Leggere per non dimenticare - Anna Benedetti

Oscar Chiantore è professore ordinario di chimica e tecnologia dei polimeri all’Università degli Studi di Torino, dove è anche titolare dell’insegnamento di chimica del restauro. Svolge da molti anni attività di ricerca nel settore dei composti macromolecolari e attualmente si occupa, oltre che di relazioni tra l’organizzazione nanostrutturale di questi sistemi e le loro proprietà, dello studio dei materiale artistici e dei polimeri usati per la conservazione delle opere d’arte. Ha sviluppato in particolare ricerche riguardanti le materie plastiche nella produzione artistica dell’arte contemporanea e la struttura e l’invecchiamento di materiali pittorici sintetici, sia attraverso sperimentazioni di laboratorio che mediante attività in campo condotte insieme ai restauratori che, in Italia e all’estero, affrontano queste problematiche. Collabora con restauratori e ricercatori di tate, Londra e di Getty Conservation Institute, Los Angeles, a progetti relativi alla conservazione di materiali moderni e alle tecniche dell’arte contemporanea.

Antonio Rava, laureato in architettura al Politecnico di Torino e diplomato restauratore presso l’Istituto centrale per il restauro di Roma, ha affrontato il tema del restauro del contemporaneo dal 1979 presso la New York University, Department of Conservation, con una borsa di studio Fullbright; da allora lavora e ricerca per le istituzioni italiane e straniere preposte alla conservazione in collaborazione con istituti universitari di varie discipline. E’ stato responsabile per la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino nel progetto europeo INCCA (International Network for the Conservation of Contemporary Art) e da diversi anni è docente di restauro preso l’Accademia Albertina, la facoltà di scienze della formazione, il corso di scienza e tecnologia per i beni culturali presso l’Università degli Studi di Torino e la facoltà di architettura del Politecnico di Torino. E’ vicepresidente del gruppo italiano del’International Institute of Conservation, con cui ha collaborato in diverse città italiane alla realizzazione di convegni sul tema del restauro. La sua attività di restauro è incentrata a Torino, con diverse realizzazioni specialistiche nel laboratorio dotato di strumentazioni all’avanguardia.

Giorgio Bonsanti Si è laureato in Storia dell'Arte all'Università di Firenze nel 1970, con una tesi su Michael Pacher (relatore Roberto Salvini). Nel 1967-1968 ha usufruito di una borsa di studio del Governo Austriaco presso l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Vienna. Dal 1968 al 1974, è stato assistente del direttore Charles de Tolnay nella Casa Buonarroti a Firenze, collaborando sia alla sistemazione del Museo, che alla grande pubblicazione del Corpus dei Disegni di Michelangelo. Dopo l'ingresso nell'Amministrazione dello Stato, dal 1974 al 1979 è stato a Modena, come Soprintendente Reggente e Direttore della Galleria Estense (riaperta in un nuovo ordinamento nel giugno 1975). Dal 1979 è stato nella Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici a Firenze, come Direttore delle Cappelle Medicee (fino al 1982), del Museo di San Marco (di cui ha curato un nuovo ordinamento con sostanziali ampliamenti e nuove sale; inaugurato nel 1983), della Galleria dell'Accademia (nuovo ordinamento con sostanziali ampliamenti e nuove sale: inaugurato nel 1983-1985) e dell'Ufficio Restauri. Ha diretto il restauro, fra gli altri, del Tondo Doni di Michelangelo e degli affreschi del Beato Angelico nel Convento di San Marco. Dal 1985, è divenuto Dirigente nei ruoli del Ministero per i Beni Culturali. Dal marzo 1988, è stato nominato Soprintendente dell'Opificio delle Pietre e Dure e Laboratori di Restauro di Firenze, raggiungendo il grado di Dirigente Superiore nei ruoli del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ rimasto Soprintendente dell’Opificio fino al marzo 2000, promuovendo l’Istituto ad importante realtà internazionale. E’ uno dei redattori e firmatari del Documento Europeo di Pavia sulla nuova figura professionale del restauratore (novembre 1997), e del documento ICOMOS sulla conservazione dei dipinti murali redatto in forma finale a Thessaloniki (2003).