|
||
Di parole ne sono morte a centinaia, in Europa, nel nostro secolo. Con la fine della civiltà contadina si sono estinti interi settori di quel vocabolario popolare che ha dato i nomi, nel corso del tempo, a piante, fiori, animali, fenomeni atmosferici, oggetti quotidiani. Gian Luigi Beccaria ha ricostruito i tratti di questo mosaico perduto riannodando trame dimenticate ma a lungo radicate nel sottofondo della nostra cultura, parole ancora vive o malvive qualche generazione fa e poi di colpo sommerse. E’ il sacro il tema portante che unisce e raccorda i segmenti compositi del variegato intreccio linguistico: dietro alle parole si intravedono le corrispondenze tra il nome e un soprannaturale incombente, una magia sottostante, il “mondo di sopra” e il “mondo di sotto”, positivo e negativo, ordine e disordine, paradiso e inferno. Attraverso i nomi del mondo affiorano miti, favole, riti e leggende, si muovono demoni, folletti e creature fantastiche. Superstizioni e credenze secolari hanno fatto sedimentare un repertorio ricchissimo di parole-spie, “fossili” che testimoniano le esperienze dei nostri antenati e che risuonano tuttavia vivaci nella contemporaneità, continuando a dare un senso a quel che ci circonda. “Dotato
di grande capacità divulgativa, malgrado l’argomento, talvolta
complesso, delle sue ricerche, Beccaria ha realizzato anche questa volta
un testo storico, documentatissimo e approfondito, ma che risulta essere
anche una lettura divertente, affascinante, mai noiosa. E’ un viaggio
fra i nomi perduti nel tempo, un libro ricco di curiosità, una fonte di
informazioni e di conoscenze che apre una breccia sul passato (…) I
nomi del mondo è una inesauribile fonte di “parole perdute”, di
termini che vanno spegnendosi con la scomparsa della civiltà contadina,
di altri che si sono trasformati, evoluti, lasciandosi dietro le spalle
una strada interessante. Un repertorio da conservare come un dizionario
etimologico, per riappropriarsi del “potere” delle parole. (Grazia
Casagrande e Giulia Mozzato, 8 settembre 2000). Gian
Luigi Beccaria
insegna Storia della lingua italiana all’Università di Torino. E’
autore di L’autonomia del
significante. Figure del ritmo e della sintassi. Dante, Pascoli,
d’Annunzio (Einaudi, 1975), Italiano
(Garzanti, 1988), Le forme della
lontananza (ivi, 1989), Sicuterat.
Il latino di chi non lo sa: Bibbia e liturgia nell’italiano e nei
dialetti (ivi, 1999). |
||