Il 13 ottobre
prenderà il via la nuova edizione dell’iniziativa di Anna benedetti alla
Biblioteca di via sant’Egidio.
Leggere per non dimenticare dieci anni di successo
E’ il tema più
tipico, ed evidente 8ma a volte anche nascosto, e inconsapevole, e perciò
ancora più insidioso e temibile), dei nostri tempi, forse di tutti i tempi e ,
prima o poi, del tempo di ogni individuo. Lo è anzi della vita, che è movimento
incessante, cammino fra paesaggi che cambiano. Un’inquietudine, un sentirsi
altrove, rispetto a un luogo in cui si credeva, sperava, o anche detestava,
trovarsi, e però fonte di identità cui si resta legati, in qualche modo, anche
quando ci e ne allontana, per scoprire altri mondi. Unheimlich, in tedesco, dove heim
indica qualcosa di familiare, domestico, intimo, fidato, il luogo delle regole
note e stabili. E la negazione (un-)
il suo opposto, ma non necessariamente negativo, perché il familiare e intimo
può anche essere oscuro e paralizzante, mentre il primo passo fuori da sé, per
quanto lacerante, apre ad ogni orizzonte. Sapesamento, si traduce, con qualche
approssimazione, in italiano, che è il tema alto e ambizioso della prossima
stagione di Leggere per non dimenticare
(dal 13 ottobre, ogni mercoledì alle 17.30, fino al 18 maggio 2005, alla
Biblioteca comunale di via sant’Egidio 21), rassegna di incontri con i libri e
soprattutto con i loro autori amorevolmente curata da dieci anni da Anna
Benedetti con il contributo dell’Assessorato alla cultura di Palazzo Vecchio.
Dieci anni di scelte così, difficili, provocatorie, con temi non da grande
pubblico, ma che fanno ormai stabilmente tutto esaurito, con un vasto zoccolo
di affezionati, masse di giovani e di studenti ad affollare perfino le sale
attigue alla Biblioteca di via sant’Egidio – 18mila persone durante la scorsa
edizione, con una media di 400 ad incontro. E Leggere per è oggi
un’iniziativa unica in Italia, punti di riferimento dell’editoria nazionale,
pericolosamente corteggiata da altre città. Il segreto del successo, come da
anni racconta Anna Benedetti, è il punto di partenza: cioè lei stessa, il suo
bisogno di realizzare non una rassegna di proposte editoriale che ammiccano
freddamente al mercato, ma di rispondere ai suoi interrogativi, quelli che
nascono dall’esperienza viva delle cose. La solitudine, la distanza, il
confine, sono stati i titoli delle ultime rassegne di Leggere per. Oggi, lo
spaesamento, colto negli ambiti più diversi – le ideologie, la politica, la
comunicazione, la società la scienza, il clima, la scuola, la famiglia,
l’ambiente, l’emigrazione.
Temi complessi, parole chiave dei nostri tempi. Con quali
criteri le sceglie?
“Di solito, parto da
una mia condizione reale, questa volta davvero da un senso di spaesamento,
legato a vicende mie, della mia vita, ma anche dal mondo, e non c’è bisogno di
dire quali. Una condizione con cui ho avvertito la profonda sintonia di tanti
libri che ho letto, e che ho deciso di proporre per quest’anno, sicura che si
intendesse a cosa mi riferivo. E da tempo ho capito che niente è più
universale, e capace di parlare a tutti di un’esperienza personale autentica”.
Lei insomma “tematizza” lo spirito dei tempi, quel qualcosa che è nell’aria di cui lei stessa ha esperienza per prima. E’ questa la chiave del suo successo?
“Credo di sì, e come
si vede si tratta ogni volta di temi aperti, positivi e negativi. Lo
spaesamento, in questo caso, è pieno di potenzialità, cognitive, morali,
costruttive e anche distruttive certo, in ogni caso, da sperimentare. Dentro, è
contenuta ogni possibilità, di riscatto come di condanna, di salvezza come di
disperazione”.
Allora non è vero che in epoca di incertezze, il pubblico chiede certezze. Sembra piuttosto accettare di riflettere.
“E’ questa la mia
scommessa, far entrare senza paura dentro temi aperti, perché si impari ad
accettare che si possono anche non chiudere, e che spesso l’unica cosa da fare
è accettare l’ambivalenza, e farne un’occasione permanente di ricerca. E’
questa del resto la caratteristica della modernità. E tutto ciò che accade nel
mondo, dalle guerre, alle insidie alla sicurezza quotidiana provocate dal
terrorismo, alla fame che continua a uccidere milioni di persone nonostante i
progressi della tecnica, non fa che
confermare la necessità di uscire dai propri schemi, accettare lo spaesamento
come premessa per una percezione adeguata alle situazioni nuove”.
Il filo rosso che lega fra loro quasi tutti i 43 incontri di quest’anno, sorta di “riflesso sintomatico” dello spaesamento, è il linguaggio. Se ne occuperanno, da punti di vista diversi, testi di Vecchioni, Bartezzaghi, Sanguineti, Rella Natoli, Beccaria, Faloppa, Levi della Torre, in modo specifico, ma quasi tutti ruotano intorno alla questione della versatilità della parola in relazione all’esperienza.
“Sì, si tratterà di
verificare se l’attuale percezione del mondo possa ancora essere descritta con
le parole ereditate dalla tradizione, o se invece non ne vadano inventate di
nuove, o se vadano solo ripensate, mettendone in luce zone d’ombra inespresse.
Le parole dunque sono anch’esse un ambito di ricerca continuo, che ci può
aiutare moltissimo a chiarire i nuovi significati di cui andiamo in ricerca”.
LO SPAESAMENTO, e il
linguaggio che cerca di raccontarlo, sono i due temi che accomunano quasi tutti
i libri presentati quest’anno da Leggere per non dimenticare, pure diversissimi
tra loro. Dal Libraio di Selinunte di
Roberto Vecchioni (che apre, il 13 ottobre) parabola sulla scomparsa delle
parole, alla Guerra di Piero di
Sergio Staino, dichiarato smarrimento del linguaggio della satira davanti alla
guerra, attraverso le ricerche linguistiche di Stefano Bartezzaghi, ecco Walter
Veltroni sul rapporto padre figlio, e Giulio Giorello con le figure del mito, e
quindi la famiglia disgregata di Rosetta Loy, e la Vita di Noè tradotta da Erri De Luca. Quindi, Paola Mastrocola che
racconta lo spaesamento nella scuola, e poi Alberto Asor Rosa e Edorado
Boncinelli, Sergio Givone e Paul Ginsborg, Luciano Canfora e Nico Orengo, Maria
Pace Ottieri e Laura Pariani, Salvatore Natoli e Arnaldo Ballerini, Francesco
Cataluccio e Paolo Rossi, Antonio Cianciullo e Francesco Erbani, solo per
citare alcuni degli autori più noti in calendario. Molti appuntamenti saranno
accompagnati anche da spettacoli, musiche, recitazioni, video, mostre
fotografiche. Continua anche quest’anno, inoltre, l’iniziativa “Uno scrittore
adottato dalle scuole”, per avvicinare i ragazzi ai libri, e la collaborazione
con Controradio.