Leggere per non dimenticare - Anna Benedetti

 

10 ottobre 2001 ore 17.30

Biblioteca Comunale Centrale – via S. Egidio, 21 Firenze



PAOLO BARILE

Tra Costituzione e riforme. Scritti e interviste a cura di
Renzo
Cassigoli (Passigli, 2001).

 

Introducono: Leopoldo Elia, Luciano Violante, Roberto Zaccaria
Coordina: Pietro Jozzelli


Emerge da queste pagine la figura del giurista e del costituzionalista, ultimo della generazione di grandi personaggi che, attraversando il confine fra oppressione e libertà, hanno segnato la coscienza sociale e civile dell’Italia.


Uomo di profonda e vasta cultura, giurista finissimo, Paolo Barile (1917-2000) è stato un grande protagonista della storia italiana dei nostri anni. Ministro del cosiddetto governo di professori presieduto dall’attuale Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, Barile non ha mai disgiunto la partecipazione attiva alla vita del Paese dal suo magistero, esercitato per vari anni con l’insegnamento nelle Università di Siena e Firenze e con la pubblicazione di importanti studi, a cominciare dalla sua prima opera nel 1945, della quale il suo maestro Piero Calamandrei ebbe a dire presentandola: “Egli considera il diritto una cosa seria: e l’ha dimostrato, prima che nello scrivere queste pagine, nel resistere, con virile fermezza, alle persecuzioni, alla prigionia, alla tortura”.

E in effetti quello che colpisce in primo luogo nella figura di Barile è proprio questo suo senso vivo del diritto e della Costituzione, come risulta anche dalla serie di articoli ed interviste raccolti in questo libro, con grande partecipazione, da Renzo Cassigoli, il quale più volte aveva avuto modo di incontrarlo e di intervistarlo. In queste pagine vediamo Barile seguire ed intervenire con la consueta finezza – ma anche con il rigore  intellettuale del giurista che non può tollerare il chiacchiericcio gratuito intorno ai principi fondamentali della nostra convivenza civile - l’infuocato dibattito sui temi oggi più che mai di stringente attualità: dalla riforma costituzionale alla legge elettorale, dal conflitto di interessi  alla comunicazione televisiva, dalla giustizia alla scuola.

L’impegno civile era un presupposto ineliminabile del suo essere giurista … Al di là dei fondamentali contributi teorici che l’hanno visto tra i protagonisti indiscussi della scienza costituzionalista del secondo Novecento, la sua capacità di accompagnare e anticipare gli eventi della nostra società con il lucido giudizio e la prospettiva lungimiranza del giurista, danno conto del ruolo insostituibile che la sua figura ha assunto nell’Italia della fase costituente e nello sviluppo storico della nostra ultra cinquantenne Repubblica. Intere generazioni sia di giuristi che di cittadini hanno trovato nei suoi contributi scientifici, nel suo diffusissimo manuale, nelle sue valutazioni “a caldo” sulla stampa quotidiana, i punti di riferimento per uno sviluppo coerente dei valori costituzionali e la crescita continua delle istanze di libertà: il punto di riferimento che il giurista è chiamato a dare nella società di cui è parte. (Dall’introduzione di Stefano Grassi).