Anna Benedetti e il suo affollato ciclo di incontri con gli autori

 

QUEI MERCOLEDI’ FIORENTINI

Susanna Nirenstein

 

La società di massa ha una percezione della cultura e dei suoi "eroi" completamente diversa rispetto al passato. E se ormai ci siamo abituati alle torme di turisti in piena nelle città d'arte, solo negli ultimi anni è nato un nuovo fenomeno, quello che vede un popolo di scarsi lettori come gli italiani affollare ogni occasione in cui l'autore di un libro si presenti in pubblico. Ce

lo raccontano i successi del Festivaletteratura di Mantova, di Fondamenta a Venezia, Chiaroscuro a Asti, il Festival delle Letterature a Roma…  Il fatto non riguarda solo le grandi kermesse. Spostiamoci a Firenze. Da nove anni la città ospita un appuntamento settimanale che riempie ogni volta la vecchia biblioteca comunale di Sant'Egidio, 200 posti più i 50 allestiti nella sala accanto fornita di maxischermo: mercoledì dopo mercoledì, e volte si doppia anche il lunedì o il giovedì, gli scrittori all'interno di "Leggere per non dimenticare" discutono i loro libri con ragazzi e signori curiosi di vederli, ascoltarli, porgli domande. Non è l'unica occasione per osservarli dal vivo, ma è la più costante e affollata.  Ora, (dall'8 ottobre, con Raffaele La Capria, al 19 maggio 2004 con Franco Moretti - ma il 29 settembre c'è stato un incontro straordinario dedicato al ricordo di Luigi Baldacci) sta per iniziare il nuovo ciclo di presentazioni. Come sempre, c'è un tema portante: quest'anno si tratta della "distanza", mentre in altre stagioni erano state la solitudine, la nostalgia, la lontananza. Temi che non vogliono

essere trattati in modo accademico e esclusivamente letterario, - dice Anna Benedetti, a cui si deve l'idea e l'organizzazione del tutto - ma sociale, personale, secondo quei moduli che si possono sviluppare in un dialogo tra autore e pubblico. Anna Benedetti ha avuto successo, nonostante agli scrittori il Comune offra solo il viaggio e l'ospitalità, e, per ora, non accetti sponsorizzazioni di sorta. Come ha iniziato? «Dopo 25 anni di lavoro all'Accademia della Crusca, volevo organizzare qualcosa che facesse uscire scrittura e linguaggio dal lavoro specialistico. Nel passato avevo dato una mano ai "venerdì letterari" tenuti a Torino dalle sorelle Antonetto, incontri che poi andavano in tournée a Milano, Firenze, Roma, Bari. Così scrissi al sindaco per realizzare un'iniziativa di promozione della lettura che comprendesse ogni forma letteraria - romanzi, saggi, poesia - e ne facesse materia di discussione aperta». Passò un po' di tempo prima che la proposta fosse accolta. «Partimmo con trenta incontri annuali, oggi siamo a

quarantasette». All'inizio c'era soprattutto un pubblico adulto, «adesso abbiamo molti ragazzi, giovani che sono stati coinvolti anche con quella formula "adotta uno scrittore" che proponiamo alle scuole: alcune classi, in vari istituti, scelgono uno o più libri su cui studiano, riflettono, girano filmati, magari scrivono testi paralleli o disegnano. Ricordo l'entusiasmo, le tavole, i racconti realizzati intorno a L'allodola e il cinghiale di Nico Orengo. Quest'anno in molti hanno scelto I miti di Maurizio Bettini». Anna Benedetti nel suo lavoro procede così: sceglie il tema, che desidera abbia una valenza "sociale", si mette a leggere di tutto sull'argomento, come ha fatto quest'anno, racconta, a partire da Aristotele. Una volta convinta, stende un programma di massima, poi chiama le case editrici per avere indirizzi e telefoni degli autori. Quest' anno, "distanza" vorrà dire Maria Pace Ottieri, Erri De Luca, Marco Lodoli, Francesco Piccolo, Paolo Rumiz, Alberto Cairo, Sergio Givone, Francesca Cernia Slovin, Irene Bignardi, Danilo Mainardi e molti altri ancora. E il "Festival", formato biblioteca, si ripeterà.