“Un nostro connazionale finalmente, un italiano di Pinerolo, il signor Clemente Masserano, da molti anni aveva colto nel segno; pur la sua idea rivoluzionaria, di progresso, spiacendo a molti, urtando negli altri interessi, la trovava gente incredula e farisea. L’uomo di genio che aveva nella testa un raggio della sapienza di Dio e, certo del proprio trovato, preconcepiva la felicità dello avvenire. Ma nessuno badava alla importanza delle sue parole; e i banchieri stringevano i lacci delle loro borse. E quando fu chiara l’importanza del nuovo sistema inventato dal nostro Masserano, i felici della terra fecero buon viso al nuovo impulso e commisero il lavoro della macchina della locomozione menattrite all’ingegnere Dunn di Manchester, accio in breve si in Inghilterra come in America sulle vie di ferro di già costruite, si corra sospinti non più dal vapore dell’acqua bollente, sebbene dalla nuova forza impulsoria che i cavalli di posta aiutano senza né anche addarsene. La spesa sta a fronte di quella del vapore come uno a quindici. Potrem fare una corsa senza venire assordati dai fischi infernali dell’antica macchina fremente e ansimante, senza la tema di morire arrosto o di fiaccarci il collo in qualche burrone e senza la grave spesa di lire 14 circa, come compenso a chi or ci fornisce un piacere si mite.”

 

Il Palmaverde


Anno 1851

 

 


Nuovo sistema di locomozione a menattrite.

“Trovasi qualchevolta un pregiudizio nelle menti dei Possessori, e dei Lavoratori, che merita d’essere avvertito. Questo è l’orrore alla novità in materia d’Agricoltura. I primi van supponendo che tutto ciò che si tenta di nuovo, sia a scapito manifesto dei loro proventi. I secondi presumono di se stessi, e temono insieme di addossarsi straordinarie fatiche. Tutti poi, a qualunque proposizione si faccia loro di nuova cultura, oppongono con aria di sicurezza l’incompatibilità del clima o del terreno, e la pratica tradizionale degli avi loro; quasiché sien posti già e circoscritti i confini alla fecondità delle loro terre”
(Lunario per i contadini della Toscana, ovvero, Istruzione d'agricoltura pratica. Anno 1778)