Leggere per non dimenticare - Anna Benedetti


27 febbraio 2006

Gianluigi Beccaria
Per difesa e per amore
La lingua italiana oggi
(Garzanti, 2006)



Anna Benedetti, Gianluigi Beccaria, Francesco Sabatini



Il pubblico durante la presentazione del libro


Alcuni studenti liceo Gramsci con la professoressa Profazio

Maria Antonietta Grignani e l' Assessore alla cultura del Comune di Siena

Rassegna stampa

Il Corriere di Firenze: Leggere per non dimenticare con Beccaria.
Beccaria indaga come, fra innovazione e tradizione, si delinei il nuovo profilo della lingua italiana e il perché della diffusione dell' italiano nel mondo.  Beccaria punta il dito contro una preoccupante eccessiva presenza del "burocratese" e del linguaggio tecnicistico nella lingua parlata. (LuFra - 27 febbraio 2006)

La Nazione: L'insostenibile assedio del flusso di parole a getto. "Il titolo non inganni la 'difesa' non è quella del purista. Non è volta all'esterno, ma all'interno di una comunità in cui insostenibile si fa spesso l'assedio delle parole, parole che dobbiamo capire, usare con efficacia, e dalle quali dovremmo anche difenderci. C'é da badare come parlano gli altri, e a come parliamo noi. Difenderci è importante. Per riuscire a pensare. E non è sempre facile per la folla di voci che premono, molte sconosciute, nuovissime, enigmatiche, petulanti, violente, avvertimenti, esortazioni, intimazioni, tonnellate di slogan, per allettare, persuadere a scegliere, a votare, a comprare. Parole invadenti." (Gianluigi Beccaria  - 26 febbraio 2006)

la Repubblica: Beccaria: come sta l'italiano. Il vero problema è "la forbice sempre più larga tra chi conosce l' italiano e sa usarlo in tutta la sua varietà di registri, e chi scivola invece verso una lingua sempre più "selvaggia" oppure sempre più precotta: l'italiano insopportabile del linguaggio ufficiale, della politica, della televisione, di qualsiasi linguaggio settoriale. Contro tutto questo, che non è una colpa della lingua ma della società, gli unici antidoti sono la vivacità dei dialetti, la padronanza e la creatività della scrittura, la consapevolezza di quello che diciamo, e di come lo diciamo" (b.m. - 26 febbraio 2006)

L'Unità: Leggere per non dimenticare "L'italiano non è in salute". Il  famoso linguista si interroga sullo stato di salute della lingua italiana in una fase che, per gli apporti interni, la vede assediata dalle parole che vengono dalla politica, dai media (TV in particolare), dai giochi dei pubblicitari, dal calcio, da un giovanilismo d'accatto e che, per gli apporti esterni, la vede invasa dagli anglismi, dai francesismi portati dalla moda e dalla tecnologia, dai telefonini e dai modi di essere. 
(Renzo Cassigoli  - 26 febbraio 2006)