Leggere per non dimenticare - Anna Benedetti

Cos'è che l'ha spinta a ricordare e a raccogliere per iscritto i suoi pensieri e le sue esperienze dell'anno scolastico 1985/1986?
In quel periodo la mattina insegnavo e nel pomeriggio lavoravo in Redazione al manifesto. Un redattore mi chiese di fare una rubrica sulla scuola. Io scrivevo articoli di carattere sindacale e mi sembrò un'idea interessante parlare di scuola. Mi interessava molto la narrativa che scriveva di scuola. Di come è cambiata la scuola. La prima puntata venne sotto forma di racconto. Il titolo era Ex cattedra

Qual è il motivo del suo pessimismo e della forte ironia ricorrente in tutta la sua opera? Si è ispirato a qualche autore in particolare.
Mi erano piaciuti molto "Cronache scolastiche" di Sciascia, "La scuola si diverte" Di Virgilio Budini (del '77 Feltrinelli), "La scala di Giocca" di Paolo Teobaldi oppure le vicende raccontate nei romanzi degli anni settanta di Gianni celati come in "La banda dei sospiri". Pessimismo perché scrivevo a metà degli anni Ottanta, cominciavo a invecchiare e venivo dalle speranze degli anni '70. Un pessimismo che è andato crescendo nel corso degli anni.

Immaginiamo un «tavolo» per una nuova riforma, della scuola. Chi facciamo sedere e chi teniamo fuori dalla porta?

Farei sedere quegli insegnanti che, comprovatamente, hanno tenuto e tengono in piedi la baracca nel disinteresse generale, malgrado lo stipendio da fame, con passione, competenza disciplinare, immaginazione e disponibilità. Non sono moltissimi, ma se la scuola media non è andata del tutto a pezzi è merito loro. Fuori invece terrei tutti quelli che truccano le carte e vogliono inseguire standard europei con una scuola facile, di intrattenimento. E tutti quelli che ti prendono per pazzo quando chiedi una scuola che dia a tutti, senza perdersi nessuno per strada, una istruzione di qualità.

 

La cosa peggiore che è stata fatta in questi anni.

Non realizzare una mobilitazione sociale permanente intorno ai problemi della scuola pubblica.

   

La cosa migliore.

E' difficile trovarne. Abolire il rito degli esami di riparazione, forse. Spazzare via il vecchio esame di maturità. Ma quello che è seguito ha mostrato che al peggio non c'è mai fine.