BIOGRAFIA
(Gran parte delle informazioni sono state ricavate dalla "Necrologia del Dott. Cav. Francesco Boncinelli", di Egidio Ferrari, Firenze, Stab. Tipografico Ernesto Passeri, 1917)
1837
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Il 29 gennaio nasce a Firenze Francesco Boncinelli, ottavo dei nove figli che ebbe il padre Giovanni, orefice di modeste condizioni. Fiorentino di spirito e di cuore vi rimarrà per tutta la vita. |
1853
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A soli 16 anni si iscrive alla Facoltà di Medicina all’Università di Pisa. Ottiene la borsa di studio che il Granduca di Lorena assegnava ai migliori studenti della "scuola classica", e riesce a mantenerla anno dopo anno, superando gli esami a pieni voti. |
1858
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In giugno a 21 anni si laurea in medicina "a pieni voti e pieno plauso" e subito dopo entra nell’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze desideroso di mettere in pratica tutto quello che aveva appreso nelle ore di studio dai suoi "migliori amici", come chiamava i libri. |
1859
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Scoppiano le guerre d’Indipendenza e Boncinelli accorre ad offrire la sua opera alla Patria, che considerava il primo ideale della vita, prestando servizio come medico nel 17° battaglione bersaglieri. |
1863
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Ritornato a Firenze, tra i 26 e i 27 anni ottiene molti interinati (incarichi provvisori): Piombino, Sorano, Seravezza, Rosignano, Roccalbenga e ovunque vada viene stimato per la sua intelligenza e la sua scrupolosità. Era un uomo all’apparenza rigido e austero, ma nascondeva un cuore sensibile e un’anima grande. |
1865
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Viene chiamato agli uffici di assistenza pubblica a Firenze. |
1870
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In settembre vince un concorso e viene nominato "medico condotto della sua città nel distretto di San Giuseppe" dove resterà dieci anni. In questo periodo, Boncinelli lavora molto, "25 ore al giorno", come egli stesso soleva dire, conosce e studia i mali dell’umanità dedicando tutto se stesso nel cercare di salvare il maggior numero di vite umane. Unisce in sé una straordinaria sete di sapere ad un carattere aperto e sensibile, tanto che è solito raccontare numerose barzellette ai pazienti per tranquillizzarli, tenerne alto l’umore e trasmettere loro la certezza di guarire. Ben presto, diviene popolare nel suo distretto e i pazienti, ai quali dispensa ammonimenti e consigli, ripongono in lui una fiducia illimitata. In questo periodo viene a contatto con un’umanità variegata ed esercita un "apostolato non solo di igiene, ma anche di virtù civile e di rigenerazione morale, apostolato che sarà sempre uno degli ideali della sua esistenza". |
1877
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Pubblica uno dei suoi primi lavori, il Rapporto sanitario degli asili infantili di carità in cui scrive: "La carità! Ecco la magica parola per cui hanno palpitato tanti cuori gentili, per cui si stendono mani generose, per cui si addentrano tante nobili menti, l’esercizio di essa è l’emanazione più pura della Divinità, è la più bella gioia della vita, è uno dei pochi piaceri che all’uomo è dato provare senza ch’ei possa temere di conseguirne giammai noia o rimorso1". |
1880
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Lascia la sua condotta e rimane libero professionista. |
1889
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In seguito ad un concorso viene nominato Capo dell’Ufficio di igiene di Firenze e, poco dopo, Ufficiale Sanitario. Egli si dedica a questa disciplina con il solito fervore, pubblicando anno dopo anno il quadro sanitario della città ne La relazione sullo stato igienico del Comune di Firenze. Intraprende un’opera di risanamento e indirizza i suoi studi soprattutto verso l’infanzia, che ritiene la parte migliore dell’umanità. In questo periodo approfondisce principalmente le sue conoscenze in statistica medica e ostetricia. Raccoglie, in una pubblicazione di statistica, tutte le notizie riguardanti la salute pubblica a Firenze ed espone, nei trattati di ostetricia, le sue teorie inerenti alle tecniche del parto. Tra i più importanti scritti sulla scienza medica si ricordano: Del miglior modo di estrarre la testa del feto arretratasi nell’utero, dopo l’uscita o l’estrazione del tronco; Del parto per la spalla e del modo di favorirlo e praticarlo artificialmente; Poche altre considerazioni sul parto per la spalla, a proposito di un caso di evoluzione favorita col forcipe; Un voto di plauso al Cranioclaste di Braun; Il vajuolo in Firenze; Due conferenze sulle principali specie d’asfissie; Dell’aria viziata dai prodotti dei corpi in combustione e dell’asfissia per acido carbonico, con un cenno sull’asfissia dei neonati. Grazie a questi suoi contribuiti viene chiamato a far parte della Commissione esaminatrice per gli studenti di medicina e per le libere docenze. Inoltre offre la sua opera alla Giunta di Statistica, alla Società d’igiene e a quella medico-fisica, alla Società Dante Alighieri, alla Trento e Trieste, alla Società dei Veterani, all’amministrazione dell’Ospedale San Giovanni e alla Commissione per le Tasse, per cui scrive trecento relazioni grazie alle quali sarà nominato cavaliere della Corona d’Italia. |
1891
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A
Firenze scoppia una pesante epidemia di tifo, che Boncinelli riesce mirabilmente
a contenere. Il 27 marzo dello stesso anno ottiene dalla Giunta Comunale
"l’unanime encomio" per la sua opera così illuminata ed efficace.
Pochi anni dopo invia all’esposizione di Napoli una relazione, in cui aveva
riunito i provvedimenti presi a scopo igienico, grazie alla quale il Comune
di Firenze ebbe il gran premio e B. la medaglia d’oro. L’Educatore popolare,
una rivista del tempo, pubblica un cenno biografico su di lui:
"Fra i molti distinti personaggi ed uomini insigni annoveriamo oggi con sommo piacere l’egregio signore Boncinelli dott. Francesco, il quale è meritevole davvero di essere additato quale modello d’integrità e gentilezza. Uomo d’intemerata fama, d’ingegno elevato, di modi affabili e gentili ha saputo procurarsi, da quanti lo conoscono, stime ed affetto. Per questi suoi meriti che formano il complesso della sua perfezione, la sua amicizia è ricercata da tutti e particolarmente da chi è nel caso di apprendere delle buone cognizioni, poiché la sua parola e i suoi giudizi vengono considerati ed accolti colla maggiore fiducia e rispetto. Buono caritatevole con quanti a lui ricorrono, mai si riscontrò occasione che allontanasse l’indigente senza averlo soccorso; ma le sue private sovvenzioni alla classe bisognosa sono vieppiù lodevoli perché fatte con quella nobiltà e gentilezza d’animo prive del tutto di pompa e d’orgoglio concorrendo in queste opere di pubblica e privata beneficenza con quello zelo e generosità di cuore in lui caratteristica. Se volessimo porre in evidenza tutte le virtù di sì perfetto gentiluomo, sarebbe per noi improba fatica, perciò ci permettiamo soltanto di aggiungere l’omaggio della nostra devozione a quella che tutti per lui nutrono viva ed inalterabile". |
1897
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Pubblica L’igiene e la salute pubblica in Firenze, documentando, attraverso statistiche e grafici, lo stato in cui versa la città di Firenze e spiega la necessità di continuare i provvedimenti per far sì che le norme igieniche siano applicate in ogni quartiere. |
1903
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Il 1° aprile a 66 anni va in pensione, e occupa il tempo libero, dedicandosi agli studi scientifici, alla beneficenza e alla letteratura. |
1905
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Pubblica "101 sonetti" in volgare fiorentino riunendo i versi che aveva accumulato negli anni coltivando la sua passione per la poesia dove si firma con l’anagramma Brincello Ficcasenno . |
1911
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Dà alle stampe 500 sonetti di argomento vario, ma tutti ispirati a concetti morali, sempre con lo pseudonimo Brincello Ficcasenno. Scriveva versi nelle notti insonni "gettandoli giù alla carlona e a sbalzelloni" con un mozzicone di matita, lieto di fare al mattino una sorpresa alla moglie(1) alla quale li leggeva. |
1917
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Il
28 marzo a 80 anni B. muore. Non era religioso, ma nelle feste principali
si recava in chiesa con la sua famiglia. Credeva ad un Entità astratta,
che considerava come religione, unitamente alla Patria, l’Amore e i morti.
Venerò, ispirandosi alla loro vita, quattro santi: Socrate, Gesù,
Dante, e Garibaldi. La famiglia era per lui il focolare sacro. Spesso
girovagava per i cimiteri, specialmente quello del Monte alle Croci, dove
dormivano i defunti della sua famiglia.
Fece parte per molti anni della Società di cremazione e lasciò scritto che la sua salma doveva essere purificata con la cremazione.Voleva essere ricordato come un onesto lavoratore dai molteplici interessi, come è evidenziato nell’epigrafe da lui stesso scritta per essere posta sulla lapide "Francesco Boncinelli – Medico, chirurgo, ostetrico, igienista – fu il primo ufficiale sanitario del Comune – rivolse ogni suo atto al pubblico bene – coscienza dignitosa e netta – seppe e scrisse di scienze, di lettere e di poesia – 1837-1917". |
1 Non abbandonerà mai queste idee, tanto che da voler lasciare in beneficenza una parte dei suoi risparmi:
2 Filippina
Gajo, da cui avrà sei figli, di cui tre arriveranno all’età
adulta: Edoardo, Carolina e Giovanna.