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Ai
confini del corpo:
Spingersi ai confini dell’esperienza del corpo -amore, sofferenza,
vecchiaia, morte – attraverso la letteratura, la filosofia, le arti
figurative, eventi etico-politici e personali, frammenti di racconto. Un
testo come un viaggio erratico, unica via forse per valicare ciò che
Heidegger ha definito “la cosa più difficile”. Alla fine del percorso
il libro trova la sua sintesi in una nuova proposta di scrittura critica,
una scrittura capace di mostrare la densità di quel che indaga ma anche
l’emozione del soggetto davanti al mistero, al tripudio, allo smarrimento,
all’irrevocabile e feroce presenza del corpo. “Nel
saggio audace e innovativo, che si legge come un romanzo, l’autore va alla
ricerca di unitarietà tra corpo e ragione, tra fisico e spirito. La insegue
nella filosofia, nell’arte, nella letteratura del nostro tempo, per
giungere alla conclusione che in quest’epoca che tanto lo scandaglia, che
tanto lo espone e lo propone, il corpo rimane vittima di universale
rimozione.” (Lidia Lombardi, Il Tempo 8.2.2000). “Nelle
pieghe del corpo il filosofo ricerca le tracce dei confini indicibili,
invisibili, inesperibili, misteri che il corpo sembra gelosamente custodire
come una tomba: l’anima, la vecchiaia, la morte, esplorando le
interrogazioni di cui letteratura e poesia sono state ambasciatrici nei
confronti del corpo.” (Barbara Caputo, Diario 8.3.2000). Figure
del male: nel cuore
della civiltà occidentale abita la tenebra di Auschwitz e, più
recentemente, l’orrore delle Twin towers e dei bombardamenti
sull’Afghanistan. Ma oscuri lembi di male percorrono le nostre esistenze,
altrettanto inafferabili, altrettanto ingiustificabili, tanto che si è
detto che il Male è, per definizione, l’incomprensibile. Questo libro
cerca di coglierne almeno le tracce attraverso le varie figure che esso
assume, dalla malvagità alla sofferenza: a tutto ciò che possiamo definire
“il male di vivere”. E’ così che ci troviamo a percorrere sentieri
che attraversano l’etica, la filosofia, l’arte, la letteratura fino al
punto in cui viene messo in questione anche il discorso che ne parla. “E’
un libro coinvolgente, questo di Franco Rella, condotto su diversi registri
stilistici: saggio, narrazione, poesia, autobiografia, commento. E’ uno
scritto in cui molti destini si intrecciano e molte voci si intessono a
formare una trama” (Francesca Rigotti, Il Sole24 Ore
24.2.2002) |