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27 aprile 2005 Francesco M. Cataluccio Immaturità.
La malattia del nostro tempo
Rassegna stampa La Nazione: l'insostenibile leggerezza dell' immaturità. Cataluccio, scrittore, interessato da anni al mito di Peter Pan di cui ha curato l'edizione italiana della perturbante versione teatrale), e al tea dell' "infantilismo" nei "suoi" scrittori dell'est (Gombrovicz, Schulz, Herling, Kundera, Milosz) guarda al secolo scorso come l'epoca che più di tutte ha incarnato l'archetipo del "bambino che non voleva crescere", mostrandoci come la gioventù non sia più una condizione biologica ma una definizione culturale. ... (Re.Cu. 27 aprile 2005) la Repubblica: Con lo sguardo del moralista che non si sottrae al dovere del giudizio e l'abilità di un narratore nel creare rimandi, cortocircuiti, connessioni, Cataluccio segue le tracce del virus adolescenziale e del suo progressivo insinuarsi nell'immaginario collettivo, lungo i sentieri della psicoanalisi e della letteratura, nel cinema e nella pedagogia, dei fumetti e della musica. Convoca a testimoni di questa sua requisitoria contro l'ideologia giovanilistica imperante, dietro la quale si legge un mal dissimulato culto della forza, Lolita e Robert Musil, Patty Pravo e Gombrovicz, di cui Cataluccio ha curato l'opera in Italia ... (b.m. - 27 aprile 2005) L'Unità: L'immaturità, miglior elisir di eterna giovinezza. "Le più grandi nostre qualità sono fatte della stessa stoffa dei vizi". La considerazione di Cataluccio fa riflettere su due parole di cui nel libro avvertiamo l'assenza: curiosità e disubbidienza. Parole importanti per valutare il passaggio, da una "condizione biologica a una definizione culturale" (Renzo Cassigoli - 27 aprile 2005) |