Riparte il 29 settembre il ciclo d’appuntamenti letterari di “Leggere per non dimenticare” con la presentazione dell’opera postuma del critico fiorentino Luigi Baldacci.
Quaranta libri per indagare i misteri della distanza fra gli uomini e le idee.
Ogni anno “Leggere
per non dimenticare” sorprende per la capacità della sua organizzatrice, Anna
Benedetti, di individuare, tra le
innumerevoli sollecitazioni, il filo conduttore della lunga serie di incontri
giunta, in crescendo alla nona edizione.
Questa volta il tema
è la distanza, che letteralmente vuol dire “spazio tra due luoghi, due cose o
due persone, intervallo di tempo tra due eventi”. Eppure quanti altri
significati può avere questa parola. Oltre alla distanza fisica, ormai
annullata, c’è la distanza storica, quella tra le fedi, la distanza di genere e
fra le generazioni, fra la politica e l’etica e fra la legge e la giustizia,
come ammonisce il filosofo Kant. C’è l’abisso che separa i paesi del benessere
dal mondo della disperazione e, di questi tempi, la distanza tra la parola e il
suo senso. Ebbene proprio con la forza della Parola, “Leggere per non
dimenticare” aiuta a capire le distanze, per annullarle.
Non è un caso che il
ciclo si apra con Ottocento come noi, l’ultimo libro del critico letterario
fiorentino Luigi Baldacci, scomparso all’improvviso un anno fa. L’incontro non
è solo il doveroso omaggio a uno dei più grandi critici del Novecento, è anche
il modo di “con-essere” con Lui oltre la morte. Un percorso laico, quello di
“Leggere”, che continua con la Storia
dell’astronomia dalle origini al Duemila in cui Margherita Hack, due secoli
dopo, riprende il discorso laddove l’ha lasciato Giacomo Leopardi, autore di
quell’Infinito che da allora ci accompagna. Così la distanza viene coperta
dalla curiosità, che dalle passioni umane sale su, fino a indagare i cieli e
l’Universo. La distanza tra la Parola e il suo senso porta il poeta Mario Luzi
a condensare la sua angoscia nei versi civili di Buio sangue e nelle riflessioni di Le nuove paure. E su quante
distanze induce a riflettere la filosofia, come Sergio Givone nella Storia del Nulla, o Umberto Galimberti
che segna la distanza tra i vizi capitali e i “nuovi vizi” espressione di una
società vuota e spocchiosa dove l’unica fede è riposta nel mercato e nel
consumismo “che lo fa girare”. C’è la distanza tra a fede laica, espressa da
Salvatore Natoli nel Cristianesimo di un
non credente, e la fede religiosa che Bruno Forte condensa ne L’essenza del cristianesimo e ne La guerra e l’assenza di Dio, libri
messi sapientemente a confronto in due serate di fila. E che dire della
distanza segnata dallo scorrere del tempo delle cose, della vita, dell’anima,
di cui scrive Edoardo Boncinelli.
In tempo di caccia
c’è anche la distanza abissale che separa le creature viventi del pianeta
dall’uomo, unico essere vivente che prova piacere a uccidere. I titoli e gli
autori si susseguono nell’arcipelago dei significati assunti dal tema. Si
parlerà della distanza tra la solitudine e il bisogno di affetto; tra la
memoria, personale e collettiva, e un presente che ha smarrito il senso della
lentezza, la voglia di indugiare, di parlare, di fermarsi, magari per leggere
un libro. “L’oggetto libro” che, scrive l’assessore alla cultura di Firenze
Simone Siliani, aiuta a trovare “il varco del passaggio stretto della memoria,
attraverso il quale ridurre la distanza con noi stessi, riallacciando il filo
con col tempo presente”.
Ecco allora il
valore di una iniziativa che coinvolge la scuola, il luogo dove attraverso il
libro si dovrebbe insegnare a leggere per non dimenticare.
Otto mesi di incontri con autori, attori e musica live.
Oltre quaranta
incontri distribuiti in otto mesi, molte novità volte a contestualizzare sempre
più la scrittura all’interno delle altre atri, una rassegna che lotta
felicemente nella scelta tra i molti autori che chiedono di parteciparvi:
parliamo di “Leggere per non dimenticare”, il ciclo d’incontri letterari
promosso dall’Assessorato alla cultura del Comune di Firenze organizzato da
Anna Benedetti. Ciclo sempre più compatto e articolato, più forte, più seguito
da una città che dimostra di essere sensibile ad un modo intelligente di fare
cultura.
La novità dell’anno è senza dubbio la nuova formula di presentazione, che va oltre alla presenza dell’autore – comunque garantita -, comprendendo talvolta voci recitanti, mostre documentarie, accompagnamento musicale eseguito dal vivo. Come nel caso della scelta di poesie civili di Mario Luzi Buio sangue e l’omaggio a Federigo Tozzi Nel paese di mio padre (rispettivamente il 27/10 e il 7/4 al Saloncino della Pergola) che si avvarranno della voce recitante dell’attrice Maria Cassi. Oltre alla presenza straordinaria dell’attrice Lucia Poli, in occasione della presentazione di due volumi (il 16/2) su Gostanza da Libbiano (di cui la Poli è stata un apprezzato volto cinematografico). Si confermano poi gli appuntamenti con Controradio, organizzati in luoghi atipici ma pregnanti all’interno della città: per il primo (il 21/10) con Francesco Piccolo e il suo Allegro occidentale, ci si troverà – se possibile – sul sagrato della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Tornando al cartellone, impossibile da sviscerare nella sua prepotente interezza, ci limitiamo ad alcune segnalazioni: la curiosa iniziativa Storia dell’astronomia dalle origini al Duemila e oltre, firmato a quattro mani da Giacomo Leopardi e Margherita Hack (29/10), L’etologia caso per caso di Danilo Mainardi (19/11), E’ Oriente del giornalista-viaggiatore Paolo Rumiz (21/1) i quattro appuntamenti sul rapporto tra cristianesimo e nichilismo, con Sergio Givone, Gianni Vattimo, Bruno Forte e Salvatore Natoli. (V.Gr.)
“Leggere per non dimenticare”, il mercoledì alle 17.30 dall’8/10 al 19/5, biblioteca comunale centrale via Sant’Egidio, informazioni allo 0552615512 oppure www.leggerepernondimenitcare.it.