hanno partecipato nel '96 alla produzione del valore aggiunto lordo (VAL) della città per il 73,3%. Confrontando quest'ultimo dato con quello relativo al '91 si è notato chiaramente come tale settore è risultato in espansione a scapito, però, del settore industriale passato dal 28,1% del VAL fiorentino nel '91 al 26,4% nel '96. Nell'area fiorentina sono, infatti, localizzati i principali centri di servizi della Toscana sia per quel che riguarda i servizi alle imprese, sia quelli alle persone e quelli pubblici (banche, assicurazioni, servizi avanzati, scuole, sanità, attività ricreative e culturali).
Tab. 7 Composizione percentuale del valore aggiunto lordo fiorentino
1991 | 1996 | |
Industria | 28,1 | 26,4 |
Agricoltura | 0,3 | 0,3 |
Servizi | 71,6 | 73,3 |
Fonte: IRPET
Lo spostamento verso i servizi che si è registrato nei sistemi urbani di piccola e media impresa come quello fiorentino è stato giustificato dalla crescente ricerca di competitività sui mercati internazionali che tali sistemi hanno fatto registrare negli ultimi anni. In questo contesto, infatti, i servizi hanno svolto un ruolo strategico sia nelle fasi a monte che nelle fasi a valle del processo produttivo.
Nel sistema urbano fiorentino si sono manifestati anche processi di diffusione dei servizi al consumatore, dei servizi alle imprese e dei servizi collettivi in parte spiegabili dalla transizione post - fordista della società, in parte dalla valorizzazione di sentieri di crescita alternativi all'industrializzazione manifatturiera.
L'area fiorentina a prescindere dalla sua forte vocazione terziaria, concentrata in massima parte, come è logico attendersi, nel capoluogo, ha presentato anche una ben radicata vocazione industriale.
Inoltre, pur non potendo certo affermare che Firenze sia una città a specializzazione industriale (la quota degli addetti all'industria è inferiore al 22% del totale degli addetti), non va trascurato il fatto che in valore assoluto gli addetti nel settore industriale fiorentino erano nel '91 più della metà di quelli di tutti i comuni dell'area (il 54,6%, ovvero 33.257 su 60.905).
Nell'area fiorentina è presente una concentrazione
di attività produttive che si possono classificare come le più
avanzate rappresentate dalla meccanica anche ad alta tecnologia, dal tessile
e abbigliamento e dall'editoria. Si tratta di una trama di imprese che
hanno una presenza radicata territorialmente nonostante il processo di
de - industrializzazione che ha ridotto gli occupati nell'industria di
oltre 12.000 unità nell'arco di 10 anni (dal 1981 al 1991). Tale
tendenza è stata confermata anche da dati più recenti, infatti,
dal '96 al '97 gli occupati nell'industria della Provincia di Firenze si
sono ridotti di 4.000 unità, come si vede dalla tabella8. Un dato
preoccupante considerato che tale calo di unità occupazionali è
coinciso con la riduzione complessiva degli occupati nell'area dal 1996
al 1997.
Tab. 8 Occupati per settore di attività economica nelle Province toscane, 1996-97
Valori assoluti in migliaia
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Fonte: Rapporto sulla situazione economica della Toscana, 1997
Tuttavia, un aspetto caratterizzante dell'industria fiorentina
è rappresentato dalla convivenza di diverse e multiformi realtà
produttive sia per dimensione (si va dalle grandi industrie alle piccole)
sia per specializzazione settoriale.
Tab. 9 L'industria fiorentina: composizione percentuale (unità locali)
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Fonte: IRPET
Un ruolo fondamentale ha assunto all'interno del settore industriale il comparto meccanico che ha fatto registrare il maggior peso percentuale (26% nel 1991 e 25% nel 1996) sul complesso dell'industria fiorentina. Tale comparto ha presentato in passato, in termini produttivi e di competitività, le dinamiche più interessanti e potrebbe risultare di importanza strategica per le prospettive future dell'economia fiorentina.
Tab. 10 Composizione percentuale delle esportazioni per destinazione, 1996
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Fonte: IRPET
Lo scenario di previsioni di medio periodo, visto il clima potenzialmente positivo per l'economia europea dettato da una maggiore certezza derivante dalla stabilità dei prezzi e dalla riduzione del costo del denaro, vede una ripresa degli investimenti e dei consumi che dovrebbero portare anche alla crescita degli scambi internazionali. La domanda (interna e degli altri paesi dell'UE) dovrebbe indirizzarsi maggiormente verso i beni capitali delineando, quindi, uno scenario favorevole per chi produce tali beni e per chi risulta specializzato nelle esportazioni verso i mercati europei. Il sistema produttivo fiorentino, come si evidenzia dalla tabella 10, è orientato verso i paesi extra - europei più di quanto non lo sia quello regionale; infatti il 45% delle esportazioni fiorentine è diretto verso paesi extra - UE contro il 40,5% della Toscana. Tale situazione in considerazione della crisi che i paesi asiatici stanno attraversando e delle prospettive positive che, come si è visto si legano all'adozione della Moneta Unica Europea, rende particolarmente incerta la previsione sullo sviluppo del commercio estero fiorentino.
L'andamento economico a livello locale
A livello di singole province e di singoli sistemi locali nell'industria si sono registrati per il 1997 dati complessivamente disomogenei. La Provincia di Firenze si è collocata in una posizione intermedia con valori che sono risultati di poco inferiori alla media regionale. Nel caso di Firenze tale risultato è derivato da dinamiche di segno opposto: i mezzi di trasporto, la metallurgia e la chimica hanno registrato una crescita di oltre 80 miliardi, mentre il settore moda e le altre manifatture una perdita di oltre 30 miliardi.
L'analisi dei dati Cerved relativi al numero di imprese attive registrate alla Camera di Commercio nel Comune di Firenze ha evidenziato che nel corso del 1997 si è verificata una leggera diminuzione (-1,0%) rispetto al 1996. A livello disaggregato si è rilevato un calo considerevole delle imprese manifatturiere (-2,9%) all'interno delle quali le imprese dell'industria meccanica e metallurgica e dell'industria leggera hanno mostrato i decrementi più consistenti (rispettivamente -2,4% e -3,1%). Nell'ambito dell'industria leggera a loro volta le imprese legate al sistema moda hanno mostrato un decremento (-2,9%) che è risultato comunque inferiore a quello registrato nel periodo 96/95 (-4,2%). Gli alberghi e i ristoranti sono aumentati in misura lieve (+0,4%), un valore questo nettamente inferiore alla variazione fatta registrare nel '96 (+3,4%). Le unità locali ovvero il numero di sedi, di depositi, di magazzini ecc. relativi alle imprese registrate sono risultate in linea con il calo osservato nelle imprese attive con un -0,7% rispetto alla fine del 1996.
Per quanto riguarda i dati riferiti al primo semestre '98, illustrati nella tabella 11, si è evidenziato un leggero decremento (-0,6%) rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente. Scorporando questo dato si è registrato per le attività manifatturiere un leggero aumento (+0,5%) dopo un trend decrescente registrato alla fine del '97. All'interno delle attività manifatturiere si è osservato un calo modesto nell'industria chimica (-1,4%) e nell'industria meccanica e metallurgia (-0,7%) e un incremento dell'industria leggera nel complesso (+1,1%), in particolare di quella legata al settore della moda (+5,0%). Le imprese legate al commercio hanno registrato un decremento complessivo del 3,5% anche se la voce alberghi e ristoranti hanno ottenuto un seppur ridotto aumento (+0,4%).
Tab. 11 Imprese attive registrate nel Comune di Firenze alla Camera di Commercio
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I '98 |
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Agricoltura, caccia, silvicoltura, pesca e servizi annessi |
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Prod. e distrib. energia elettr., gas e acqua |
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Estrazione di minerali |
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Attività manifatturiere |
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Industria chimica |
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Industria meccanica e metallurgica |
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Industria leggera |
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di cui: Sistema moda |
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Costruzioni |
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Commercio |
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Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni |
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Intermediazione monetaria e finanziaria |
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Attività immob., noleggio, informatica, ricerca |
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Servizi non destinabili alla vendita (istruzione, sanità e altri servizi pubblici, sociali e personali) |
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Servizi domestici presso famiglie e convivenze |
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Imprese non classificate |
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Fonte: CERVED
L'analisi dell'andamento delle esportazioni per provincia ha risentito ancora della fase di transizione da una unità territoriale e amministrativa unica a due distinte (nel caso Firenze e Prato) nonostante la disponibilità per il terzo anno consecutivo delle informazioni statistiche sulle esportazioni delle province di nuova istituzione. La variazione nel '97 rispetto all'anno precedente delle esportazioni di Firenze e Prato, desumibile dai dati ISTAT, è risultata rispettivamente pari a -4,8% ed a +23,7%. Un risultato così contrastante ha fatto dubitare circa l’attendibilità e la rilevanza di un confronto dinamico tra valori che ancora oggi non si riferiscono ad insiemi territoriali omogenei tra un anno ed un altro. Analizzando, quindi, la dinamica delle esportazioni, considerando ancora insieme Firenze e Prato, si è registrato un aumento (+4,0%) di poco inferiore alla media regionale (+4,8%).
Dal punto di vista dell'occupazione si è registrato un lieve calo del tasso di disoccupazione (-0,2%) passato dall'8,1% del 1996 al 7,9% nel 1997 (dato provinciale). Il numero di occupati per settore di attività economica è risultato in calo per quanto riguarda gli occupati nell'industria (-3,3%) mentre nelle altre attività non si è avuta nessuna variazione. La riduzione del numero di occupati totale è stata, quindi, interamente imputabile alla riduzione registrata nell'industria. I principali indicatori occupazionali forniti dall'ufficio regionale del lavoro e della massima occupazione hanno segnalato per il 1997 una accentuazione dei divari tra le varie situazioni sub- regionali. Il dato relativo agli iscritti alla 1a classe di collocamento disponibile per la Provincia di Firenze relativo al '97 è stato fornito escludendo per la prima volta l'area pratese. Il confronto di questo dato con l'analogo riferito al 1996, depurato dalla Provincia di Prato, ha indicato un aumento piuttosto contenuto degli iscritti (+2,1%). La percentuale di iscritti nel 1997 sulla popolazione è risultata pari al 7,2%, mentre la composizione percentuale dei disoccupati di lunga durata sul totale degli iscritti al 30 aprile ha confermato le maggiori difficoltà incontrate nel mondo del lavoro da parte delle donne (51,0% uomini e 63,7% donne). Gli avviamenti hanno registrato una crescita, +3,6%, rispetto al 1996, superiore all'incremento delle cessazioni dei rapporti di lavoro (+2,8%).
Secondo i dati forniti dall'Ufficio Provinciale del Lavoro il numero degli avviati è risultato nei primi due mesi del '98 in crescita del 20,6% rispetto allo stesso periodo del 1997.
Per quanto riguarda il ricorso alla cassa integrazione guadagni, secondo i dati forniti dall'INPS regionale nella Provincia di Firenze, si è registrato un calo dal '97 al '96 degli interventi ordinari (-9,9%) ed un aumento di quelli straordinari e della gestione edilizia rispettivamente del +10,2% e del +17%. I dati relativi al primo semestre '98 hanno indicato un calo rispetto al valore medio del '97 in tutte e tre le voci (ordinaria -0,01%, straordinaria -19,4% e gestione edilizia -1,2%).
A livello settoriale, nel II trimestre del '98 si è registrato un andamento differenziato; per le industrie metallurgiche e meccaniche, a fronte di una situazione congiunturale positiva, si è riscontrata una sensibile riduzione del ricorso alla cassa integrazione. L'abbigliamento è diventato il settore che ha fatto maggiormente ricorso alla cassa integrazione con 91.499 ore pari al 29,2% del totale.
Secondo i dati raccolti dall'Associazione degli Industriali, attraverso un'indagine campionaria su 200 imprese della Provincia di Firenze, i primi mesi del 1998 hanno mostrato un andamento congiunturale complessivamente soddisfacente a conferma di una ripresa ormai avviata su un sentiero di crescita piuttosto stabile. La produzione ha fatto registrare un incremento del 5% su base annua mentre il fatturato è cresciuto del 4,6%. L'evoluzione complessiva della domanda è risultata determinata in maniera omogenea sia dagli ordini provenienti dai mercati interni che dalle commesse internazionali, con variazioni tendenziali medie pari a +1,9% per la domanda nazionale e +1,1% per quella estera.
I prezzi di vendita si sono mantenuti contenuti con una crescita dell'1,5% rispetto al I trimestre del 1997.
L'industria metalmeccanica ha continuato a registrare una crescita dell'attività produttiva (+7,1%) e del fatturato (12,5%). L'attività produttiva è risultata invece in calo fra le imprese del sistema moda (-4,8% la variazione tendenziale media). L'evoluzione negativa della domanda estera (-7,9%) ha fatto ritenere che la crisi dei mercati asiatici abbia temporaneamente condizionato gli andamenti del settore. L'andamento dell'insieme degli altri settori (estrattivo, chimico, alimentare, legno, carta - stampa, gomma e lavorazioni minerali non metalliferi) è risultato complessivamente positivo, ad eccezione dell'occupazione che ha mostrato un saldo negativo dell'8,3%. Scendendo nel dettaglio si è rilevato che l'industria della chimica - gomma ha registrato una variazione tendenziale media della produzione del +11,3%, quella della carta - editoria del +8,8% mentre per l'industria della lavorazione dei minerali non metalliferi si è registrata una leggera flessione (-0,5%). Il settore edile non ha mostrato nei primi mesi dell'anno dei segnali di inversione del ciclo negativo attraversato, registrando un assestamento dell'attività sui bassi livelli raggiunti nei trimestri precedenti.
La fase espansiva del ciclo economico attraversata dalle imprese del campione nell'ultimo anno si è ulteriormente rafforzata nel II trimestre 1998.
Le dinamiche settoriali hanno confermato le indicazioni emerse nei primi mesi dell'anno con tendenze differenziate e poco uniformi dei singoli comparti. Nel II trimestre è continuata la tendenza negativa delle imprese del sistema moda con una flessione nell'attività produttiva del 1,4%. Segnali positivi sono derivati dagli indicatori della domanda rappresentati dal fatturato e dai nuovi ordini, anche se si è rilevata una stagnazione nella domanda proveniente dai mercati internazionali. Il settore metalmeccanico ha proseguito la tendenza espansiva rilevata negli ultimi trimestri con una crescita del 10,5% per la produzione e del 13,3% per il fatturato. L'insieme degli altri settori (estrattivo, chimico, alimentare, legno, carta - stampa, gomma e lavorazione dei minerali non metalliferi) ha fatto registrare complessivamente un andamento in linea con il settore metalmeccanico, anche se a livello di singoli comparti; ad una dinamica positiva della chimica e della gomma, si è contrapposto un andamento negativo del legno e della lavorazione dei minerali non metalliferi.
Le indicazioni che emergono dall'analisi dei dati per dimensioni aziendali, hanno mostrato tassi di crescita dell'attività produttiva più sostenuti nelle aziende con oltre 100 addetti anche se queste hanno mostrato una maggiore difficoltà sul fronte della domanda in particolare quella estera. Anche per le aziende con meno di 100 addetti si è registrato un andamento positivo della produzione con una performance migliore per gli ordini esteri rispetto a quelli interni.
I consumi di energia elettrica per usi non domestici (esclusa
l'illuminazione pubblica) sono risultati in aumento nel 1997 (+3,5%) rispetto
al 1996; tale dato ha fornito un possibile segnale positivo sull'andamento
dell'attività produttiva nel Comune di Firenze.
Firenze (migliaia di KWh)
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Illuminazione pubblica |
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Usi domestici |
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Usi in locali e luoghi diversi dalle abitazioni |
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Totale |
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Fonte: Enel, Direzione Distribuzione Toscana
Anche l'andamento dei consumi di gas nel territorio comunale (tabella 13) ha confermato tale tendenza. Sono risultati in calo i consumi per usi civili, riscaldamento e uso domestico, (-3,0%) probabilmente a causa di un inverno piuttosto mite mentre sono risultati in aumento i consumi che rientrano nella voce "deroghe" (+3,5%).
Tab. 13 Consumi di gas nel Comune di Firenze (in metri cubi)
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Domestico (cottura e/o acqua calda) |
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Riscaldamento individuale |
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Riscaldamento centralizzato |
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Altri usi |
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TOTALE USI CIVILI |
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Deroghe |
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TOTALE CONSUMI |
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Fonte: Fiorentinagas
L’andamento dei prezzi a Firenze si è confermato contenuto anche se l'inflazione tendenziale nel mese di agosto (+2,3% rispetto al corrispondente mese del '97) è risultata superiore al tasso nazionale (+1,9%). L'incremento maggiore dei prezzi si è avuto negli articoli per la casa (+4,3%) mentre si è registrato un unico calo dei prezzi (-0,5%) nel settore dell'istruzione.
L'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di impiegati ed operai è risultato nel mese di giugno del '98 pari a 107,6 (base 1995=100) con una variazione congiunturale del +0,1% rispetto al mese di maggio ed una variazione tendenziale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente del +1,8%.
Una componente importante dell'economia fiorentina è data dal flusso turistico. I dati del 1997 relativi al movimento dei turisti sia italiani che stranieri presso le strutture alberghiere ed extra - alberghiere presenti nel Comune di Firenze hanno indicato che, rispetto al 1996, si è avuta una lieve flessione complessiva degli arrivi (-0,1%) ed un aumento delle presenze (+0,5%). Nel 1997 l'andamento piuttosto positivo della componente italiana (+1,1% negli arrivi e +4,9% nelle presenze) è riuscito a compensare in parte il calo fatto registrare dalla componente estera (-0,6% negli arrivi e -1,2% nelle presenze). Anche questo risultato negativo della componente estera è stato spiegato dal parziale recupero della lira nei confronti delle principali monete e, quindi, da una minore convenienza per i turisti stranieri a trascorrere le vacanze in Italia rispetto agli anni precedenti.
I dati sui flussi turistici nel I trimestre 1998 hanno indicato un aumento complessivo rispetto allo stesso periodo del '97 (+1,3%). A conferma del buon andamento fatto registrare lo scorso anno dalla componente italiana in questo primo trimestre del '98 si è registrato un deciso aumento sia degli arrivi (+5,8%) che delle presenze (+11,4%). I turisti stranieri sono risultati ancora in flessione (-3,2% negli arrivi e -4,6% nelle presenze). La permanenza media nel primo trimestre di quest'anno è risultata pari a 2,5; un valore uguale a quello fatto registrare per l'intero '97. Questo dato se confrontato con la media nazionale, che risultava pari al 4,2, sembra confermare l'instaurarsi a Firenze del fenomeno del turismo "mordi e fuggi", in particolare per quanto concerne la componente straniera (2,4 giorni contro i 4 della media nazionale).
Tab. 14 Flussi turistici nel Comune di Firenze nel
I trimestre 1998
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Fonte: Provincia di Firenze
Un dato piuttosto rilevante, risultato correlato ai flussi turistici, è quello delle presenze nei musei statali e comunali fiorentini. Nel periodo gennaio - luglio 1998 si è registrato un aumento del numero dei visitatori nei musei fiorentini statali di 105.295 unità con una variazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno di +4,7%.
Il museo più visitato tra quelli statali è sempre la Galleria degli Uffizi che in questi primi mesi dell'anno ha registrato un aumento di 7.890 visitatori rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+12,2%). Un discreto successo si è registrato per il Museo degli Argenti con un incremento (+28,0%). Buono l'andamento della Galleria Palatina (+6,7%) e della Galleria dell'Accademia (+4,2%). In calo le presenze nei rimanenti musei statali.
Tab. 15 Presenze nei musei statali e comunali fiorentini (gennaio-luglio)
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Fonte: Comune di Firenze
Tab. 16 Presenze nei musei statali fiorentini (gennaio-luglio)
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Fonte: Soprintendenza ai beni artistici e storici di Firenze
Alcune considerazioni prospettiche
Secondo l'analisi svolta dall'Associazione Industriali sull'evoluzione delle imprese della Provincia di Firenze nel II trimestre 1998, le previsioni per il III trimestre, pur mantenendosi positive, mostrano un deterioramento del clima di fiducia. Le aspettative degli imprenditori potrebbero essere state influenzate dalla crisi dei mercati asiatici che ha destato particolari preoccupazioni per le ripercussioni pesanti che ci si attendono sulle esportazioni, le quali, nei primi mesi dell'anno, risultavano in rapida espansione.
Per quanto riguarda l'attività produttiva le previsioni per il III trimestre non fanno intravedere possibilità di recupero per le imprese del sistema moda almeno nel breve periodo.
Gli imprenditori del settore metalmeccanico prevedono un ulteriore rafforzamento della ripresa nel corso dei mesi estivi, anche se si mostrano più cauti sul fronte degli ordini esteri.
Le aspettative per il III trimestre del '98 per il settore edile sembrano leggermente migliori per l'andamento dell'attività, del fatturato e dei nuovi ordini. Solo per gli occupati le previsioni si mantengono ancora negative. Sono attesi come fattori di stimolo per la ripresa dell'edilizia il rilancio delle grandi opere pubbliche, gli interventi collegati al progetto Alta Velocità, i lavori in occasione del Giubileo e le agevolazioni fiscali per le operazioni di manutenzione straordinaria e di ristrutturazione della casa.
Le prospettive indicate dall' IRPET, nel ciclo di seminari sull'economia fiorentina promosso dal Laboratorio per il dialogo sociale, dicono che lo scenario futuro sarà legato al processo di unificazione europea, dal quale deriveranno conseguenze rilevanti per l'economia locale.
Il clima di certezza determinato dalla stabilità dei prezzi, dall'abbassamento del costo del denaro, dall'introduzione dell'EURO dovrebbe spingere in alto gli investimenti ed i consumi favorendo la crescita degli interscambi.
La ripresa degli investimenti rappresenta una condizione necessaria per consentire all'economia di crescere a ritmo sostenuto e di permettere l'utilizzo delle risorse non pienamente utilizzate.
Dal momento che lo sviluppo della città metropolitana costituirebbe un fattore di traino per i diversi settori del sistema produttivo toscano, è importante ricordare tre aspetti fondamentali dell'area fiorentina:
Considerando il ruolo chiave del turismo per lo sviluppo dell'economia fiorentina è importante cercare di prevedere il possibile andamento futuro dei flussi turistici soprattutto in considerazione delle ripercussioni che si attendono dal Giubileo.
Tab. 17 Previsioni sui flussi turistici nel Comune di Firenze
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Fonte: Comune di Firenze
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