Rassegna Stampa “Leggere per non dimenticare”
LA REPUBBLICA
Mercoledì 24 settembre 2003
45 incontri con grandi scrittori italiani – da Raffaele La Capria ad Erri De Luca – e un tema conduttore: la distanza, in senso geografico ma anche umano. E’ l’edizione 2003-2004 di “Leggere per non dimenticare”, il ciclo di incontri a cura di Anna Benedetti che prende il via il 29 settembre con un omaggio a Luigi Baldacci. Novità: alcuni eventi saranno accompagnati da letture teatralizzate e musica.
Quarantacinque incontri con roamnzieri, saggisti, poeti e
scienziati alla rassegna curata da Anna Benedetti
SE LA DISTANZA DIVENTA SCRITTURA
Letture e musiche a “Leggere per non dimenticare”
di Beatrice Manetti
LA DISTANZA unisce.
Accomuna l’astronomo che scruta le stelle e il poeta di fronte all’infinito, il
filosofo sulla soglia delle domande ultime e il clandestino aggrappato al bordo
di una barca e a un filo di speranza. Candisce i passi verso Oriente del
viaggiatore Polo Rumiz e l’oscura fatica quotidiana del professore Marco
Lodoli, riempie l’occhio di scienziata di Margherita Hack e l’orecchio da
cantastorie tragico di Erri De Luca. Inafferrabile e prepotente in un’epoca che
ha abolito la lontananza geografica per moltiplicare le sordità culturali, la
distanza è il filo che unisce i quarantacinque incontri di “Leggere per non
dimenticare”, il festival della letteratura lungo un anno organizzato
dall’assessorato alla Cultura del Comune nella Biblioteca Comunale di via S.
Egidio, e che Anna Benedetti ha costruito tassello per tassello per il nono
anno consecutivo, privilegiando il basso continuo della durata al fragore
isolato dell’evento. Trattandosi dio distanza, è partita da lontano: “Ho
passato l’estate a leggere. Da Aristotele a Diderot ai contemporanei, sempre
con quaranta gradi all’ombra: sono una sopravvissuta alle stragi del caldo. Ma
felice. Ho individuato il tema in tutti i libri che ho scelto, dalle storie da
Kabul di Alberto Cairo, alle riflessioni sulla trascendenza di Paolo Rossi,
senza che questo diventasse un contenitore arbitrario”. La formula funziona,
come testimoniano le 12 mila presenze dello scorso anno, quindi non si cambia.
Al limite si arricchisce. “In questa edizione – prosegue Benedetti –
sperimentiamo un modo diverso, più fresco e articolato, di avvicinarsi alla
lettura. Alcune presentazioni saranno accompagnate da letture sceniche e brani
musicali, come nel caso delle poesie civili di Mario Luzi o dei racconti di
Tozzi, da mostre fotografiche o dalla presentazione di filmati e materiali
documentari, come faremo per Danilo Mainardi, Elena Gianni Belotti, Franco
Cardini. L’intento non è spettacolizzare il libro ma fornire strumenti diversi
per analizzarlo in tutte le sue pieghe”. Tra le iniziative collaudate, invece,
riprendono anche quest’anno gli incontri serali con alcuni autori di “Leggere
per non dimenticare” organizzati da Controradio in luoghi non canonici. “Nel
primo – anticipa Raffaele Palumbo – vorremmo portare Francesco Piccolo a
parlare del suo libro, dove descrive i privilegi dell’Occidente come l’unico
vero confine tra gli esseri umani, davanti al sagrato del Duomo, con i
cittadini seduti sui famigerati gradini proibiti”.
Inaugurato
all’insegna del romanzo – lunedì prossimo, nel primo dei due appuntamenti
straordinari, Rosanna Bettarini, Enrico Ghidetti, Giuseppe Nicoletti e Giovanni
Raboni presentano l’ultimo libro di Luigi Baldacci, “Ottocento come noi”
licenziato dall’autore pochi mesi prima della sua morte improvvisa – il ciclo
si chiude il 19 maggio su corde singolarmente affini, con la presentazione del
monumentale “Il romanzo” einaudiano curato da Franco Moretti. Eppure, nel
programma di quest’anno, la narrativa sembra
più defilata rispetto alla filosofia, alla teologia e alla scienza. Anna
Benedetti sa bene perché: “Ho letto moltissimo sul tema della distanza e le
cose più utili, più pertinenti e più belle le ho trovate nei saggi. Certo, mi
sono anche divertita a tuffarmi ogni tanto nella pura gioia di un racconto
breve, ma sempre riappariva quel filo saggistico che alla fine è risultato
preponderante. Del resto, come diceva una donna famosa dopo una creta età ci si
può permettere di fare scelte importanti”.