Relazione Previsionale e Programmatica
2000-2002

Sezione 1


SOMMARIO

POPOLAZIONE



 

1.1 - POPOLAZIONE

1.1.1
Popolazione legale al censimento 20/10/1991
403.294
1.1.2
Popolazione residente al 31/12/98 (art.110 D. Lgs. 77/95)
376.760
maschi 
175.863
femmine 
200.897
nuclei familiari 
172.290
comunità / convivenze 
250
1.1.3
Popolazione al 1.1.98
379.687
1.1.4
Nati nell’anno
2.696
1.1.5
Deceduti nell’anno
4.761
 
Saldo naturale
- 2.065
     
1.1.6
Immigrati nell’anno
8.497
1.1.7
Emigrati nell’anno
9.359
 
Saldo migratorio
+ 862
     
1.1.8
Popolazione al 31.12. 98
376.760
1.1.9
In età prescolare(0/6 anni)
15.606
1.1.10
In età scuola obbligo(7/14 anni)
19.380
1.1.11
In forza lavoro 1^ occupazione (15/29 anni)
63.857
1.1.12
In età adulta(30/65 anni)
186.595
1.1.13
In età senile(oltre 65 anni)
91.322
1.1.14
Tasso di natalità ultimo quinquennio*
Anno
Tasso
1994
6,06
 
1995
6,52
 
1996
6,48
 
1997
6,98
 
1998
7,13
 
1.1.15
Tasso di mortalità ultimo quinquennio*
Anno
Tasso
1994
12,65
 
1995
12,51
 
1996
12,92
 
1997
12,67
 
1998
12,59
 
1.1.16  Popolazione massima insediabile come da strumento urbanistico vigente
abitanti
363.920
entro il 
2001
* I tassi sono calcolati rapportando i valori relativi (nati o morti) alla popolazione residente al 30Giugno dell’anno considerato per 1000, secondo la metodologia delle Nazioni Unite.
 
 
I dati relativi al 1998 confermano per il comune di Firenze il trend di una città con un sempre minor numero di residenti. Come riscontrabile dalla tabella 1, il declino demografico, dopo la leggera battuta di arresto del '97, ha registrato nuovamente una diminuzione percentuale dello 0,7% in media con i valori rilevati nell'arco degli anni novanta. A tale risultato hanno contribuito il saldo migratorio, tornato negativo dopo un anno col -2,27‰, ed il saldo naturale col -5,49‰, anche se quest'ultimo rispetto al passato ha presentato un valore non particolarmente elevato dovuto al tasso di natalità che nel '98 ha registrato col 7,17‰ il valore più alto degli ultimi cinque anni.

Tab. 1 Indicatori relativi alla popolazione residente al 31 dicembre nel Comune di Firenze

1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
Residenti
394.861
390.080
388.304
383.594
379.290
378.910
376.259
Variazione %
-1,14
-1,21
-0,46
-1,21
-1,12
-0,10
-0,70
Nati
2.672
2.847
2.361
2.507
2.413
2.646
2.696
Morti
4.903
5.401
4.946
4.826
4.932
4.813
4.761
Immigrati
6.492
8.333
7.687
6.975
7.678
9.775
8.517
Emigrati
8.314
10.711
9.727
9.395
8.841
7.992
9.370
Tasso di natalità (‰)
6,77
7,30
6,08
6,54
6,36
6,98
7,17
Tasso di mortalità (‰)
12,42
13,85
12,74
12,58
13,00
12,70
12,65
Indice di vecchiaia
220,32
225,20
232,02
235,09
238,30
237,63
246,21
Saldo migratorio(‰)
-4,61
-6,10
-5,25
-6,31
-3,07
4,71
-2,27
Saldo naturale***(‰)
-5,65
-6,55
-6,66
-6,05
-6,64
-5,72
-5,49
Fonte: CED Comune di Firenze
 
Naturale conseguenza di questa evoluzione demografica è il significativo invecchiamento della popolazione residente. L'indice di vecchiaia, vale a dire il rapporto fra il numero degli ultra sessantacinquenni e quello della popolazione sotto i 14 anni, presenta un andamento di crescita costante (cfr. tabelle 1 e 2). Attualmente nell'area comunale le persone con più di sessanta anni rappresentano ben il 29,7% dell'intera popolazione residente. Questo problema è confermato anche a livello provinciale dove, secondo una stima del Dipartimento della Sicurezza Sociale della Regione Toscana, Firenze con il 22,1% risulta, dopo Siena e Grosseto, la terza realtà regionale con più anziani rispetto alla popolazione. Tornando a livello comunale, se si considera la sola classe degli ultra - settantacinquenni, dove è maggior il numero di persone sole bisognose di cure ed assistenza, un dato interessante è che ben 2 persone su 3 sono di sesso femminile. Da questi dati emerge quindi la necessità di politiche sociali in costante adeguamento a questa realtà e la sempre maggiore importanza che avranno le varie associazioni di volontariato. Collegate a queste esigenze si discute infatti molto delle nuove possibilità di occupazione che si presentano ai giovani ed infatti si sono formate già varie cooperative di servizi che, utilizzando lavoro part-time, si sono specializzate nel coprire il fabbisogno di assistenza, di compagnia e di quant'altro richiesto dal mondo degli anziani.

Tab. 2 Struttura per età della popolazione residente nel Comune di Firenze, (valori percentuali)

Classi di età
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
Fino a 15
9,7
9,6
9,6
8,8
9,5
9,5
10,4
10,6
Da 16 a 30
21,6
21,2
20,9
21,0
19,5
16,9
17,6
16,9
Da 31 a 45
20,4
20,2
21,1
20,2
20,5
21,0
21,4
22,0
Da 46 a 60
20,5
20,8
21,0
21,2
21,4
21,0
21,1
20,9
Da 61 a 75
18,3
18,7
19,1
19,6
19,9
20,4
19,3
19,1
Più di 75
9,5
9,5
9,3
9,2
9,2
11,2
10,1
10,6
TOTALE
100
100
100
100
100
100
100
100

Fonte: Servizi demografici del Comune di Firenze

Graf. 1 Composizione % della popolazione residente nel Comune di Firenze per classi di età (1998)

Fonte: Servizi demografici del Comune di Firenze
 
 

Tab. 3 Famiglie residenti nel Comune di Firenze per numero di componenti

Num. Componenti 
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
Variaz. '97/'98
1
68.386
69.226
69.555
69.396
70.080
71.327
72.210
1,24%
2
45.005
45.259
45.311
45.330
45.231
45.381
45.487
0,23%
3
34.926
34.567
34.265
33.908
33.589
33.406
33.166
-0,72%
4
23.490
22.658
22.087
21.546
21.147
20.911
20.331
-2,77%
5
5.603
5.320
5.097
4.924
4.719
4.590
4.442
-3,22%
6 o più
1847
1778
1667
1586
1517
1540
1484
-3,64%
TOTALE
179.257
178.808
177.982
176.690
176.283
177.155
177.120
-0,02%
Num. medio di componenti
2,20
2,18
2,18
2,17
2,15
2,14
2,12
-0,68%

Fonte: CED Comune di Firenze

Analizzando le tipologie di famiglie riscontrate nel Comune di Firenze si scopre che il numero medio di componenti è in costante diminuzione, si è passati infatti dai 2,20 membri per famiglia del 1992 ai 2,12.del 1998. Questa attitudine ad una dimensione più ridotta delle famiglie è confermata dall'aumento rispetto all'anno precedente, e comunque coerente con la tendenza degli ultimi anni, dei nuclei composti da una sola persona passati da 71.327 a 72.210 con un incremento percentuale dell'1,24% (vedi Graf. 2).

Graf. 2 Andamento della popolazione per membri del nucleo familiare


Fonte: CED Comune di Firenze

Un ulteriore dato di notevole rilevanza per l'evoluzione demografica locale è quello sull'immigrazione dei cittadini extracomunitari. Non disponendo di dati precisi sulla presenza sommersa di stranieri, le nostre considerazioni partono forzatamente dal numero degli immigrati regolari. Nell'intera provincia alla fine del '98 la presenza denunciata di stranieri non provenienti da paesi dell'Unione Europea era stimata in quasi 50.000 unità, alle quali però andavano aggiunti quelle più di 10.000 persone che avevano già richiesto la prenotazione per mettersi in regola. Alla sola anagrafe di Palazzo Vecchio al 1 luglio 1999 risultano censiti regolarmente più di 15.000 extracomunitari che fanno già parte della vita quotidiana di Firenze trasformandola in una realtà multietnica come in pratica sono già tutte le principali città italiane.

L'evoluzione di questo fenomeno migratorio ha imposto alcuni adeguamenti: alla stessa Pubblica Amministrazione è infatti sorta la necessità di dotarsi di strumenti che facilitassero l'approccio e la comprensione con i nuovi cittadini. Un curioso esempio, indicativo di come la P.A. si sia adattata alle nuove esigenze, è la nascita della figura dell'interprete che aiuta a sbrigare le formalità burocratiche negli uffici del Comune aperti al pubblico. Attualmente, tramite l'Ufficio Immigrati, è infatti possibile prenotare questo servizio di traduzione per le lingue albanese, arabo, cinese, serbo croato e somalo.

Fra le comunità censite la più numerosa risulta di gran lunga quella cinese .con 5.522 denunciati all'anagrafe della provincia, di cui ben 2.320 residenti nel comune. Su un totale di 7.563. permessi di soggiorno rilasciati dalla Questura di Firenze nel solo 1998, ben 2.212 riguardavano cittadini cinesi. Come detto i dati non tengono conto dell'alto numero di immigrati dalla Cina Popolare che vivono in condizioni di assoluta clandestinità, lavorano "al nero" in condizioni precarie per riscattare la propria libertà, soprattutto nel campo della pelletteria (delle 1.946 aziende cinesi di Firenze iscritte alla Camera di commercio nel 1999 ben 860 sono del settore della pelletteria), e sentono la regolarizzazione come un passaggio sociale ad un rango più elevato. Le zone della provincia più interessate al fenomeno sono quelle di S. Donnino e Brozzi nelle cui scuole elementari sono tenuti corsi di alfabetizzazione per piccoli immigrati.

Dopo i cinesi i più numerosi extracomunitari regolarizzati residenti in città sono i filippini con 1.742 unità e gli albanesi con 1.343 (ben 2.291 permessi di soggiorno concessi nel '98). Altri gruppi con un considerevole peso numerico sono quelle del Marocco, della Somalia, della ex Jugoslavia e degli USA. Il fenomeno della presenza non regolarizzata è molto diffuso, oltre che in quella cinese, nelle comunità africane come quelle dal Senegal, dalla Nigeria e dal Camerun.

Un'analisi dettagliata fra i gruppi di immigrati la merita la presenza dei nomadi. Come si evince dalla tabella 4, nel territorio comunale sono presenti dal 1987 due campi sosta permanenti, il Poderaccio e l'Olmatello, rispettivamente nei quartieri 4 e 5, ed uno non autorizzato detto Area Masini contiguo al Poderaccio. Dalle rilevazioni fornite dalla Sicurezza Sociale aggiornate all'aprile 1999 risultano presenti in questi insediamenti ben 753 Rom di nazionalità macedone, serba e slovena. Il dato non può però essere considerato esaustivo del numero di presenze anche solo in considerazione dell'assegnazione a famiglie Rom di case nell'area residenziale realizzata nel Quartiere 2.

Tab. 4 Presenza dei Rom nel Comune di Firenze (Aprile 1999)

Campi sosta 

permanenti

Quartiere
Presenze 

Autorizzate

Ospiti
Abusivi
TOTALE
Poderaccio
4
292
70
-
362
Olmatello
5
261
-
-
261
Area Masini
4
-
-
130
130
TOTALE
553
70
130
753

Fonte: Direzione Sicurezza Sociale ed Igiene Pubblica, Comune di Firenze



1.1.17 - IL LIVELLO DI ISTRUZIONE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE

Un significativo indice di sviluppo di una città è sicuramente dato dalla funzionalità del sistema scolastico e dal livello medio di istruzione, elemento determinante nell'influenzare la qualità della vita. Generalmente infatti il tenore di vita di un cittadino è proporzionale al suo titolo di studio.

Nella stagione 1998/'99 il sistema scolastico fiorentino ha fatto registrare un netto calo delle iscrizioni. Questa flessione, più marcata per motivi demografici nelle scuole materne ed elementari con rispettivamente il -6,1% ed il -2,6%, ha colpito molto più gli istituti privati che quelli statali. In questi ultimi infatti la tendenza è addirittura quella opposta e si sono verificati incrementi sia alle materne (+2,4%), che alle elementari (+1,3%), che alle medie inferiori (+0,2%) con la sola poco significativa eccezione (-0,3%) delle medie superiori. Il crollo delle iscrizioni ha colpito quindi i soli istituti privati che hanno fatto registrare tassi rispettivamente del -14%, -18,8%, -1,9% e del -3% nelle quattro tipologie di scuole analizzate.

Tab. 1 Il sistema scolastico nel Comune di Firenze
 
1995/96
1996/97
1997/98
1998/99
Var %

97/96

Var %

98/97

Var %

99/98

Numero di alunni iscritti alle:
scuole materne
8.034
7.626
7.695
7.227
-5,1
0,9
-6,1
scuole elementari
12.168
12.679
13.157
12.820
4,2
3,8
-2,6
scuole medie inferiori
8.114
8.340
7.941
7.936
2,8
-4,8
-0,1
scuole medie superiori
24.197
22.817
19.932
19.775
-5,7
-12,6
-0,8
Numero di alunni stranieri:
scuole materne
n.d.
n.d.
191
225
-
-
17,8
scuole elementari
n.d.
n.d.
542
840
-
-
55,0
scuole medie inferiori
n.d.
n.d.
314
344
-
-
9,6
scuole medie superiori
n.d.
n.d.
213
244
-
-
14,6

Fonte: Provveditorato agli Studi - Firenze

Sempre con riguardo alla scuola dell'obbligo è indicativo anche il fatto che il relativo tasso di scolarità, calcolato rapportando il numero degli iscritti al totale della popolazione con età compresa fra i 6 ed i 14 anni, sia in leggero calo dal 96,3% al 94,6%.

Un ulteriore dato estremamente significativo riguarda l'iscrizione alle scuole di Firenze di alunni di nazionalità straniera. Sebbene i dati disponibili coprano soltanto gli ultimi due anni (vedi tabella 1), risulta evidente come il numero di questi ultimi sia in considerevole aumento in tutte le categorie con un picco nella scuola elementare dove gli iscritti sono aumentati di ben il 55%.
 
 

Tab. 2 Iscrizioni all'Università di Firenze *

 

 

1995/96
1996/97
1997/98
1998/99
Var % 99/98
Numero di iscritti 
58.708
59.808
60.337
60.782
0,7
di cui maschi
27.137
27.547
27.349
27.107
-0,9
di cui femmine
31.571
32.261
32.988
33.675
2,1
Iscritti al I anno in corso
8.952
8.555
8.979
9.500
5,8
Lauree e diplomi
4.186
4.625
5.022
-
-

* Comprende anche gli iscritti ai corsi di diploma ed alle scuole di specializzazione

Fonte: Università degli Studi di Firenze.

Graf. 1 Composizione % degli iscritti all'Università di Firenze al I anno suddivisi per facoltà (A.A. 1998/99)

Fonte: Università degli Studi di Firenze.

L'Università di Firenze nel 1998/'99 ha aumento il numero degli iscritti dello 0,7% rispetto al precedente Anno Accademico. Questo aumento, coerente col trend di moderata crescita degli ultimi anni (vedi tabella 2), è dovuto essenzialmente alla componente femminile: mentre i maschi sono 342 in meno (-0,9%), le studentesse sono aumentate in un anno di 687 unità (+2,1%). La prevalenza della presenza femminile è da ricondurre al peso di facoltà come Magistero - Scienze della Formazione e Lettere e Filosofia, per tradizione frequentate in prevalenza da donne, rispettivamente 5,6 e 2,6 per ogni uomo nel 1998/'99, che da sole contano il 20,7% ed il 14,7% del totale degli iscritti al primo anno (cfr. grafico 1).

Decisamente più preoccupanti sono invece i dati disponibili al Settembre 1999 sull'Anno Accademico 1999/2000. All'11 Settembre erano infatti solo 3.831 le pratiche di iscrizione inoltrate alle segreterie di facoltà. Questo dato, sebbene parziale, nella maggior parte dei casi il termine ultimo per la presentazione della domanda è ad inizio Ottobre, lascia prevedere un netto calo nel numero delle iscrizioni. Questa radicale inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni è probabilmente da ricondurre alla concorrenza degli Atenei geograficamente più vicini, Siena, Pisa e Bologna. La maggiore capacità attrattiva di questi ultimi è dovuta soprattutto a tasse d'iscrizione più basse e ad una maggiore capacità di ospitare studenti "fuori sede".

Indicativo del livello di istruzione e benessere di una città è indubbiamente anche il grado di utilizzo dei cosiddetti beni e servizi legati al tempo libero. I dati della SIAE in questo senso forniscono un quadro esauriente del mercato di servizi culturali e ricreativi quali cinema, teatro, eventi musicali e sportivi.

Tab. 3 Spesa media per abitante in attività teatrali e musicali in alcune città italiane

(Lire correnti)
 
1994
1995
1996
1997
Bologna
34.445
35.990
39.866
39.796
Firenze
40.751
58.890
55.100
53.624
Milano
58.180
66.234
65.445
69.825
Napoli
23.945
21.072
25.487
23.936
Roma
25.579
29.444
33.528
29.463
Venezia
29.810
31.576
32.828
31.721
Verona
144.260
172.671
201.199
187.807

Fonte: SIAE

Il ruolo di Firenze come centro di offerta di spettacoli teatrali e musicali è indiscutibile sia a livello nazionale che regionale. In confronto ad altre realtà italiane, la spesa media per abitante (tabella 3), sebbene in calo negli ultimi due anni analizzati, per il 1997 mostra un valore di £ 53.624 nettamente superiore a quello di altre città come Bologna, Venezia, Roma, Napoli ed alla media italiana di £ 12.147, ed è superato solo dal dato di Milano e da quello, di gran lunga primo grazie al peso che ricopre l'Arena per le manifestazioni di lirica, di Verona. Anche a livello locale il dato della città di Firenze è superiore sia alle £ 24.267 dell'intera provincia, che alle £ 13.559 della Toscana (tabella 6). Questa prevalenza nell'offerta di eventi teatrali e musicali rispetto alla regione nel suo complesso è confermata anche dal numero di manifestazioni (tabella 4), nel '97 il dato comunale rappresentava il 59,7% di quello provinciale ed il 23,7% di quello regionale, e dal numero di biglietti venduti (tabella 5), dove il 34,5% del totale della Toscana è rappresentato dalla sola città di Firenze.

Tab. 4 Numero di manifestazioni teatrali e musicali
 
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
Firenze
2.204
2.027
2.208
2.124
2.211
2.447
2.116
2.048
Provincia di Firenze
3.510
3.311
3.564
3.686
3.749
4.140
4.016
3.430
Toscana
7.419
7.673
8.432
8.235
8.657
8.901
9.192
8.645

Fonte: SIAE

Tab. 5 Numero dei biglietti venduti per attività teatrali, musicali e cinema

1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
Attività teatrali e musicali
Firenze
705.035
681.858
738.050
722.609
642.071
863.791
804.350
745.378
Toscana
1.916.491
2.092.453
2.022.379
2.030.912
1.948.521
2.317.158
2.234.926
2.160.261
Cinema
Firenze
2.390.942
2.348.694
2.065.518
2.356.368
2.494.837
2.440.764
2.566.265
2.698.208
Toscana
8.047.588
7.999.748
7.103.924
7.840.732
8.356.925
7.826.694
8.463.106
9.209.683

Fonte: SIAE

Analizzando la spesa media per abitante delle singole tipologie di intrattenimento si possono fare interessanti rilevazioni. Per quanto riguarda le manifestazioni teatrali e musicali, la tabella 6 ed il grafico 2 evidenziano come, dopo una tendenza alla crescita culminata nel 1995, negli ultimi due anni i fiorentini abbiano speso sempre meno (-2,7% la variazione annuale del 1997). Questo calo di interesse per le più culturali fra le attività di svago è confermato anche dalla riduzione nel 1997 del 3% nel numero di manifestazioni (tabella 4) e del 7% nel numero di biglietti venduti (tabella 5). All'opposto l'attività cinematografica ed ancor più le manifestazioni sportive riscuotono un successo in crescita costante, facendo registrare nell'ultimo anno rilevato incrementi della spesa media a livello comunale rispettivamente del 4,7% e del 8,5%. Il successo del cinema è confermato dal costante aumento negli anni del numero di giorni di proiezione passati nel solo 1997 da 12.263 a 14.534.
 

Tab. 6 Spesa media per abitante in attività teatrali, musicali, cinematografiche e sportive

(Lire correnti)
 
1994
1995
1996
1997
Var. ass. 96/97
Var. % 96/97
Per attività teatrali e musicali
Firenze
40.751
58.890
55.100
53.624
-1.476
-2,7
Toscana
10.957
13.797
13.513
13.559
46
0,3
Per attività cinematografica
Firenze
65.671
66.493
71.736
75.134
3.398
4,7
Toscana
21.957
21.044
23.598
26.738
3.140
13,3
Per manifestazioni sportive
Firenze
57.792
69.117
76.440
82.974
6.534
8,5
Toscana
35.069
33.624
36.058
n.d.
-
-

Fonte: SIAE
 
 

Graf. 2 Spesa media per abitante del Comune di Firenze: categorie




 

1.1.18. - LA CONDIZIONE SOCIO ECONOMICA DELLE FAMIGLIE
LAVORO E BENESSERE ECONOMICO

Qualunque tentativo di misurazione e valutazione della qualità della vita a Firenze, non può prescindere dal prendere in considerazione tutti quegli indicatori che hanno a che fare con il lavoro e, più in generale, con il benessere economico della popolazione residente.

Dall'analisi dei dati relativi alla disoccupazione di lunga durata (tabelle 1 e 2) emerge chiaramente come al 30 aprile 1999, nella Circoscrizione di Firenze, il numero complessivo di persone iscritte alle liste di collocamento fosse diminuito di quasi tre punti percentuali rispetto allo stesso periodo del '98, variazione leggermente superiore al valore provinciale di -2,6%. Un tale andamento va comunque interpretato con le dovute cautele, dal momento che su di esso possono avere inciso una molteplicità di fattori quali una crescente sfiducia nei confronti degli Uffici Provinciali del Lavoro e la sempre maggiore diffusione sul territorio di nuove istituzioni, le Agenzie interinali, per la ricerca di lavoro temporaneo.
 

Tab. 1 Disoccupati di lunga durata al 30.04.1999

Totale
Var.% 99/98
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Circoscrizione di Firenze
7.294
15.129
22.423
-2,58
-3,14
-2,96
Totale Provincia
12.047
26.091
38.138
0,13
-3,79
-2,59

Fonte: Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze

Tab. 2 Disoccupazione giovanile* di lunga durata al 30.04.1999

Totale
Var.% 99/98
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Circoscrizione di Firenze
4.445
7.413
11.858
-4,12
-7,07
-5,99
Totale Provincia
7.460
13.743
21.203
-0,56
-1,87
-1,41

Fonte: Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze
* Con il termine disoccupazione giovanile si intende fare riferimento alla condizione di chi ha meno di 29 anni ed è iscritto nelle liste di collocamento.

Un aspetto del fenomeno tutt'altro che confortante che deve essere sottolineato, riguarda le maggiori difficoltà che ancora oggi alcune categorie di lavoratori incontrano nell'inserirsi nel mercato del lavoro. Se si analizza il peso percentuale delle donne in attesa di occupazione da oltre un anno sul totale della circoscrizione si può notare come questo risulti essere quasi il doppio rispetto a quello degli uomini (67,5% contro 32,5%). Lo stesso dicasi per l'incidenza percentuale della disoccupazione giovanile sul complesso delle persone in cerca di occupazione che, ad aprile '99, è risultata pari a 52,9% (nel '98 era 54,5%), come a dire che un disoccupato di lunga durata su due ha un'età inferiore ai 29 anni.

Sul fronte delle ore di Cassa Integrazione Guadagni, senza entrare nello specifico della questione, peraltro già trattata in precedenza, ci limiteremo in questa sede a ricordare brevemente come dal '97 il numero di interventi sia in costante diminuzione. I dati sui primi tre mesi del 1999 sembrano però contribuire a raffreddare gli ottimismi. Se gli interventi straordinari e di gestione edilizia continuano a ridursi rispetto all’anno precedente, registrando rispettivamente un -76,4% ed un -52,1%, quelli ordinari, invece, hanno fatto segnare un preoccupante incremento (+182,5%), che può a ragione essere interpretato come indice della crisi congiunturale che ha colpito molte imprese medio-piccole del tessuto produttivo fiorentino. Va infatti ricordato che quest'ultimo tipo di interventi si applica esclusivamente nei casi di sospensioni o riduzioni dell'orario di lavoro derivanti da situazioni temporanee di mercato e non riguarda invece i processi di riorganizzazione e riconversione produttiva o le crisi aziendali di particolare rilevanza sociale, per le quali la legge prevede il ricorso allo strumento straordinario.

Per quanto riguarda il mercato del credito, nel 1998 la crescita degli impieghi erogati a prenditori fiorentini, sebbene in lieve diminuzione rispetto ai livelli dell'anno precedente, è stata comunque superiore a quella dell'attività economica e molto al di sopra dei valori regionali. A fine anno, la variazione rispetto allo stesso mese del '97 si attestava intorno ad un + 9,7% (dato provinciale), contro una media toscana di +7,9. La componente più dinamica è stata quella dei prestiti a medio e lungo termine, sul cui andamento hanno positivamente influito i mutui ipotecari contratti dalle famiglie per l'acquisto e per la ristrutturazione delle abitazioni. Anche le imprese si sono orientate prevalentemente verso forme di indebitamento a lunga scadenza, ma la crescita di quest'ultima tipologia di prestiti è stata più contenuta. I settori produttivi che maggiormente hanno fatto richiesta di finanziamenti sono stati quelli relativi ai minerali e metalli, ai mezzi di trasporto e alle macchine agricole ed industriali. Quanto alla variazione dei prestiti a breve termine, questa è progressivamente rallentata durante il 1998, perdendo oltre 3 punti percentuali. Questo andamento ha risentito delle incertezze dello scenario economico congiunturale, caratterizzato da una crescita inferiore alle aspettative e dalle difficoltà di quei settori produttivi direttamente interessati dalle ripercussioni della crisi asiatica.

Dal lato delle decisioni di risparmio, alla fine di dicembre 1998 la variazione dei depositi bancari effettuati da soggetti residenti nella provincia di Firenze era pari a -3,6% (-3,5% il dato medio per la Toscana). Rispetto all'anno precedente, è perdurata la contrazione dei depositi a medio e lungo termine, mentre le componenti a breve scadenza hanno fatto registrare una leggera crescita (circa +0,7%) La diminuzione dei depositi è da imputare principalmente ad una maggiore propensione al consumo delle famiglie fiorentine, stimolata dal calo generalizzato dei tassi d'interesse (i tassi attivi praticati dalle banche alla clientela ordinaria hanno fatto segnare una diminuzione del 2,37%). Al contrario, non solo è cresciuta l'accumulazione di disponibilità liquide da parte dell'amministrazione pubblica e delle imprese finanziarie e assicurative, ma non mancano segnali positivi di formazione di risparmio da parte delle imprese di maggiori dimensioni.

L'analisi del reddito non può essere nel nostro caso di grande aiuto al fine di decifrare i cambiamenti intervenuti nel tenore di vita dei fiorentini. Infatti non soltanto i dati a disposizione fanno riferimento alla realtà provinciale ma le ultime stime pubblicate si riferiscono al 1997. Il quadro che emerge è comunque quello di una città con un reddito pro-capite pari a 31,3 milioni di lire (24,6 la media nazionale), un ammontare che permette di collocarla al settimo posto tra le città italiane.

Indicazioni più recenti attengono invece al mondo dei consumi. Secondo l'Osservatorio Economico di Findomestic, i consumi medi pro-capite nella provincia di Firenze sarebbero ammontati nel 1998 a 24.149.000 lire, un valore decisamente superiore alla media italiana (19.974.000 lire) ed a quella regionale (21.531.000). Al contrario, durante lo stesso anno, la propensione al consumo, ossia il rapporto tra consumo e reddito, non appare essere stata particolarmente elevata rispetto alla media nazionale (circa 84,10 contro 85,83). Questo risultato può essere spiegato ancora una volta con gli alti redditi percepiti a Firenze rispetto al resto d'Italia.

Per completare il quadro relativo agli indicatori di benessere economico, ci sembra interessante dare uno sguardo all'andamento dei prezzi. La tabella 3 mostra le variazioni dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati a Firenze. Come si può ben notare tra il 1997 ed il 1998 si assistito ad un aumento medio del costo della vita di oltre 2 punti percentuali. I primi mesi del nuovo anno mostrano un trend in crescita principalmente a causa dei rincari nella voce abitazione, acqua, elettricità e combustibile ed in quella relativa ai trasporti. Segnali ancora più preoccupanti sembrano provenire dalle rilevazioni effettuate nella seconda metà de '99. L'improvviso aumento del prezzo del greggio parrebbe infatti avere riacceso la spirale inflazionistica.

Tab. 3 Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati a Firenze

(Base 1995=100)
 
 
1997
1998
1999
 
Media
Media 
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Numeri indice
104,8
106,9
107,8
108,2
108,4
108,7

Fonte: ISTAT.

Tab. 4 Importo medio mensile percepito dai pensionati Inps al 1 gennaio 1998
 
Province
Lire
Milano
1.340.247
Torino
1.217.018
Livorno
1.167.530
Roma
1.164.102
Firenze
1.032.899
Napoli
960.870
Arezzo
920.903
Siena
909.759
Media Nazionale
977.236

Fonte: Il Sole 24 Ore.

Un ultimo cenno merita l'analisi delle retribuzioni e dei trattamenti pensionistici. Per quanto riguarda le prime, l'indice generale delle retribuzioni contrattuali mostra durante il 1998 un andamento in crescita ma con tassi d'incremento altalenanti. In particolare, nella seconda metà dell'anno le variazioni mensili sono state tali da non riuscire a coprire l'aumento del costo della vita. La tabella 4 mostra l'importo medio mensile erogato dall'Inps ai pensionati di alcune città italiane. E' evidente come a Firenze detto ammontare risulti nettamente al di sopra della media nazionale, ma non certo al livello di molte grandi città del nord e del centro Italia. Questo sembra configurare l'ipotesi che a Firenze il divario tra quanto percepito durante l'età lavorativa e quanto ottenuto una volta in pensione possa essere più forte che altrove.


SALUTE E BENESSERE PSICOLOGICO

Per valutare il livello di benessere e di salute della popolazione fiorentina abbiamo analizzato i fenomeni della tossicodipendenza e dell'alcolismo e le cause di morte per le persone in età fra 25 e 34 anni, questi segnali di disagio sociale sono infatti un ottimo indicatore del livello di qualità della vita.

Un'analisi sulla consistenza dei problemi di tossicodipendenza ed alcolismo nel Comune, può essere condotta attraverso i dati del Dipartimento delle Dipendenze dell'Azienda Sanitaria. Valutazioni sul fenomeno tossicodipendenza sono ottenibili analizzando l'utenza dei Sert, una stima nazionale infatti parla di un rapporto che va da 2,8 a 3 tossicodipendenti da eroina sconosciuti a questi istituti per ognuno conosciuto .

Tab. 5 Distribuzione dell'utenza totale dei Sert del Comune di Firenze (1995-'98)

SERT
1995
1996
1997
1998
Var. % '96/'95
Var. % '97/'96
Var. % '98/'97
Firenze 1 
272
248
237
258
-8,8
-4,4
8,9
Firenze 2 
204
237
197
215
16,2
-16,9
9,1
Firenze 3
346
380
291
336
9,8
-23,4
15,5
Firenze 4 
445
471
409
457
5,8
-13,2
11,7
Firenze 5
340
236
235
247
-30,6
-0,4
5,1
Tot. Zona Firenze
1607
1572
1369
1513
-2,2
-12,9
10,5
Sollicciano
737
766
944
801
3,9
23,2
-15,1
Tot. Comune Firenze
2344
2338
2313
2314
-0,3
-1,1
0,0

Fonte: AZIENDA SANITARIA 10 FIRENZE, Bollettino dell'Osservatorio Socio Epidemiologico per le Tossicodipendenze e l'Alcolismo del Dipartimento delle Dipendenze, Anno 1998

I tossicodipendenti seguiti nel 1998 dai 5 Sert di Firenze e dal Sert penitenziario di Sollicciano sono stati 2.314, un numero stabile rispetto all'anno precedente ed addirittura in calo rispetto al 1995 ed al 1996 (vedi Tab. 5). In considerazione però della minore rilevanza del Sert di Sollicciano a fini statistici, dato l'elevato numero di utenti, la ponderosa consistenza di popolazione extracomunitaria (pari quasi al 50% secondo una stima del 1997), ed il considerevole ricambio dell'utenza legato più alle singole storie penali che non ai trattamenti per la tossicodipendenza, è molto più indicativo condurre l'analisi sui soli primi cinque Sert. Su questo campione più significativo il trend rilevato è addirittura quello opposto: ad un calo registrato fra 1995 e 1997 (rispettivamente -2,2% e -12,9%), il 1998 ha fatto rilevare rispetto all'anno precedente un impennata del numero degli assistiti saliti da 1369 a 1513 con un incremento del 10,5%. Questo fenomeno di aumento a fronte di precedenti riduzioni lo si è registrato in tutti e cinque i singoli Sert, e con particolare intensità per i due storicamente più frequentati, Firenze 3 e Firenze 4, con tassi rispettivamente del +15,5% e del +11,7%.

Altri dati indicativi su coloro che ricorrono ai servizi per tossicodipendenti sono la preponderanza della componente maschile, la consistenza degli utenti in accesso in precedenza sconosciuti e la loro età. Il rapporto maschi/femmine per i cinque centri di Firenze è 4,4 contro il 7,7 di Sollicciano, tanto per dare un ulteriore conferma alla atipicità di questo centro, e contro una media nazionale che nel 1997 era 5,9. I nuovi accessi, escludendo cioè coloro che proseguono un trattamento precedentemente attivato, sono 266 vale a dire ben il 17,6% degli utenti totali. Per quanto riguarda l'età (vedi Graf. 1) gli utenti sono concentrati prevalentemente nelle fasce di età 30-34 anni (29,8%) e 25-29 (24,6%), ma si nota purtroppo anche la presenza di minorenni (2,0%). Fra gli stupefacenti si conferma l'eroina (oppiacei), con l' 87,5 % dei casi, la sostanza d'abuso più frequente. I trattamenti erogati dai Sert nel '98 hanno riguardato programmi farmacologici integrati con metadone o naltrexone e trattamenti psicosociali rispettivamente nel 46,6% e nel 27% dei casi.

Graf. 1 Utenti dei 5 Sert di Firenze distinti per fasce di età

Fonte: AZIENDA SANITARIA 10 FIRENZE, ibidem.

Come riscontrabile dalla tabella 6, il problema dell'alcolismo nel Comune di Firenze ha, sempre prescindendo dai dati del Centro Alcologico Integrato di Sollicciano, un andamento relativamente stabile. Gli etilisti seguiti nel 1998 dai due ambulatori Firenze 3 e Firenze 5 sono stati 145 con un leggero incremento del 3,3% rispetto al 1997. I nuovi accessi a questi servizi sono stati 42, il 29% del totale degli individui seguiti, ed il rapporto fra maschi e femmine delle persone interessate al problema è di 2,1.

Tab. 6 Distribuzione dell'utenza totale dei Centri Alcologici del Comune di Firenze (1996-'98)
Centri Alcologici
1996
1997
1998
Var. % '97/'96
Var. % '98/'97
Firenze 3
8
11
11
37,5
0,0
Firenze 5 
134
139
134
3,7
-3,6
Tot. Zona Firenze
142
150
145
5,6
-3,3
C.A. Integrato Sollicciano
371
426
423
14,8
-0,7
Tot. Comune Firenze
513
576
568
12,3
-1,4
Fonte: AZIENDA SANITARIA 10 FIRENZE, ibidem.
 
 
Tab. 7 Morti in età 25-34 anni per USL di residenza e per causa di morte:
confronto 1996-'97
CAUSE DI MORTE
Aids
Overdose
Suicidi
Incidenti stradali
Malattie sist. circol.
Tumori
Altre cause
Totale decessi
1996
1997
1996
1997
1996
1997
1996
1997
1996
1997
1996
1997
1996
1997
1996
1997
AZIENDA USL 10 - FIRENZE
M
18
8
13
10
3
7
8
13
6
5
6
7
12
8
66
58
F
5
5
2
3
2
4
1
5
4
1
7
3
3
1
24
22
Tot.
23
13
15
13
5
11
9
18
10
6
13
10
15
9
90
80
TOSCANA
M
58
37
39
30
25
25
25
58
21
16
26
33
77
40
271
239
F
24
13
4
7
7
10
14
18
8
7
37
28
20
4
114
79
Tot.
82
50
43
37
32
35
39
76
29
23
63
61
97
36
385
318

Fonte: Regione Toscana

Per quanto riguarda le cause di morte per persone di età compresa fra 25 e 34 anni (tabella 7) si vede come nel territorio di competenza della ASL 10 di Firenze abbiano grande rilevanza incidenti stradali, Aids, overdosi e suicidi. Confrontando i dati del 1997 con quelli dell'anno precedente salta subito all'occhio il notevole incremento dei decessi per incidenti stradali, raddoppiati da 9 a 18 (andamento confermato anche a livello regionale), e per suicidi, passati da 5 ad 11. Diminuzioni più o meno marcate si verificano per le altre cause di decesso facendo registrare un calo complessivo di 10 unità. Indicativi del disagio sociale sono la sensibile riduzione dei morti per Aids (-10 contro i -32 della Toscana) ed il lieve calo dei decessi da overdose (-2 rispetto ai -6 a livello regionale). Distinguendo per sesso si riscontra nel 1997 la netta prevalenza della componente maschile in tutte le principali cause di morte indici di malessere sociale: dall'Aids con il 61,5%, ai suicidi con il 63,6% alle overdosi con il 76,9%.


CRIMINALITÀ ED AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA

L'importanza attribuita dai cittadini al problema della sicurezza è messa bene in evidenza da una recente indagine dell'ISTAT. Il 55,3% degli italiani (con 14 anni e più) indica infatti la criminalità tra le principali preoccupazioni che affliggono il nostro paese. Nelle grandi città poi, tale priorità diventa più elevata, raggiungendo punte del 62,1%.

La maggiore diffusione dei fenomeni criminosi nei grandi agglomerati urbani, rispetto agli altri contesti abitativi, rappresenta una caratteristica costante nel tempo e comune a molte nazioni. Le realtà insediative ad elevato grado di urbanizzazione vedono sviluppare in misura maggiore fenomeni di microcriminalità legati a condizioni di forte disagio sociale. A questa situazione non fa certo eccezione Firenze, dove nel 1997 il quoziente di criminalità risultava essere 1,6 volte superiore alla media nazionale.

Secondo i dati forniti dalla Questura di Firenze e relativi al numero di delitti denunciati all'autorità giudiziaria (cfr. tabella 8), durante il 1998 si è assistito ad una diminuzione dei reati contro il patrimonio (-4,3% rispetto al 1997). In particolare, negli ultimi quattro mesi dell'anno i furti in appartamento si sarebbero ridotti di oltre il 46% rispetto allo stesso periodo del '97. In costante crescita, al contrario, i delitti contro la persona, passati da 169 a 195, con un incremento del +15,4%. Tra questi ultimi, particolarmente inquietante l'aumento di denunce per violenza carnale (+36,4%) dopo anni di costante calo (-47,8% nel '96 e -8,3% nel '97). Va comunque ricordato che un tale andamento, oltre che di un reale intensificarsi del fenomeno, può anche essere indice di una crescente propensione delle vittime a sporgere denuncia.

Tab. 8 Delitti denunciati all'autorità giudiziaria nel Comune di Firenze

1996
1997
1998
Var. % 98/97
Delitti contro il patrimonio
11.867
11.027
10.555
-4,3
Delitti contro la persona 
141
169
195
15,4
Sequestri di persona
6
6
4
-33,3
Violenze carnali
12
11
15
36,4
Produzione, commercio spaccio stupefacenti
385
531
424
-20,2
Sfruttamento, favoreggiamento prostituzione
21
13
10
-23,1
Minori di 18 anni denunciati
297
300
432
44,0
Truffe denunciate
25
32
34
6,3
Suicidi
21
17
14
-17,6
Tentati suicidi
29
34
23
-32,4

Fonte: Questura di Firenze

Per quanto riguarda le altre tipologie di reati, il 1998 ha fatto registrare una positiva flessione del numero di quelli connessi al traffico di stupefacenti (-20,2%) ed allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (-23,1%). Tuttavia, bisogna tenere conto che le rilevazioni riescono a misurare solamente la cosiddetta "criminalità ufficiale", quella cioè che è stata oggetto di denuncia, tralasciando di considerare la parte "sommersa" del fenomeno. In calo anche i suicidi (-17,6%), sebbene meno dello scorso anno (-19%), ed i tentati suicidi, passati da 34 del '97 a 23 del '98.

Particolarmente allarmante, in quanto sintomo di un diffuso malessere giovanile, il dato riguardante i cosiddetti "baby criminali". Nel 1998 il numero di minori denunciati è aumentato del 44%, confermando la preoccupante tendenza già segnalata l’anno precedente (+1%). I piccoli criminali sono dediti soprattutto al furto. Se infatti in Italia i minori rappresentano il 18% di tutte le persone denunciate per tale reato, in Toscana sono il 28% e raggiungono addirittura il 42,3% nella città di Firenze. Questi valori che i ricercatori definiscono "abnormi" si spiegano con la provenienza dei giovani denunciati. Mentre a livello nazionale circa il 60% dei minori condannati è nato nella regione in cui ha commesso il reato, in Toscana l'89,8% sono nati altrove. In particolare, oltre il 90% dei minori non italiani denunciati provengono dall'Est europeo, soprattutto dalla ex-Jugoslavia e dall'Albania.

Tab. 9 Forze dell'ordine in alcune province italiane - Dicembre 1998

Province
Forze dell'ordine
Numero per 1.000 abitanti
Indice di dotazione*
Torino

Milano

Genova

Bologna

Firenze

Roma

Napoli

Palermo

Italia

8.400

13.199

6.103

5.489

5.267

43.229

15.231

10.166

265.093

3,8

3,5

6,6

6,0

5,5

11,4

4,9

8,2

4,6

59,0

45,6

84,5

66,3

77,7

168,0

76,9

114,6

100,0

* Rapporto tra numero di operatori di polizia e numero dei delitti denunciati, posto il valore per l'Italia pari a 100.

Fonte: Elaborazione ISTAT su dati del Ministero dell'Interno.

I risultati positivi ottenuti sul fronte della lotta alla criminalità sono dovuti principalmente all'azione di contrasto svolta dalle forze dell'ordine. Nella provincia di Firenze (vedi tabella 9) gli operatori di polizia alla fine del 1998 erano 5267, pari a circa 5,5 ogni mille abitanti. Quest'ultimo valore risulta abbastanza in linea con quelli di altre province simili per dimensioni e caratteristiche ma è certamente superiore alla media italiana (4,6‰).

Il numero complessivo dei rappresentanti delle forze dell'ordine non è comunque di per sé un indicatore molto significativo. Più interessante può essere mettere a confronto questo dato con quello relativo al numero dei delitti denunciati. L'indice di dotazione che ne risulta evidenzia a Firenze valori inferiori alla media nazionale (77,7 contro 100). Rispetto quindi alla domanda di sicurezza espressa dai fiorentini sembra esserci, a livello provinciale, una sotto dotazione di personale adibito al controllo del territorio.



TRASPORTI ED AMBIENTE

Come in tutte le grandi città anche a Firenze sono particolarmente sentite quelle problematiche che incidono direttamente sulla qualità della vita dei cittadini. L'esigenza di un ambiente più vivibile, di una maggiore offerta di spazi verdi, di una migliore qualità dell'aria e di un'efficiente rete di trasporti pubblici sembra essere più sentita là dove maggiore è la complessità della vita (cfr. tabella 10). D'altra parte, nell'affrontare questo tipo di questioni, bisogna tenere conto di quanto il governo dei grandi centri urbani sia più complesso rispetto a quello dei piccoli comuni.

Tab. 10 Percentuale di famiglie che hanno evidenziato problemi di rilevanza ambientale nel comune di residenza - Anno 1998

 
Sporcizia nelle strade
Difficoltà di parcheggio
Difficoltà di collegamento
Traffico
Inquinamento dell'aria
Rumore
Odori sgradevoli
Torino
50,2
67,8
20,8
72,6
68,4
53,0
20,5
Milano
70,2
72,5
17,6
82,9
79,2
54,1
26,4
Bologna
37,4
54,1
16,3
68,1
70,5
49,6
20,3
Firenze
54,0
63,3
19,6
68,6
69,0
55,6
26,2
Roma
65,9
64,4
42,0
71,0
62,4
45,9
24,4
Napoli
48,1
62,9
27,9
65,9
56,5
49,2
29,8
Palermo
41,4
48,5
22,4
57,9
46,5
49,1
24,6
Italia
31,5
38,0
31,0
46,5
37,1
34,6
20,6
Grandi Comuni *
57,0
62,4
28,5
69,5
62,5
48,9
24,8

* Comuni centro dell'area metropolitana più Verona.

Fonte: ISTAT, Indagine multiscopo sulle famiglie. Aspetti della vita quotidiana.

Uno degli indicatori più significativi ai fini della valutazione del degrado ambientale delle aree urbane è il livello di inquinamento dell'aria. Secondo i dati dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT), rilevati dalle otto centraline dislocate sul territorio comunale fiorentino (cfr. tabella 11), la presenza di ossido di carbonio (CO) dal 1993 ad oggi ha subito un forte decremento. Questo buon risultato è da attribuire al rinnovo del parco macchine, e quindi al progressivo diffondersi di veicoli dotati di marmitta catalitica, ai periodici controlli sulle emissioni dei gas di scarico delle autovetture e alle restrizioni imposte alla circolazione in occasione di previste situazioni negative sotto il profilo meteorologico.

Tab. 11 Livelli medi di inquinamento dell'aria a Firenze

(1983=100)
 
Inquinante Stazioni
1993
1994
1995
1996
1997
1998
PM10 A+B+C
1
0,82
0,71
0,66
0,60
0,68
SO2 B
1
0,78
0,89
0,67
0,67
0,56
NO2 A+B
1
1,07
1,02
0,94
0,89
0,90
NO2 C
1
1,12
1,02
0,98
0,94
0,85
CO Rosselli (C)
1
0,93
0,64
0,37
0,24
0,03
O3 Settignano (D)
1
1,23
5,15
4,77
0,69
5,54
NMHC Rosselli (C)
1
1,19
1,04
1,07
0,81
0,81
Benzene Rosselli (C)
-
-
1
0,83
0,69
0,48

Fonte: ARPAT

Pressoché costante è stato invece l'andamento del biossido di azoto (NO2). Il livello di questo fattore inquinante dipende infatti per quasi il 30-35% dalle emissioni degli impianti di riscaldamento domestici e per un'altra larga quota dagli scarichi dei veicoli diesel medi e pesanti (veicoli commerciali, bus, ecc. ). Le rigide temperature invernali degli ultimi anni e l'esiguità del numero di autobus e pullman a metano o elettrici in circolazione possono contribuire a spiegare le difficoltà incontrate nel contenere il valore di NO2. Quanto al biossido di zolfo (SO2), la larga metanizzazione degli impianti termici e la modesta presenza di impianti industriali, hanno consentito di rimanere al di sotto degli standard stabiliti per legge (cfr. tabella 12). Un buon decremento si è registrato per il benzene, anche se non sufficiente a raggiungere il "valore obiettivo" fissato dalle norme (15 m g/m3 come media annuale, 10 m g/m3 dal 1/1/99), superato sia pure limitatamente alle zone esposte in modo diretto alle emissioni da traffico intenso.

Un grave problema di ordine non solo ambientale ma anche sanitario è rappresentato dalla ripresa di elevati livelli di ozono (O3). Nonostante la repentina ed occasionale riduzione verificatasi nel 1997 e contrariamente al trend degli altri inquinanti, l'ozono non accenna a diminuire, soprattutto durante la stagione estiva. E' opinione comune che per ottenere miglioramenti significativi occorrano drastiche e contestuali riduzioni dei livelli di ossido di azoto e di idrocarburi , dato che la formazione di O3 è un fenomeno tutt'altro che semplice e lineare, fortemente dipendente da condizioni meteorologiche ed emissive di area vasta. A questo proposito, sarebbe certamente auspicabile l'introduzione, anche a livello di Unione Europea, di una normativa sulle emissioni fino ad oggi non ancora controllate, come, ad esempio, quelle dei motorini presenti in numero particolarmente elevato nella città di Firenze.

Tab. 12 Qualità dell'aria nella città di Firenze

Inquinante
Definizione del limite
Tipo di

stazione

Unità

di misura

1993
1994
1995
1996
1997
1998
NO2
200 m g/m3 (98° percent. media oraria)
A+B

C

m g/m3
136

185

145

208

139

191

128

181

121

174

123

157

CO
10 mg/m3 media di 8 ore da non superare
C (Rosselli)

C (Mosse)

C (Gramsci)

% di superamenti
10,5

0,6

0,5

9,8

0,2

0,0

6,7

0,2

0,0

3,9

0,0,

0,0

2,5

0,0

0,0

0,3

0,0

0,0

O3
200 m g/m3 media oraria da non superare più di una volta al mese
D (Settign.)

A

B (Novoli)

n° di ore di superamenti
14

-

-

17

-

-

62

14

5

97

23

33

9

10

1

72

9

29

NMHC (Idrocarburi non metanici)
200

m gC/m3 media di 3 ore consecutive

C (Rosselli)
% di superamenti della media oraria (1500

m gC/m3)

27
32
28
29
22
22
BENZENE
15 m g/m3 media

annuale (10 m g/m3 dal 1/1/99)

A

B

C

m g/m3
-

-

-

-

-

-

5,0

8,0

38,8

6,0

9,2

32,9

3,6

9,2

26,6

18,6
BENZO(a)

PIRENE

2,5 ng/m3

media

annuale (1,0 ng/m3 dal 1/1/99)

A

B

C

ng/m3
-

-

-

-

-

-

0,4

1,6

2,8

0,2

1,9

3,5

0,2

0,1

1,7

*

*

*

*Nel corso dell'anno 1998, per difficoltà di ordine tecnico, non è stato possibile procedere al rilevamento. Tuttavia, alcune misure effettuate nei mesi di dicembre 1998 e gennaio 1999, mostrano una concentrazione media in periodo invernale nella stazione Mosse pari a 5,5 ng/m3.
Fonte: ARPAT

Un altro importante problema ambientale, che interessa in modo particolare i centri metropolitani, è quello dell'inquinamento acustico. Nonostante negli ultimi anni a Firenze l'attenzione ai danni provocati dal rumore e le azioni per limitarli siano in aumento (si pensi alla realizzazione di interventi di bonifica quali l'utilizzo di asfalto fonoassorbente e la costruzione di barriere antirumore), i dati raccolti dal treno verde di Legambiente sono allarmanti: 76,5 decibel di giorno e 73,4 di notte in viale Don Minzoni contro i 50-40 regolamentari. Se poi si passa in periferia, a Peretola gli aerei in fase di atterraggio o di decollo fanno salire i valori fino a 101 decibel, rischiando di provocare seri danni all'udito ed alla funzionalità cardiaca degli abitanti della zona.

Tab. 13 Alcuni indicatori sulla presenza di autovetture e sull'utilizzo dell'auto nei grandi comuni

 
Autovetture
per 100 abitanti
(anno 1997)
Auto/Kmq
(anno 1997)
% pop. > 18 anni 
che utilizzano l'auto 
(anno 1998)
% pop. > 18 anni che utilizzano l'auto
tutti i giorni o qualche volta alla settimana (anno 1998)
Torino
55,9
3.928
55,8
50,2
Milano
58,7
4.190
56,1
50,1
Genova
43,4
1.155
54,8
45,2
Bologna
52,1
1.421
65,3
57,1
Firenze
52,5
1.948
66,1
58,4
Roma
60,1
1.240
63,4
54,8
Napoli
60,0
5.296
41,3
34,3
Palermo
51,2
2.218
58,3
52,7
Italia
54,2
1.494
57,6
50,5

Fonte: ISTAT

L'analisi delle due forme di inquinamento di cui sopra (atmosferico ed acustico) sottolineano in modo evidente gli effetti negativi sull'ambiente del fenomeno del traffico. In questo quadro piuttosto complesso assumono rilevanza, da un lato, la consapevolezza degli effetti esterni derivanti dalle scelte individuali e, dall'altro, le politiche poste in essere dalle autorità locali, tese ad influenzare il numero di autoveicoli privati in circolazione e, più in generale, le decisioni di spostamento. Tutto ciò appare particolarmente urgente a Firenze dove, in base a dati ISTAT, il numero di auto per abitanti è piuttosto elevato (cfr. tabella 13) ed oltre 58% della popolazione in età da patente dichiara di utilizzare l'automobile più di una volta alla settimana.

Una possibile alternativa all'uso dell'auto in città è rappresentata dal ricorso al servizio pubblico di trasporto. L'analisi degli indicatori contenuti nella tabella 14 desta qualche perplessità. Nonostante si continui a parlare della necessità di incrementare il servizio per adeguarlo alle sempre nuove esigenze degli utenti, la lunghezza di esercizio della rete è rimasta invariata tra il 1997 ed il 1998. Quanto al numero medio di mezzi disponibili, questi sono addirittura diminuiti, durante lo stesso periodo, dell'1,2 in termini percentuali, passando rispettivamente da 498 unità a 492. In calo anche il numero di passeggeri paganti (-6,3%), segno della crescente incapacità del trasporto pubblico di porsi come valida alternativa all'utilizzo di mezzi privati. Una nota positiva è certamente l'impegno mostrato dall'Azienda Trasporti Area Fiorentina (ATAF) sul piano della tutela ambientale. Il parco mezzi 1998 comprende infatti 39 veicoli a basso impatto ambientale, dei quali 20 a trazione elettrica e 19 a gas naturale.

Tab. 14 Alcuni indicatori relativi al servizio di trasporto pubblico

1996
1997
1998
Var. 97/96
Var. 98/97
Lunghezza di esercizio della rete (Km)
618
630
630
+1,9
0,0
Numero di mezzi in dotazione medi
481
505
502
+5,0
-0,6
Numero di mezzi disponibili in servizio medio
461
498
492
+8,0
-1,2
Abitanti del territorio servito
599.513
599.513
590.617
0,0
-1,5
Totale passeggeri paganti
76.401.000
77.238.750
72.334.500
+1,1
-6,3

Fonte: ATAF

Un altro problema da tenere in seria considerazione quando si parla di ambiente è quello dello smaltimento dei rifiuti. L'uso intensivo dello spazio e l'elevata concentrazione abitativa producono nelle grandi città consumo di risorse e rilascio di residui, che contribuiscono a peggiorare le condizioni igieniche.

Nel 1998 nel Comune di Firenze sono state raccolte 226.754 tonnellate di rifiuti solidi urbani (pari a circa 603 Kg annui pro-capite), delle quali 195.779 di rifiuti indifferenziati e 30.975 di rifiuti differenziati (tabella 15). Se si confrontano questi dati con quelli relativi al 1997, si può notare come la produzione totale di rifiuti urbani sia cresciuta del 3,5%, un incremento imputabile solo in parte ai maggiori consumi della popolazione residente, ma sul quale pesano anche gli scarti prodotti dai numerosi turisti che ogni anno visitano la città. Va sottolineata inoltre la ripresa del trend di crescita dei rifiuti indifferenziati (+1,7%), dopo anni di costante calo. All'apparenza significativo è lo sforzo messo in atto dal Consorzio Quadrifoglio per la raccolta differenziata dei residui urbani che fanno così segnare una variazione di +16% rispetto allo scorso anno, permettendo a Firenze di raggiungere un tasso complessivo pari al 13,7%, non lontano quindi da quel 15% previsto dal Decreto Ronchi come obiettivo per il 1999 (cfr. grafico 2). Tuttavia, se si analizzano nello specifico le distinte voci di raccolta, ci si accorge facilmente come in termini assoluti solo la raccolta di carta e cartone sia aumentata (13.645 tonnellate contro le 10.008 tonnellate del 1997), mentre per i restanti materiali (vetro, lattine, pile, farmaci, ecc.), che peraltro sono anche i più inquinanti, si registra, al contrario, un evidente calo.
 

Tab. 15 Rifiuti raccolti nel Comune di Firenze

(Tonnellate)
 
1994
1995
1996
1997
1998
Rifiuti indifferenziati (interni + esterni)
205.085
200.826
195.862
192.395
195.779
Raccolte differenziate
13.684
15.955
20.095
26.689
30.975
- vetro
3.915
3.912
4.510
5.101
4.258
- carta e cartone
7.667
7.694
8.734
10.008
13.645
- lattine
25
27
34
39
31
- pile
34
39
32
42
37
- farmaci
19
20
15
18
20
- altro
2.024
4.262
6.769
11.479
12.984
TOTALE
218.769
216.781
215.957
219.084
226.754
Variazione %
2,36
-0,91
-0,38
1,45
3,50

Fonte: Consorzio Quadrifoglio
 
 

Grafico 2

Fonte: nostra elaborazione


ABITAZIONI

Per il settore immobiliare fiorentino il 1998 si è rivelato un anno di grandi cambiamenti. Stando ai dati forniti da Gabetti Agency, la domanda di abitazioni residenziali nelle zone centrali è cresciuta in media di oltre il 20%, a fronte di una diminuzione dell'offerta di circa tre punti percentuali. Come conseguenza, l'incremento medio (su base annua) delle quotazioni è stato stimato dall'ufficio studi di Tecnocasa intorno al +10,1% rispetto ai valori del 1997 (a livello nazionale, prendendo in considerazione esclusivamente i capoluoghi di provincia, si è registrato un aumento di +5,5%). A Firenze il prezzo medio di un'abitazione, indipendentemente dalla sua tipologia e localizzazione, si aggira oggi intorno ai tre milioni a metro quadro (cfr. tabelle 16 e 17), con punte che superano i quattro milioni e mezzo nel caso di edifici recenti situati in prossimità del viale dei Colli.

Tab. 16 Quotazioni immobiliari a Firenze - anno 1998

(in milioni di lire al metro quadrato)
 
Nuovi*
Recenti*
Vecchi*
Media
min
Max
min
Max
min
Max
Centro
3,44
4,17
2,83
3,46
2,17
2,74
3,14
Oltrarno
3,20
3,90
2,65
3,05
2,18
2,58
2,93
V.le Dei Colli e

P. Imperiale

4,63
5,70
3,73
4,65
3,10
3,73
4,25
Via Senese
3,43
3,73
2,90
3,43
2,30
2,70
3,08
V. Di Circonvallazione
3,43
4,15
3,05
3,55
2,55
3,05
3,30
Cure - Campo Marte
3,78
4,62
3,22
4,06
2,88
3,37
3,65
Aretina
3,40
3,43
2,73
3,10
2,27
2,67
2,93
Gavinana
3,20
3,70
2,80
3,23
2,40
2,80
3,02
Rifredi
3,10
3,52
2,68
3,10
2,24
2,62
2,88
Firenze Nord
2,60
2,90
2,26
2,56
1,86
2,22
2,40
San Jacopino
2,80
3,20
2,45
2,80
2,05
2,45
2,63
Panche 
2,60
3,05
2,30
2,55
1,80
2,20
2,42
Isolotto
2,75
3,12
2,40
2,80
1,98
2,28
2,56
Valori medi
3,26
3,78
2,77
3,26
2,29
2,72
3,01

* Gli alloggi si intendono come nuovi se costruiti da non più di dieci anni; recenti se realizzati tra undici e trent'anni; vecchi se risalgono ad oltre trent'anni fa.

Fonte: Gabetti Agency

Il calo dei tassi di interesse sui mutui ipotecari (ormai giunti ai minimi storici), le agevolazioni previste per le ristrutturazioni e la crescita delle richieste d'acquisto da parte degli stranieri hanno certamente contribuito a vivacizzare il mercato immobiliare fiorentino. La vera novità è però il riavvicinamento degli investitori privati pronti ad acquistare grandi complessi (anche da ristrutturare) al solo scopo di riaffittarli successivamente sul libero mercato. Considerati infatti i bassi rendimenti offerti dai titoli di Stato (Bot, Cct, ecc.), la casa è tornata ad essere un investimento altamente remunerativo. Secondo recenti stime di Nomisma, attualmente l'affitto di un appartamento nel capoluogo fiorentino consente ai proprietari di ottenere un rendimento medio lordo di circa il 6% (3% al netto delle imposte), percentuale che tende ad incrementarsi di 1-2 punti nel caso di locazioni di appartamenti di piccolo taglio. Tutto ciò sembra riflettersi sull’entità dei canoni di locazione, il cui trend a Firenze è apparso in costante crescita durante il 1998. L'aumento del prezzo degli affitti appare in contro tendenza rispetto a quanto accade nelle principali città italiane, dove, secondo gli osservatori, i canoni sarebbero rimasti pressoché stabili nel corso dell'ultimo anno.
 

Tab. 17 Quotazioni immobiliari delle abitazioni in alcuni capoluoghi di provincia al maggio 1999.
(in milioni di lire al metro quadrato)
Città
Centro
Periferia
min
Max
min
Max
Torino
1,5
3,6
1,1
2,3
Milano
3,0
6,3
1,5
3,5
Genova
1,5
3,0
1,0
3,5
Bologna
3,0
5,5
2,7
3,8
Firenze
2,5
4,5
1,9
4,1
Grosseto
1,7
3,2
1,5
3,5
Pisa
1,4
3,5
1,0
3,0
Siena
2,5
3,8
n.d.
n.d.
Perugia
1,2
1,8
1,1
2,2
Roma
2,7
5,5
1,5
3,6
Napoli
0,9
4,0
0,7
5,2
Palermo
0,8
2,5
1,0
2,2
Cagliari
2,4
2,7
n.d.
n.d.

Fonte: Osservatorio Immobiliare Tecnocasa

Tab. 18 Numero di sfratti nel Comune di Firenze

1995
1996
1997
1998
Var. % '96/'95
Var. % '97/'96
Var. % '98/'97
Numero di sfratti richiesti
569
598
743
976
5,1
24,2
31,4
Numero di rilasci avvenuti
880
857
729
1.151
-2,6
-14,9
57,9
Numero di sfratti pendenti al 31/12
7.532
7.273
7.286
7.108
-3,4
0,2
-2,4

Fonte: Corte di Appello di Firenze

Per certi versi positiva, soprattutto per chi attende di vedere liberato il proprio appartamento, appare la situazione degli sfratti. Nonostante il numero degli sfratti richiesti sia aumentato del +31,4% durante il 1998 (vedi tabella 18), i rilasci avvenuti sembrano avere invertito la tendenza consolidatasi negli ultimi anni, segnando così un +57,9%. In calo il numero di sfratti pendenti al 31 dicembre 1998 (-2,4%), a conferma della significativa diminuzione della durata media dei procedimenti che fa seguito all'adozione di nuove norme in tema di semplificazione amministrativa.


1.2 – TERRITORIO

1.21 Superficie in Km/q 102.416
1.2.2 RISORSE IDRICHE
* Laghi n.°  n.° / / *Fiumi e torrenti 15
1.2.3 STRADE
*Comunali Km. 796 *Statali Km................. *Provinciali Km.................  *Vicinali Km.............. *Autostrade Km.................
1.2.4 PIANI E STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI

*Piano regolatore adottato SI
*Piano regolatore approvato SI Delib. C.R. 385/97
*Programma di fabbricazione NO
*Piano edilizia economica e
popolare SI Delib. C.C. 141/98

PIANO INSEDIAMENTI PRODUTTIVI

*Industriali SI
*Artigianali SI
*Commerciali NO
*Altri strumenti (specificare) 
Esistenza della coerenza delle previsioni annuali e pluriennali con gli strumenti urbanistici vigenti (art. 12, comma 7, D. L. vo 77/95) si no
Se SI indicare l’area della superficie fondiaria (in mq.)

AREA INTERESSATA AREA DISPONIBILE

P.E.E.P. ....................................... .....................................
P.I.P. ...................................... ..................................... 



 

1. 3– SERVIZI

1. 3.1 – PERSONALE

Previsioni al 31.12.1999
 
Q.F.
PREVISTI NEL
PIANO OCCUPAZIONALE 
IN SERVIZIO
Dirigenza
94
90
D 3
248
230
D 1
1307
1284
C
958
995
B 3
1397
1371
B 1
744
733
A
734
676
Statale ex 9°
1
1
Statale ex 7°
277
274
Statale ex 6°
398
392
TOTALE
6158
6046


1.3.1.2 – Totale personale al 31/12/1998 (anno precedente all’esercizio in corso):



 
 
1.3.1.3 AREA TECNICA
Q.F.
QUALIFICA PROFESSIONALE
PREVISTI NEL

PIANO OCCUPAZIONALE

IN SERVIZIO
Esecutore tecnico
135
149
Addetto tecnico
35
43
Operatore assistente bagnanti
4
3
Operatore autista
59
55
Operatore autofficina
6
6
Operatore boscaiolo
25
25
Operatore carrozziere
2
1
Operatore chimico
32
32
Operatore cimiteri
62
58
Operatore cuciniere
73
68
Operatore edile
27
24
Operatore elettrauto
0
0
Operatore elettrotecnico
127
122
Operatore falegname
12
13
Operatore giardiniere
129
123
Operatore idraulico
132
120
Operatore impianti sportivi
45
44
Operatore meccanico
19
19
Operatore tappezziere
2
1
Operatore telefonico
24
24
Operatore tipografico
21
19
Disegnatore
1
1
Istruttore agrario
0
0
Istruttore edile
89
53
Istruttore industriale
16
0
Istruttore Direttivo Disegnatore Progettista
12
12
Istruttore Direttivo Chimico
11
11
Istruttore Direttivo Edile
57
54
Istruttore Direttivo Industriale
23
21
Istruttore Direttivo Paesaggista
8
7
Chef
2
2
Funzionario biologo
1
1
Funzionario chimico
2
2
Funzionario edile
57
56
Funzionario industriale
16
14
Funzionario paesaggista
5
5
Funzionario geologo
1
0
Dirigente
Dir. Tecnico
34
35

 
 
1.3.1.4 AREA ECONOMICO - FINANZIARIA
Q.F.
QUALIFICA PROFESSIONALE
PREVISTI NEL

PIANO OCCUPAZIONALE

IN SERVIZIO
Istruttore contabile
1
1
Istruttore Direttivo contabile
62
60
Funzionario contabile
18
18
Dirigente
Dirigente Economico finanziario
8
8

 
 
1. 3.1.5 AREA DI VIGILANZA
Q.F.
QUALIFICA PROFESSIONALE
PREVISTI NEL

PIANO OCCUPAZIONALE

IN

SERVIZIO

Agente Polizia Municipale
184
196
Istruttore Polizia Municipale
407
367
Istruttore Direttivo Polizia Municipale
90
90
Funzionario Polizia Municipale
17
2

 
1. 3.1.6 AREA DEMOGRAFICA - STATISTICA
Q.F.
QUALIFICA PROFESSIONALE
PREVISTI NEL

PIANO OCCUPAZIONALE

IN

SERVIZIO

Istruttore Direttivo Statistico
0
0
Funzionario Economico Statistico
4
5

NOTA: per le aree non inserite non devono essere fornite notizie sui dati del personale.
In caso di attività promiscua deve essere scelta l’area di attività prevalente.
 



 


1. 3. 2 - STRUTTURE

 

TIPOLOGIA

ESERCIZIO IN CORSO
PROGRAMMAZIONE

PLURIENNALE

 
Anno 1999
Anno 2000
Anno 2001
Anno 2002
1.3.2.1 Asili nido n°. 40
Posti 1698
Posti 1813

Asili n°.

Posti 2103

Asili n°.

Posti 2283 Asili n°.
1.3.2.2 Scuole materne n°. 75
Posti 6563
Posti 6555
Posti 6555
Posti 6560
1.3.2.3 Scuole elementari n°. 56
Posti 10996
Posti 10990
Posti 10990
Posti 10990
1.3.2.4 Scuole medie inf. 28
Posti 7368
Posti 7360
Posti 7360
Posti 7360
Scuole medie sup. 3
Posti 2600
Posti 2500
Posti 2200
Posti 2200
1.3.2.5 Strutture residenziali

per anziani n°. 4

Posti 99
Posti 143
Posti 143
Posti 143
1.3.2.6 Farmacie Comunali
21
21
21
21
1.3.2.7 Rete fognaria in Km.
- bianca
15
21
23
25
- nera
19
21
28
30
- mista
831
832
833
836
1.3.2.8 Esistenza depuratore
NO
SI
SI
SI
1.3.2.9 Rete acquedotto in Km.
875,5
876,5
877,5
879
1.3.2.10 Attuazione servizio
idrico integrato
NO
SI
SI
SI
1.3.2.11 Aree verdi, parchi, giardini
n.° 25
hq. 473
n.° 25
hq. 489
n.° 25
hq. 514
n.° 25
hq. 529
1.3.2.12 Punti luce illuminazione pubblica
32981
34000
34700
35200
1.3.2.13 Rete gas in Km.
846
850
854
858
1.3.2.14 Raccolta rifiuti in q.
2.321.890
2.428.330
2.415.570
2.464.010
Raccolta differenziata
Si
Si
Si
Si
1.3.2.15 Esistenza discarica
No
No
No
No
1.3.2.16 Mezzi operativi
81
80
80
80
1.3.2.17 Veicoli
930
925
925
920
1.3.2.18 Centro elaborazione dati
Si
Si
Si
Si
1.3.2.19 Personal computer
2029
2499
2559
2709
1.3.2.20 Altre strutture (specificare).................................................................................................



1. 3. 3 - ORGANISMI GESTIONALI

 

ESERCIZIO
IN CORSO
PROGRAMMAZIONE 
PLURIENNALE
 
1999
2000
2001
2002
1.3.3.1 CONSORZI
2
/
/
/
1.3.3.2 AZIENDE
1
/
/
/
1.3.3.3 ISTITUZIONI - ENTI ASSOCIATIVI DI NATURA ECONOMICA
7
7
7
7
1.3.3.4 SOCIETA’ DI CAPITALI
16
20
20
20
1.3.3.5 CONCESSIONI
3
3
3
3


1.3.3.1 - CONSORZI

A) QUADRIFOGLIO: Consorzio d'igiene urbana e ambientale dell'area fiorentina
COMUNI ASSOCIATI: 5 Firenze
  Calenzano
  Campi Bisenzio
  Sesto Fiorentino

Signa

B) A.T.A.F. : Azienda Trasporti Area Fiorentina

Consorzio Intercomunale
COMUNI ASSOCIATI: 9  Firenze
  Sesto Fiorentino
  Scandicci
  Campi Bisenzio
  Bagno a Ripoli
  Fiesole
  Calenzano
  Impruneta
  Vaglia


1.3.3.2 - AZIENDE

A) A.F.A.M. Azienda Farmacie Comunali


1.3.3.3 - ENTI ASSOCIATIVI DI NATURA ECONOMICA

A) Ent - Art / Polimoda
ENTI ASSOCIATI: 9 Comune Firenze
  Ente Cassa Risparmio Firenze
  C.C.I.A.A.Firenze
  Comune Prato
  Provincia Firenze
  Centro Moda Italiana
  Associazione Industriali Firenze
  Unione Industriale Pratese
  Cassa di Risparmio di Prato

B) Scuola di Scienze Aziendali
ENTI ASSOCIATI: 4 Comune Firenze
  C.C.I.A.A. Firenze
  Provincia Firenze
  Ass.Industriali Firenze

C) Scuola Superiore di Tecnologie Industriali
ENTI ASSOCIATI: 4 Comune di Firenze
  Provincia di Firenze 
  C.C.I.A.A. di Firenze 
  Ass. Industriali di Firenze 

D) Promolovaro

ENTI ASSOCIATI: 18 Comune Firenze
  Provincia Firenze
  C.N.A Firenze
  Comune Scandicci
  Comune Calenzano
  Comune Borgo S.Lorenzo
  Comitato Reg. Lega Coop.
  Comune Pontassieve
CGIL Firenze
UIL Firenze
CE.NA.S.C.A. – CISL Firenze
Comune di Rufina
Comune di S.Piero a Sieve
Comune di Vicchio
Comune di Montespertoli
Comune di Palazzolo sul Senio
Comune di Barberino Val D’Elsa
Unione provinciale Cooperative e Mutue

E) Centro di Firenze per la Moda Italiana
ENTI ASSOCIATI: 14 Comune di Firenze
  Comune di Prato 
  C.C.I.A.A. di Prato
  Provincia di Firenze 
  Artigianato Fiorentino
  Associaz.Industria Laniera Italiana
  Associaz. Industriali Provincia Firenze
  Moda Industria
  C.N.A. di Firenze
  C.C.I.A.A. di Firenze 
  Confcommercio Firenze
  Unione Industriale Biellese
  Unione Industriali Pratese

Associazione Cotoneria


 

F) Centro Studi Turistici di Firenze*

G) Associazione Nazionale Città del Vino*

*Non abbiamo ritenuto opportuno elencare gli altri soci pubblici e privati che, insieme al Comune di Firenze, partecipano negli enti suddetti a causa della loro eterogeneità e numerosità.


1.3.3.4. SOCIETÀ DI CAPITALI


 


A) Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno S.p.A.
 
ENTI ASSOCIATI: 5 Comune di Firenze
  Comune di Pistoia
  Cons. Prov. Livorno del Latte
  Banca Nazionale del Lavoro
  Cassa di Risparmio di Firenze

 

B) S.O.F. S.p.A. Servizi Ospedalieri Fiorentini
 
ENTI ASSOCIATI: 2 Comune di Firenze
  S.I.R.A.M.
Azienda Ospedaliera di Careggi

 

C) S.A.F. S.p.A. Società Aeroporto Fiorentino
 
ENTI ASSOCIATI: 10 Comune di Firenze
  CCIAA Firenze
  Comune di Prato
  Provincia di Firenze
  Regione Toscana
  Cassa di Risparmio di Firenze
  Banca Toscana
  Cassa Risparmio Prato
  S.A.T. S.p.A
  Fidi Toscana S.p.A.

 

D) CESVIT S.p.A. Agenzia Per l'Alta Tecnologia
 
ENTI ASSOCIATI: 8 Regione Toscana
  Provincia di Firenze
  CCIAA di Firenze
  Comune di Firenze
  Assoc. Industriali Prov. Firenze
  Assoc. Promolavoro
  Università di Firenze
  Ente Cassa di Risparmio di Firenze

E) Agenzia Romana per la preparazione del Giubileo S.p.A.
 
ENTI ASSICIATI: 7 Comune di Roma
  Cassa Depositi e Prestiti
  Regone Lazio
  Provincia di Roma 
  CCIAA Roma
  Comune di Firenze
  Comune di Napoli

 

F) CE.AF.F S.p.A. Centro Affari di Firenze
 
ENTI ASSOCIATI: 6 Cassa di Risparmio di Firenze
  Banca Toscana
  CCIAA Firenze
  Comune di Firenze
  Regione Toscana
  Centro Congressi

 

G) Fidi Toscana S.p.A.
 
ENTI ASSOCIATI: Regione Toscana
  Banca Monte dei Paschi di Siena
  Banca Toscana
  Cassa di Risparmio di Firenze
  BNL
  Mediocredito Toscano
  Cassa di Risparmio di Lucca
  Unione CCIAA Toscana
  Feder. Tosc. Banche Credito Coop.
  Altri Istituti di Credito
  Comune di Firenze
  Altri 

 
 

H) S.A.T. S.p.A. Società Aeroporto Toscano Galileo Galilei
 
ENTI ASSOCIATI: Regione Toscana
  Provincia di Pisa
  Provincia di Firenze
  Provincia di Livorno
  Altre Provincie
  Comune di Pisa
  Comune di Firenze
  Comune di Livorno
  Altri Comuni
  CCIAA Pisa
  CCIAA Firenze
  Altre CCIAA
  Banca Toscana
  Cassa di Risparmio di Pisa
  Altri Istituti Bancari
  Associazioni di Categoria
  Piaggio
  Società Ind.le Partecip.

 

I) FIRENZE EXPO Centro fieristico e congressuale S.p.a.
 
ENTI ASSOCIATI: Regione Toscana
  Comune Firenze
  CCIAA Firenze
  Comune Prato
  Provincia Firenze
  Provincia Pistoia
  API Toscana
  Artigianato Fiorentino
  Assoc.Indust.di Firenze
  COMSERVICE S.r.l.
  CONF. FIN.
  FIN. PAS. S.r.l.
  Unione Indust.di Prato
  Unione Prov.Agricoltori
  C.N.A. Comitato Regionale
  C.N.A. Associazione Firenze
  Altre C.C.I.A.A.. 
  Altre Associazioni di categoria


1.3.3.5. SERVIZI GESTITI IN CONCESSIONE


 


A) Mercafir S.p.A.
 
ENTI ASSOCIATI: 9 Comune di Firenze
  Fin.Pas. S.r.l.
  Fin.Gros. S.r.l.
  Con.Fin. Confesercenti S.r.l.
  C.C.A. S.C.r.l.
  CO.DI.GE.CO. S.r.l.
  Unione Reg.le Toscana coop.
  CON.SV.AGRI. S.C.r.l.
  Centraledel Latte Firenze,Pistoia,Livorno

 

B) Fiorentina Gas S.p.A.
 
ENTI ASSOCIATI: 20 Comune di Firenze
  Italgas S.p.A.
  Snam S.p.A.
  Comune Bagno a Ripoli
  Comune di Rignano sull'Arno
  Comune Pian di Scò
  Comune Impruneta
  Comune Castelfranco di Sopra
  Comune Pergine Valdarno
  Comune Rufina
  Comune Incisa Valdarno
  Comune Reggello
  Comune Pontassieve
  Comune Londa
  Comune Fiesole
  Comune di Vicchio
  Comune Vaglia
  Comune di Scarperia
  Comune di Borgo S. Lorenzo

Comune di Campi Bisenzio


 

C) S.IL.FI S.p.A. Società Illuminazione Firenze
 
ENTI ASSOCIATI: 2 Comune di Firenze
  Piero Branzanti



 


1.4 - L'ECONOMIA INSEDIATA

IL CONTESTO NAZIONALE

Nel 1998 l'economia mondiale ha presentato un tasso di crescita del 2,5%, decisamente inferiore rispetto al 4,2% registrato l'anno precedente. Conferma di questa flessione è fornita anche dalla rilevazione sul commercio internazionale aumentato durante il 1998 del 3,3%, che rappresenta solo un terzo della crescita del 1997 (+9,9%). I motivi di questa flessione sono essenzialmente da ricondurre alla crisi scoppiata nel 1997 in Asia, estesasi successivamente alle economie più deboli di Russia e dell'America Latina e che, per reazione a catena, ha provocato rallentamenti all'attività anche in Europa. I paesi che hanno accusato durante l'anno solare i maggiori ribassi dell'attività economica sono infatti il Giappone, con una riduzione del 2,8% del prodotto interno, e tutti i principali stati del Sud - Est Asiatico dall'Indonesia col -13,7% ad Hong Kong con -5,1%. Al contrario le economie più stabili hanno più facilmente retto l'urto, gli USA con un incremento del 3,9% e l'Europa con +2,9% che diventa +3,0% se si considera i soli paesi dell'Unione Monetaria.

Nell'area dell'Unione Europea il Prodotto Interno Lordo ha fatto registrare una crescita solo leggermente superiore a quella dell'anno precedente, quando fu del 2,7%, che inoltre, se analizzata nel dettaglio dei due semestri per ognuno dei principali paesi, presenta notevoli riduzioni fra la prima e la seconda metà dell'anno. Il rallentamento congiunturale europeo, il tasso di disoccupazione complessivo di circa il 10% è più del doppio di quello degli Stati Uniti, si è fatto più evidente all'inizio del corrente anno, ma secondo il parere degli esperti l'economia mondiale e quella continentale dovrebbero aver toccato nei primi mesi del 1999 il punto di minimo del ciclo.

L'economia italiana nel 1998 ha continuato a procedere a bassa velocità. L'anno trascorso e l'inizio del 1999 hanno mostrato un ritmo di sviluppo modesto decisamente inferiore alle potenzialità del paese. L'incremento annuale del PIL a prezzi costanti (+1,3%) si è rivelato inferiore a quello pur modesto dell'anno passato (+1,5%) ed ha posto l'Italia nel ruolo di fanalino di coda rispetto ai principali paesi dell'U.E.: Spagna +3,8%, Francia +3,2%, Germania +2,8%, Regno Unito +2,1%.

Curiosando nel dettaglio dei grandi settori la crescita del prodotto è da attribuire soprattutto all'industria manifatturiera. L'indice della produzione industriale ha registrato nel 1998 un aumento dell'1,9%, comunque inferiore a quello dell'anno precedente, e per i primi due mesi del 1999 addirittura un calo del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno prima. Al febbraio 1999 i settori maggiormente dinamici si sono rivelati quello dei mobili (+11,5%), della carta (+5,4%), del legno (+3,9%) dei minerali non metalliferi (+1%) e di gas, acqua ed energia elettrica (+1%). Variazioni negative hanno invece accusato i settori della produzioni di metallo e prodotti in metallo (-10,9%), dei mezzi di trasporto (-8%), della chimica (-5,9%), delle raffinerie di petrolio (-5,1%), del tessile abbigliamento (-4,8%) e di gomma e materie plastiche (-4,6%). Territorialmente il rallentamento dei livelli di attività si è verificato in po' in tutte le regioni. Deboli segnali di ripresa si sono presentati solo nel Nord - Est dove tradizionalmente grazie alle medie imprese si hanno risultati economici ed occupazionali migliori rispetto alle altre ripartizioni.

Il mercato del lavoro, dopo un periodo di stagnazione, ha chiuso il 1998 con un aumento del numero degli occupati. Questa crescita, sebbene modesta perché non andata oltre le 110 mila unità di lavoro (+0,5%) che non hanno comunque smosso il tasso di disoccupazione rimasto ad un 12,3% ben superiore alla media U.E., rappresenta comunque un'inversione di tendenza che, se analizzata nel dettaglio, è un segnale di un cambiamento in atto nel mondo del lavoro. Nel complesso infatti il quadro dell'occupazione ci mostra tendenze chiare. Ad una sostanziale stazionarietà degli occupati a tempo indeterminato ed a tempo pieno, fa riscontro un aumento delle persone impiegate part - time (+9,3%), a tempo determinato (+10,9%) e con contratti a termine (+24,4% nell'industria e +13,2% nel terziario). L'introduzione di elementi di maggiore flessibilità nella legislazione e nei contratti collettivi mostra come questi sviluppi del mercato del lavoro non rappresentino delle trasformazioni temporanee, ma siano l'inizio di quell'aggiustamento strutturale da più parti auspicato. A conferma di ciò c'è la rapida diffusione dei rapporti di lavoro interinale da poco introdotto dalla legge italiana. Proprio attraverso lo sviluppo di rapporti contrattuali più flessibili si dovrà in futuro cercare di appianare il divario territoriale del paese che nel 1998 si è ulteriormente allargato: si passa da un Centro - Nord dove i senza lavoro sono il 7,4% della forza lavoro complessiva (7,6% nel '97) ai 22,8% (22,3% nel '97) del Sud - Isole dove all'Aprile '99 è disoccupato ben il 56,6% dei giovani di età compresa fra i 15 ed i 24 anni.

Ad ulteriore conforto di una ripresa dell'occupazione industriale sta il minor ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel 1998 infatti sono risultati in calo rispetto all'anno precedente sia gli interventi ordinari (-10,9%) che quelli straordinari (-26,5%) che quelli di gestione edilizia (-10,7%).

Le cause del rallentamento della nostra economia sono da ricondurre più ad un calo della domanda estera che all'andamento di quella interna. La crisi dei paesi del Far East, che ha poi come detto contagiato molti altri paesi emergenti, ha provocato una depressione al settore export italiano maggiore di quanto sia successo in altri paesi. Le esportazioni complessive sono aumentate di appena l'1,2% (contro l'aumento del 5,0% del '97), ciononostante l'Italia continua a mantenere il sesto posto nella graduatoria dei principali paesi esportatori. La crisi dell'export ha lasciato il compito di sostenere l'economia alla sola domanda interna aumentata del 2,0% rispetto al '97.

Tab. 1 Conto Risorse e Impieghi dell'Italia 1995-1997
(Miliardi di Lire a prezzi correnti e variazioni % a prezzi costanti)

1995
1996
1997
1998
1996/'97
1997/'98
Prodotto Interno Lordo
1.787.278
1.896.022
1.974.618
2.057.731
1,5
1,3
Importazioni
392.013
376.968
422.612
441.038
10,0
6,1
TOT. RISORSE
2.179.291
2.272.990
2.397.230
2.498.769
Spesa finale delle famiglie
1.064.471
1.118.967
1.176.996
1.224.882
2,6
1,7
Spesa finale delle AAPP e ISP
326.933
352.417
367.583
381.757
-0,5
1,3
Investimenti fissi lordi
327.852
344.154
354.637
372.619
0,9
3,5
Esportazioni
442.206
451.062
481.273
491.702
5,0
1,2
Variazioni delle scorte
17.829
6.390
16.741
27.809
369,9
56,0
TOT. IMPIEGHI
2.179.291
2.272.990
2.397.230
2.498.769

Fonte: ISTAT

Fra le voci da analizzare merita soffermarci sul minore aumento dei consumi finali interni, ascrivibile soprattutto alla spesa delle famiglie cresciuta di soli 1,7 punti rispetto ai 2,6 dell'anno precedente. L'acquisto di mezzi di trasporto, agevolato nel 1997 dalle rottamazioni promosse dal governo, è la voce che spiega per i consumi finali il notevole risultato di quell'anno e, essendosi attualmente questo contributo pressoché azzerato, il rallentamento per l'anno successivo. Questa minore propensione al consumo è tanto più grave in considerazione del fatto che nel 1998 si è ulteriormente accentuata la tendenza alla disinflazione e che l'incremento generale dei salari (+2,3%) ha permesso di mantenere stazionario il potere di acquisto delle retribuzioni.

Proprio la riduzione dell'inflazione rappresenta il risultato migliore ottenuto dalla nostra economia nell'ultimo decennio. Per il 1998 l'indice dei prezzi al consumo ha chiuso all'1,8% raggiungendo l'obiettivo postosi dal Governo e centrando con ampio margine il parametro di Maastricht (inflazione non superiore alla media dei tre paesi che hanno ottenuto i migliori risultati aumentata dell'1,5%). Anche per i primi mesi del 1999 questa tendenza al ribasso è proseguita arrivando all'1,3% in Marzo e mostrando solo in Luglio un aumento all'1,7% che però non dovrebbe pregiudicare gli obiettivi dell'1,5% per l'anno in corso e dell'1,2% per il 2000 espressi nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2000-2003. In sintesi è oramai ritenuto un dato di fatto l'attestamento dei prezzi al consumo sotto il 2% di crescita annua ed il taglio netto con il passato degli anni 70 ed 80 quando l'economia italiana in confronto a quelle degli altri paesi europei era caratterizzata da alta e persistente inflazione. Buoni risultati sono stati ottenuti alla voce spese per investimenti dove si è verificata un'accelerazione del 3,5%.

Sul fronte dei conti pubblici anche il 1998, così come l'anno precedente, ha presentato risultati positivi. La riduzione del deficit di bilancio pubblico entro il 3% del PIL, richiesta dai parametri di Maastricht, è stata, assieme all'abbattimento dell'inflazione, l'altro risultato fondamentale del risanamento economico italiano.

L'aggregato valido per la determinazione del rapporto deficit/PIL è l'indebitamento netto del conto economico delle amministrazioni pubbliche cresciuto dal 1997 al '98 in valori assoluti da 54,6 a 56,2 migliaia di miliardi, ma in percentuale del prodotto ridottosi dal 2,8% al 2,7%. Il risultato è di poco superiore all'obiettivo del 2,6% fissato dal Dpef 1999-2001, ma, a fronte di valori di 132,5 migliaia di miliardi e del 7,0% del PIL ancora nel 1996, testimonia comunque la portata complessiva della politica di risanamento.

L'aumento dell'indebitamento netto dell'ultimo anno, il minor gettito fiscale è stato causato dalla riforma dell' IRAP e dalla limitata crescita economica, non ha comunque impedito alla politica di bilancio del 1998 di avvicinarsi agli obiettivi. Questi risultati sono da attribuire nel 1997 soprattutto all'aumento del saldo primario (differenza fra entrate ed uscite di cassa del settore pubblico al netto degli interessi sul debito) e nel 1998 alla minore spesa dovuta alla diminuzione degli interessi sul debito pubblico. I minori oneri per interessi sul debito, valutati per il 1998 in circa 23 mila miliardi e scesi rispetto all'anno precedente dal 9,5% all'8,0% del PIL (media del 10,5% dal 1990 ad oggi), hanno più che compensato il calo dell'avanzo primario dal 6,7% al 5,2%. Le spese del conto economico pubblico hanno registrato una crescita dell'1,3% rispetto all'anno precedente. Alla riduzione della spesa per interessi passivi che ha beneficiato del calo dei tassi sui titoli pubblici, fa fronte l'espansione delle uscite in conto capitale (+14,2%) e delle spese correnti (+0,4%). In generale la spesa pubblica italiana è ritenuta ancora eccessiva. Nel 1998 la spesa per la protezione sociale ammontava a circa 500 mila miliardi dei quali ben 305 sono andati a finanziare proprio quelle prestazioni pensionistiche che rimangono la fonte di maggiore preoccupazione del processo di risanamento finanziario.

Le entrate totali delle pubbliche amministrazioni sono aumentate dell'1,2%. L'avanzo di bilancio è stato ottenuto essenzialmente attraverso una elevata pressione fiscale che, toccati livelli record nel '97 al 44,8% del PIL, è poi ridiscesa al 43,6% l'anno successivo, calo per gran parte dovuto all'abolizione dei contributi sanitari. Il contenimento del disavanzo ha ulteriormente ridotto il rapporto debito pubblico/PIL passato dal 120,2% del '97 al 116,6% del '98.


LA SITUAZIONE ECONOMICA DELLA TOSCANA

Nel 1998 la crescita dell’economia toscana è risultata notevolmente inferiore alle attese; il miglioramento congiunturale iniziato nel secondo trimestre del '97 e proseguito durante i primi mesi dell'anno successivo ha, infatti, lasciato il posto, a partire dalla primavera, ad una fase di sostanziale stagnazione dell'attività economica. Secondo i dati forniti dall' IRPET, il prodotto interno lordo, calcolato per la prima volta utilizzando metodologie conformi al nuovo Sistema Europeo dei Conti Economici Integrati (SEC95), ha registrato un incremento del 1% in termini reali, al di sotto quindi della media nazionale (+1,3%) e dei risultati conseguiti da molte regioni del centro - nord. Le ragioni di questa modesta performance vanno ricercate in una variazione contenuta della domanda interna a fronte di una forte flessione di quella estera. La Toscana, in sostanza, sembrerebbe avere sofferto durante il 1998 di un significativo gap di domanda rispetto al resto d’Italia.

Tab. 2 Conto delle Risorse e degli Impieghi della Toscana
(A prezzi correnti e variazione percentuali a prezzi costanti)

 
1996
1997
1998
Var. % 97/96
Var. % 98/97
Prodotto interno lordo
125.882
132.136
137.543
2,1
1,0
Importazioni dall’estero
24.778
27.667
28.636
9,6
5,2
Importazioni interregionali nette
3.566
3.356
2.640
-1,5
-11,3
Consumi finali delle famiglie
78.113
82.397
85.750
2,3
1,7
Consumi collettivi
19.861
20.924
21.724
2,2
1,4
Investimenti fissi lordi
20.239
21.103
21.745
2,1
1,5
Esportazioni estere
35.587
37.608
37.729
4,0
-0,6
Variazioni delle scorte
427
1.128
1.872
373,3
55,5

Fonte: IRPET, Rapporto sulla situazione economica della Toscana, 1998

Analizzando le diverse componenti del Conto delle Risorse e degli Impieghi (vedi tabella 2) si può notare come sia i consumi delle famiglie che gli investimenti fissi lordi abbiano sostanzialmente rallentato il proprio ritmo di crescita rispetto al 1997. La fine degli incentivi alla rottamazione degli autoveicoli, il clima d’incertezza circa una possibile ripresa dell'economia italiana e l'impercettibile aumento del reddito disponibile sembrano avere giocato un ruolo importante sulle decisioni di spesa delle famiglie toscane. Tra le diverse voci di spesa, fatta eccezione per quelle legate al turismo (che hanno segnato un incoraggiante variazione del +1,4%), sono soprattutto le spese relative ai trasporti e all'acquisto di beni durevoli a risentire maggiormente della precaria situazione economica.

D'altra parte, com’è stato già accennato, il ciclo degli investimenti non è ripartito. Se gli investimenti in costruzioni sono ormai fermi dagli inizi degli anni 90 (la variazione del ’98 è stata solo +0,2%), quelli in macchinari, pur avendo evidenziato verso la fine dell'anno una leggera ripresa (+2,2%) - dovuta forse alla necessità da parte delle imprese di procedere ad un parziale rinnovamento delle attrezzature industriali per meglio fare fronte alla competizione mondiale - da soli non riescono ancora a garantire la ripresa del processo di accumulazione. La scarsa propensione ad investire sembra essere, d’altra parte, una caratteristica per certi versi strutturale del sistema economico toscano, imputabile sia al carattere di leggerezza proprio della struttura produttiva, sia ad una tradizionale maggiore avversione al rischio della classe imprenditoriale regionale.

Per quanto riguarda le altre componenti del Conto, il dato in assoluto più allarmante è certamente quello relativo alla domanda estera. Questa durante il 1998 ha fatto segnare il peggiore risultato degli ultimi dieci anni (-0,6% la variazione a prezzi costanti), contribuendo in tal modo a raffreddare la crescita regionale (-0,2 il suo contributo). Sulla dinamica delle esportazioni toscane si sono riflesse tendenze già analizzate a livello italiano, sebbene con alcune peculiarità strettamente connesse allo specifico contesto produttivo preso in esame. Intendiamo riferirci in modo particolare alla difficile situazione economica e finanziaria tailandese ed al suo effetto "domino " su tutti i paesi dell'Estremo Oriente, Giappone incluso. Un'immagine più completa di quanto accaduto può essere fornita dall’analisi delle variazioni dei tassi di cambio a livello mondiale. Tra il 1997 ed il 1998 le valute dei paesi appartenenti all'area Asean4 (Indonesia, Malesia, Filippine e Tailandia) hanno subito un deprezzamento medio di circa il 30%, resosi necessario a seguito dell'adozione delle politiche di stabilizzazione imposte dal FMI. Una sorte analoga è toccata anche allo Yen che, durante lo stesso periodo, si è fortemente svalutato nei confronti delle principali monete. Il conseguente rafforzamento della Lira se, da un lato, ha reso meno competitive le merci toscane sui mercati orientali (in termini monetari le esportazioni verso i paesi asiatici sono scese tra il 1996 ed il 1998 da 4.300 miliardi di lire a 3.000 miliardi di lire), dall'altro ha riacceso l'interesse verso i prodotti provenienti da quelle aree geografiche, riducendo del 70%, rispetto ai dati del 1996, l'avanzo commerciale Toscana/Asia.

Rispetto alle altre regioni italiane, la crisi asiatica ha però avuto ripercussioni particolarmente rilevanti sull'economia toscana, da anni orientata a consolidare la propria quota di esportazioni verso paesi al di fuori dell'Unione Europea (nel 1996 la quota di export verso i paesi asiatici si aggirava attorno all'11%). Questo processo di diversificazione, che a suo tempo era stato da più parti auspicato, ha reso tuttavia la Toscana particolarmente sensibile all'andamento economico internazionale.
 
Come si può notare dalla tabella 3 alle performances negative registrate dal commercio estero della Toscana in Estremo Oriente si contrappongono alcuni contributi positivi provenienti dai più tradizionali mercati dell’Europa e del Nord America. Le esportazioni di prodotti regionali verso il complesso dei paesi appartenenti all’Unione Europea sono, infatti, cresciute di oltre il 4% rispetto al ‘97, con punte del 17% verso la Danimarca e di quasi il 15% verso la Spagna. Significativo anche l’incremento delle vendite negli Stati Uniti ed in Canada (+9% la variazione complessiva), mentre segnali incoraggianti provengono dal continente australiano (6,1%).
 

Tab. 3 Commercio estero della Toscana per mercati di sbocco nel 1998
(Valori in miliardi di lire)

Esportazioni

1998

Importazioni

1998

Var. % esport. 1998/97
Var. % import. 1998/97
Unione Europea 
16.680
12.253
4,3
0,9
Altri Europa 
3.873
3.464
-2,0
7,7
Africa
1.376
2.110
14,2
-23,0
Nord America
5.197
1.848
9,0
1,0
Centro Sud America
1.866
832
0,8
4,7
Medio Oriente
1.399
764
-9,4
-23,4
Estremo Oriente (di cui)
3.024
2.219
-25,4
11,2
Giappone
833
304
-17,1
0,8
NICs
1.352
334
-32,2
23,7
Altri Estremo Oriente
839
1.581
-20,3
11
Australia e altri
576
557
6,1
62,9
TOTALE
33.991
24.047
0,3
-0,1

Fonte: IRPET, Rapporto sul commercio estero della Toscana, 1998

La dinamica delle vendite all'estero nel primo semestre del 1999 non lascia però sperare in una rapida ripresa del settore. Le difficoltà che hanno colpito molti mercati di sbocco, continuano ad ostacolare l'export toscano che, secondo i dati forniti dall'ISTAT, avrebbero accusato una flessione piuttosto sostenuta rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, perdendo il 5,4% in valore.

L’andamento settoriale del valore aggiunto ai prezzi di mercato mostra, nel 1998, un tasso di crescita pressoché uniforme nell'industria manifatturiera e nei servizi (circa +1,0%). Più eterogeneo è il quadro che emerge a livello di singole produzioni. In particolare, il comparto del tessile ed abbigliamento e quello delle pelli, cuoio e calzature sembrano avere risentito pesantemente del calo delle esportazioni toscane, facendo segnare una diminuzione pari rispettivamente a -1,5% e -7,5%. L’importanza relativa di questi settori sul complesso del tessuto produttivo toscano a fatto sì che le perdite da essi accusate determinassero una riduzione complessiva del valore aggiunto toscano pari a -0,21%.

Segnali positivi provengono da alcuni settori che sono oggi indicati come "emergenti" in virtù del loro crescente peso sul totale del valore aggiunto regionale. Si tratta della branca meccanica (+2,8%) e di quella della carta e cartotecnica (+3,3%) che, durante il 1998, si sono dimostrati i più dinamici tra i comparti industriali toscani. La stagnazione degli investimenti in edilizia sembra avere infine frenato la crescita del settore delle costruzioni (+1%) mentre buono è stato il risultato conseguito in quello dei mezzi di trasporto (soprattutto cantieristica). Nell'ambito delle attività terziarie, va segnalata la performance negativa del commercio (-0,75) e le variazioni positive dei trasporti e comunicazioni (+3,3%) e dei servizi alle imprese (+1,3%).

Per il settore turistico toscano il 1998 è stato un anno complessivamente positivo. Dopo il risultato deludente del 1997 (+0,2% rispetto al ‘96), vi è stata una ripresa delle presenze turistiche, con un incremento di circa il 3% esattamente in linea con il dato nazionale. Un tale aumento ha interessato sia la componente italiana che quella estera ma con dinamiche sostanzialmente diverse (rispettivamente del +1% e del +5%). La Toscana sembra quindi confermare ancora una volta la propria immagine di regione a crescente proiezione internazionale, giungendo a coprire una quota pari al 12% del totale delle presenze turistiche straniere in Italia.

Complessivamente i dati relativi ai flussi turistici in Toscana nel 1998 appaiono ancor più sorprendenti se si tiene conto della fase di non favorevole congiuntura economica attraversata sia a livello nazionale che internazionale. In particolare, la stabilizzazione del cambio dovuta all'entrata nella moneta unica europea ha notevolmente ridotto i vantaggi competitivi dei quali l'Italia poteva godere nei confronti dei turisti provenienti dagli altri paesi europei. A livello di presenze extraeuropee, si è avuta poi una svalutazione dell' Euro sul Dollaro alla quale si è contrapposta una rivalutazione della moneta europea su tutte le valute asiatiche, Yen compreso. La Toscana ha saputo comunque reagire a questa non facile situazione, focalizzandosi su quei segmenti della domanda turistica meno sensibili al prezzo e più attenti alla qualità dei luoghi e dei servizi offerti. Nell'ambito di questa diversificazione dell'offerta turistica è interessante segnalare il successo del fenomeno dell'agriturismo che nel 1998 ha fatto registrare un incremento delle presenze pari a +28%.

Segnali discordanti provengono dal mercato del lavoro. Nonostante gli andamenti negativi dei primi quattro mesi del 1998, le rilevazioni successive hanno evidenziato aumenti costanti dell'occupazione, con tassi di crescita tra i più alti d'Italia. Così nel gennaio 1999 sono stati rilevati 44.000 posti di lavoro in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A fronte di questo dato positivo, non bisogna comunque dimenticare che l'occupazione media annua durante il '98 ha visto un aumento complessivo di sole 4000 unità di lavoro (pari ad una variazione di +0,1%).

Anche il tasso di disoccupazione ha confermato lo stesso trend oscillante; si è così passati dall'8,9% dell'inizio del 1998 fino al 7,8% del mese di ottobre (un dato questo che rappresenta il valore più basso degli ultimi anni), per poi superare nuovamente il limite dell'8% durante il primo trimestre 1999. Su base annua il tasso medio di disoccupazione è stato pari a 8,2%, contro l'8,5% del 1997.

La sostanziale tenuta del mercato del lavoro toscano in un anno di bassa crescita economica è stata interpretata sia come fenomeno puramente casuale sia come espressione dell'emergere di nuove forme di flessibilità (borse di studio, lavoro temporaneo, contratti formazione, part-time, ecc.). Il fatto poi che i settori nei quali si è concentrata in maggiore misura la crescita di occupazione siano quelli dei servizi e del commercio non farebbe che confermare quest'ultima ipotesi. Al contrario, le perdite più rilevanti si sono realizzate nel comparto industriale, in genere più sensibile al ciclo economico data la sua forte dipendenza dall'andamento delle esportazioni.

L'introduzione di una maggiore flessibilità nel mondo del lavoro ed il consolidamento di dei rapporti tra pubblico e privato (come nel caso dei patti territoriali) sono certamente alla base dei risultati positivi registrati nella prima metà del 1999. Tra aprile e luglio in Toscana la crescita dell'occupazione è stata dell'1,2% rispetto allo stesso periodo del '98, contro un aumento dello 0,3% registrato nel Nord Italia. E le previsioni sembra orientate all'ottimismo anche se sussiste il rischio che i cosiddetti lavori atipici (oltre l'80% delle nuove assunzioni) possano non reggere sotto il profilo strutturale.

Ulteriori informazioni sull'andamento dell'occupazione si possono trarre dall'analisi del ricorso alle varie forme di ammortizzatori sociali previsti per legge. Secondo i dati dell'Inps, le ore di Cassa Integrazione Guadagni ordinaria autorizzate in Toscana durante il 1998 sono diminuite del 31,1% se confrontate con l'anno precedente. Più contenuta è stata invece la flessione della voce riguardante gli interventi straordinari (-7,4%), mentre una variazione positiva si è registrata nella gestione edilizia (+1,3%). Quanto alle liste di mobilità, le iscrizioni presso l’Agenzia per l'Impiego della Toscana sono complessivamente diminuite del 4,8% rispetto al ‘97.

Le previsioni dell’IRPET circa l’andamento futuro dell’economia toscana sono abbastanza incoraggianti. Alle soglie del 2000 sia la crisi asiatica che quella brasiliana dovrebbero essere superate ma nuove preoccupazioni potrebbero derivare da un possibile rallentamento dell’economia statunitense. Sotto quest’ultima ipotesi, la maggiore specializzazione verso i paesi nordamericani e verso produzioni tradizionali soggette a forte competizione da parte di paesi emergenti, potrebbero contribuire ad indebolire la posizione delle imprese toscane rispetto a quelle delle regioni del Nord Italia. Secondo la tabella 4, la crescita del prodotto interno lordo dovrebbe comunque attestarsi attorno al 2,5%, trascinata soprattutto dalla ripresa della domanda interna ed in modo particolare degli investimenti. E’ tuttavia chiaro che nel caso in cui il processo di accumulazione non riuscisse a ripartire le prospettive di crescita sarebbero sicuramente più contenute nel breve periodo.
 

Tab. 4 Conto delle Risorse e degli Impieghi della Toscana
previsioni per l’anno 2000 (tasso di variazione rispetto al 1999)

 
2000
Prodotto interno lordo
2,5
Importazioni dall’estero
7,6
Importazioni regionali
4,1
TOTALE RISORSE E IMPIEGHI
3,5
   
Consumi interni privati
2,7
Consumi collettivi
1,3
Investimenti fissi lordi
5,7
Esportazioni all’estero
4,9
Esportazioni regionali
4,0

Fonte: IRPET, Rapporto sulla situazione economica della Toscana, 1998


LO SCENARIO FIORENTINO
CARATTERI STRUTTURALI

A giudicare dai dati del Censimento ISTAT del 1991, nonostante l'immagine diffusa di Firenze sia quella di una città dedita prevalentemente ad attività terziarie e commerciali, la presenza dell'industria in termini di occupazione sul territorio metropolitano, rimane ancora consistente, se paragonata alla realtà di altre città italiane con caratteristiche simili. Certamente, nel caso di Firenze, non si può parlare di un Comune a forte specializzazione industriale, dato che la quota degli addetti in questo settore sul totale degli occupati era inferiore al 22% nel '91 e raggiungeva appena il 33% nel '97 (tabella 5).

Tab. 5 Occupati per settore di attività economica nelle Province toscane, 1996-97

(Valori assoluti in migliaia)
Occupati
Nell'industria
In altre attività
 
1996
1997
1996
1997
1996
1997
Firenze
376
372
127
123
241
241
Toscana
1361
1352
469
465
839
834

Fonte: IRPET

Estendendo l'analisi oltre i confini del territorio comunale si può notare come gli occupati nel settore industriale di Firenze fossero nel '97 più di un quarto (per l'esattezza il 26,4%) di quelli toscani. I dati dell'IRPET segnalano però anche dei processi di profonda trasformazione del tessuto industriale della città. Una tendenza alla deindustrializzazione, unita a fenomeni di decentramento economico-produttivo, continuano ad essere causa di una progressiva riduzione del numero di occupati nel settore industriale, passati dai 127mila del 1996 ai 123mila del 1997, con una variazione pari a -3,1% (tra '81 ed il '91la medesima variazione era stata di -23,6%).

Le perdite più consistenti sembrano interessare i rami dell'industria manifatturiera "tradizionale" (tessile-abbigliamento, cuoio, calzature e meccanica), mentre nei settori tecnologicamente più all'avanguardia (macchine per ufficio, prodotti informatici e apparecchiature per le telecomunicazioni) si è registrato un andamento opposto, con un sostanziale aumento del numero di addetti (+4% annuo nel periodo 1993-97).

Una tale contrazione dei posti di lavoro deve essere considerata una conseguenza logica dell'attuale fase di transizione attraversata dall'industria fiorentina e, più in generale, da quella toscana. Da un lato, infatti, i crescenti processi di globalizzazione delle attività economiche hanno da tempo messo in crisi il modello di produzione fordista; dall'altro, lo schema alternativo dei distretti industriali, intesi come agglomerazioni di imprese di piccole dimensioni, sta oggi attraversando un periodo di difficile congiuntura. La tendenza predominante per il futuro sembra essere quella delle reti di imprese, dove le risorse materiali vengono strategicamente sostituite da risorse immateriali quali conoscenza ed informazione. In questa ottica, un ruolo importante spetterà certamente alle imprese ad alta tecnologia e fortemente innovative, un settore questo che già mostra segni di grande dinamismo, ma che nel corso degli anni potrebbe svolgere un interessante ruolo di assorbimento occupazionale, garantendo sbocchi professionali numericamente rilevanti e soprattutto di buon livello qualitativo. Questa previsione sembra però non collimare perfettamente con quella che é una caratteristica del tessuto industriale fiorentino: la sua connotazione prettamente "tradizionale" dal punto di vista dell'organizzazione e della struttura di impresa. E' vero che esistono attività altamente tecnologiche che rappresentano un vanto per Firenze ed una risorsa importante per lo sviluppo dell'intero territorio comunale, ma in generale il tessuto economico fiorentino appare ancora distante da queste realtà avanzate. D'altra parte, una evidente peculiarità dell'industria fiorentina riguarda proprio la presenza di unità produttive differenziate quanto a dimensioni (grandi e piccole imprese) e specializzazioni settoriali (dalle imprese ad alta tecnologia a quelle artigianali, dall'industria innovativa a quella tradizionale).

A questo proposito, è stato più volte rilevato come nell'area del Comune di Firenze manchi un tessuto di medie imprese che faccia da anello di congiunzione indispensabile tra il substrato di piccole e piccolissime aziende e le imprese di grandi dimensioni. Questo netto scollamento del panorama industriale fiorentino, pur essendo un fenomeno che interessa l'intero territorio toscano, appare più evidente a Firenze rispetto ad altri Comuni come Prato o Empoli. Le cause di una tale situazione sono probabilmente da ricercare nella quasi totale assenza di un indotto e, più in generale, nelle difficoltà che si incontrano nell'avviare un'attività produttiva di certe dimensioni, principalmente per la mancanza di spazi fisici adeguati e di serie politiche industriali.

A livello settoriale, l'industria fiorentina appare incentrata su alcuni comparti produttivi quali quello delle costruzioni, il cui peso percentuale è notevolmente aumentato nel corso degli anni, arrivando nel 1998 a coprire il 37,1% del complesso delle unità locali industriali (vedi tabella 6). Naturalmente, su questo risultato influiscono le caratteristiche di questo settore, composto da numerose microstrutture sparse sul territorio e dotate di un esiguo numero di addetti.
 

Tab. 6 L'industria fiorentina: composizione percentuale
(numero di Unità Locali dichiarate alla Camera di Commercio al 31.12)

1996
1998
Meccanica 
16,8
16,2
Chimica
0,9
0,9
Industria pesante
0,9
0,9
Energia 
0,2
0,2
Costruzioni
35,4
37,1
Tessile e moda
16,7
17,3
Altri
29,1
27,5
TOTALE
100,0
100,0

Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved

Importante anche il ruolo ricoperto dalla meccanica (16,2% nel '98). Nonostante tra il '96 ed il '98 questo comparto abbia visto ridurre la propria importanza di circa 0,4 punti percentuali, i dati relativi al 1999 lasciano sperare in un buon andamento per il futuro. Per quanto riguarda il settore tessile e della moda, la sua posizione relativa nell'ambito delle funzioni industriali fiorentine sembra andare consolidandosi nel tempo, con una presenza che nel 1998 si aggirava intorno al 17,3% (16,7% nel '96).

Storicamente, come già accennato in precedenza, l'elemento che più caratterizza l'economia di Firenze è il maggior peso del settore dei servizi rispetto a quello manifatturiero. La tabella 7 mostra come nel 1996 il contributo dei servizi alla composizione del valore aggiunto lordo fiorentino sia stato del 73,3%, contro il 71,6%, del 1991. Al di là di questi risultati, peraltro molto superiori a quelli fatti registrare dall'industria (rispettivamente 28,1% alla data del censimento e 26,4% nel '96), è interessante notare come l'espansione del settore terziario stia avvenendo totalmente a scapito di quello secondario, ferma restando la quota ricoperta dall'agricoltura (0,3%).

Tab. 7 Composizione percentuale del valore aggiunto lordo fiorentino

 
1991
1996
Industria
28,1
26,4
Agricoltura
0,3
0,3
Servizi
71,6
73,3

Fonte: IRPET

La "vocazione terziaria" di Firenze risultata evidente anche dalla tabella 8. Nonostante i dati facciano riferimento al Censimento Generale del 1991, molte delle tendenze che da essi emergono sembrano persistere ancora oggi. Ci riferiamo in particolare al ruolo centrale che la città ricopre nell'ambito delle attività di servizi rispetto al resto dell'area fiorentina.

Tab. 8 Localizzazione delle funzioni terziarie e manifatturiere a Firenze e negli altri comuni del sistema urbano fiorentino

Addetti nel 1991 (Sistema urbano fiorentino = 100,0)
 
 
Servizi alle imprese
Servizi al consumatore
Servizi 

sociali

Servizi tradizionali
Servizi

totali

Industria manifat.
Firenze
72,9
68,1
81,2
63,7
68,6
36,1
Altri comuni
27,1
31,9
18,8
36,3
31,4
63,9

Fonte: Elaborazione IRPET su dati ISTAT.

Date le caratteristiche peculiari del sistema urbano fiorentino, si riscontra anche una maggiore importanza quantitativa dei servizi al consumatore rispetto a quelli alle imprese, sociali e tradizionali. Il motivo fondamentale di questa situazione è essenzialmente da ricollegare alla spiccata vocazione turistica di Firenze. Va comunque sottolineato come l'offerta di servizi quali ristorazione e ricettività non sia unicamente destinata al turismo ma risulti vantaggiosa anche per le imprese e venga così a rappresentare una risorsa condivisa da entrambe le categorie. Come esempio di ciò basti pensare all'utilizzo di tali strutture da parte di intermediari commerciali, che spesso agiscono anche per conto di stranieri, con forti picchi di presenze in occasioni particolari come le manifestazioni della moda. Il lato negativo del fatto che l'offerta di attività terziarie su base locale finisca per rivolgersi contemporaneamente alla popolazione residente, ai turisti ed alle persone in visita per ragioni di affari, è la tendenza a presentare un prezzo medio dei servizi piuttosto elevato se posto a confronto con quello di altre città italiane.

Sebbene, come abbiamo già accennato, non si tratti della classe di attività quantitativamente più rilevante nell'ambito delle funzioni terziarie, i servizi alle imprese hanno però mostrato negli ultimi anni segnali di grande dinamismo. Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio, nel 1998 il numero di unità operative presenti nella Provincia di Firenze ha raggiunto quota 5.030 con un incremento del 16,7% rispetto al '97. Il loro peso sul complesso delle attività produttive è passato dal 10,7% del 1995 all'11,41% del '98. Facendo riferimento ai livelli occupazionali (vedi tabella 9), gli addetti sono oggi complessivamente 31.239 (pari ad una media di 6,2 unità per azienda), suddivisi in oltre 11mila unità locali.
 

Tab. 9 Servizi alle imprese in Provincia di Firenze
(evoluzione nel periodo gennaio 1995 - gennaio 1998)
1995
1996
1997
1998
Unità Locali
9.848
10.370
11.028
11.489
Addetti
23.364
25.355
28.266
31.239

Fonte: Camera di Commercio di Firenze

Fra le attività che registrano tassi di crescita più elevati (tabella 10) ci sono quelle di Ricerca e Sviluppo (+14,9% e +30,6% rispettivamente per unità locali ed addetti) e quelle professionali ed imprenditoriali. Meno dinamiche invece le attività immobiliari, di noleggio ed informatiche.

Tab.10 Ripartizione dei servizi alle imprese in Provincia di Firenze a seconda dei tipi di attività svolte (gennaio 1998)


 
Unità Locali
Addetti
Attività immobiliari
4.069
7.476
Noleggio
285
616
Attività informatiche
1.739
6.001
Ricerca & Sviluppo
54
153
Attività professionali
5.030
16.427
Altri servizi
312
566
TOTALE
11.489
31.239

Fonte: Camera di Commercio di Firenze



LA DINAMICA A LIVELLO LOCALE

L'analisi dei dati Cerved relativi al numero di imprese attive registrate alla Camera di Commercio di Firenze fornisce uno quadro dettagliato dell'andamento produttivo ed evidenzia come nel corso del 1998 si sia verificato un modesto aumento dello 0,3%. Questo dato è altresì confortante quale segnale di un'inversione di tendenza rispetto alla variazione negativa (-1%) del 1997. Nello stesso periodo il peso del Comune di Firenze rispetto alla Provincia è rimasto complessivamente stabile e pari a 3,4%.

Tab. 11 Imprese attive registrate alla Camera di Commercio

Provincia di Firenze
Comune di Firenze
31.12.97
31.12.98
var. ass.
var. %
31.12.97
31.12.98
var. ass.
var. %
Agricoltura, caccia, pesca silvicoltura, e servizi annessi 
7385
7315
-70
-0,9
619
611
-8
-1,3
Prod. e distrib. energia elettr., gas e acqua
11
9
-2
-18,2
6
4
-2
-33,3
Estrazione di minerali
33
32
-1
-3,0
4
6
2
50,0
Attività manifatturiere
16698
17146
448
2,7
5419
5481
62
1,1
Industria chimica
176
170
-6
-3,4
72
70
-2
-2,8
Industria meccanica e metallurgica
3991
4011
20
0,5
1498
1483
-15
-1,0
Industria leggera
12531
12965
434
3,5
3849
3928
79
2,1
di cui: Sistema moda
6339
6799
460
7,3
1426
1561
135
9,5
Costruzioni
10021
10353
332
3,3
3198
3324
126
3,9
Commercio
29072
28824
-248
-0,9
14482
14254
-228
-1,6
di cui: Alberghi e ristoranti
3279
3385
106
3,2
1946
1980
34
1,7
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
3463
3420
-43
-1,2
1447
1409
-38
-2,6
Intermediazione monetaria e finanziaria
1608
1702
94
5,8
901
944
43
4,8
Attività immob., noleggio, informatica, ricerca
9716
10040
324
3,3
5703
5810
107
1,9
Servizi non destinabili alla vendita (istruzione, sanità e altri servizi pubblici, sociali e personali)
4075
4142
67
1,6
2025
2056
31
1,5
Servizi domestici presso famiglie e convivenze
1
1
0
0
0
0
0
0
Imprese non classificate
246
242
-4
-1,6
139
136
-3
-2,2
TOTALE
82329
83226
897
1,1
33943
34035
92
0,3

Fonte: CERVED

A livello disaggregato emergono risultati alquanto sorprendenti; sembrerebbe infatti che la crisi abbia colpito maggiormente il settore terziario rispetto a quello industriale. Nell'ambito di quest'ultimo, le imprese manifatturiere sono passate complessivamente dalle 5419 del '97 alle 5481 del Dicembre '98 (+1,1 la variazione percentuale). In particolare, il sistema moda (+9,5%) ha praticamente da solo reso possibile questo risultato positivo, assorbendo le riduzioni verificatesi nella restante parte dell'industria leggera (-2,3%), nella meccanica e metallurgia (-1%) e nella chimica (-2,8%). Le riduzioni più consistenti hanno interessato le attività terziarie e fra queste il commercio (ben 228 attività in meno per una variazione del -1,6%) ed i trasporti (-2,6%). Positivi invece i bilanci dei servizi di intermediazione monetaria e finanziari (+4,8%) e di quelli rientranti nella categoria attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca (+1,9%).

La stessa analisi condotta per numero di unità locali dichiarate alla Camera di Commercio (il complesso delle sedi di una impresa), invece che per imprese attive registrate, ha dato conferma di andamenti in linea con quelli sopra illustrati, evidenziando una dinamica complessiva intorno al +0,2%.

L'andamento dell'economia fiorentina può sicuramente essere meglio interpretato andando ad analizzare i dati provinciali relativi al commercio con l'estero. Per quanto riguarda le esportazioni, il Rapporto dell'Irpet per l'anno 1998 indica una diminuzione complessiva del 1,96% rispetto all'anno precedente. L'analogo dato a livello regionale mostra invece una variazione positiva di +0,25% (+1,2% il dato nazionale), a conferma della maggiore capacità delle imprese toscane rispetto a quelle fiorentine di reagire alla crisi che ha interessato i paesi asiatici. La causa principale degli andamenti divergenti fra le città toscane - alla crisi di Firenze e Prato fanno da contraltare le ottime performances di Arezzo e Grosseto - è da ricercare nei diversi gradi di specializzazione produttiva e, in particolare, nel diverso peso ricoperto dai settori della moda sul complesso delle attività economiche. In generale, sono stati proprio questi comparti ad aver sofferto nel '98 una stagnazione o una contrazione delle esportazioni. Disaggregando i dati per categorie merceologiche (vedi Tab. 12) si può notare come a Firenze la pelletteria, pur coprendo solo il 10% delle esportazioni totali, avendo fatto registrare una variazione negativa del 23,9%, abbia inciso negativamente per 2 punti percentuali sul risultato provinciale complessivo. Negli altri settori, fatta eccezione per i risultati positivi di quelli chimico e meccanico, rispettivamente con +10,5% e +7%, segni di sofferenza hanno interessato le calzature e l'abbigliamento che sono proprio quelli che presentano le maggiori connessioni settoriali con il comparto conciario.
 
 

Tab. 12 Esportazioni della Provincia di Firenze per categorie merceologiche

 
Variazioni % 1998/'97
Peso % 1997
Macchine ed apparecchi
7,0
21,7
Pelletteria
-23,9
10,5
Calzature
-2,6
10,1
Abbigliamento ed affini
-3,5
9,6
Chimica, gomma ed affini
10,5
8,0
Altri settori
-3,0
40,2
Totale
-2,0
100

Fonte: Irpet, Commercio estero della Toscana. Rapporto 1998-1999

Una conferma di quanto la crisi asiatica abbia inciso sulle esportazioni di prodotti fiorentini è data dall'analisi dei mercati di sbocco. Tra le aree con dinamiche maggiormente positive (vedi tabella 13) si segnala l'importanza dei paesi del Nord America e dell'Unione Europea che hanno fatto segnare rispettivamente un +5,6% ed un +4%. Le flessioni più consistenti si sono registrate invece sui mercati dell'Estremo Oriente ed in particolare in Giappone (-22%) e nei paesi del Sud Est Asiatico (-93,2%)

Tab. 13 Esportazioni della Provincia Firenze per aree di mercato - 1998

Valori in milioni di Lire
Variaz. % '98/'97
peso %
Francia
953.466
5,9
9,6
Germania
1.177.602
2,3
11,9
Regno Unito
749.838
6,9
7,6
Resto U.E.
1.462.566
2,8
14,8
Altri Europa
1.325.600
-5,7
13,4
Nord America
1.724.417
5,6
17,4
Giappone
376.120
-22,0
3,8
NICs
424.520
-31,7
4,3
Altro
1.699.798
-4,1
17,2
Tot.
9.893.927
-2,0
100,0
Fonte: nostra elaborazione su dati Irpet  
Tab. 14 Importazioni della Provincia Firenze per aree di mercato - 1998
Valori in milioni di Lire
Variaz. % '98/'97
peso %
Francia
551.536
9,4
9,7
Germania
672.249
11,3
11,8
Regno Unito
387.952
-5,3
6,8
Resto U.E.
1.213.921
-1,8
21,4
Altri Europa
596.556
-11,7
10,5
Nord America
644.392
12,1
11,4
Giappone
227.830
-4,8
4,0
NICs
132.053
14,6
2,3
Altro
1.250.662
10,7
22,0
Tot.
5.677.151
3,4
100,0
Fonte: nostra elaborazione su dati Irpet
 
Un breve cenno meritano anche le importazioni (vedi tabella 14), aumentate durante il 1998 del 3,4%. Su questo andamento hanno inciso fortemente settori quali macchine ed apparecchi (+22,1%) e meccanica di precisione (+9,4%). I maggiori incrementi hanno interessato i mercati del Nord e del Centro-Sud America con rispettivamente +11,4% e +72,1%.

In riferimento al mercato del lavoro, vale al pena sottolineare la dinamica positiva del tasso di disoccupazione provinciale, passato in un anno dal 7,9% al 7,5%. Tale valore appare ancora più significativo se posto a confronto con l'analogo dato di 8,2% a livello regionale. Durante il 1998, nel Comune di Firenze, il numero di addetti dichiarati dalle imprese registrate alla Camera di Commercio ha però evidenziato un calo in termini assoluti di 4.462 unità, corrispondente a -3,5%. Le riduzioni hanno interessato la quasi totalità dei settori produttivi, fatta eccezione per l'industria chimica (+7,4%) e per le attività legate a trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (+29,9).

Tab. 15 Iscritti disponibili in 1^ classe per settori produttivi - media mensile - anno 1998

Circoscrizione di Firenze*
Totale Provincia
Valore Assoluto 
Percentuale
Valore Assoluto
Percentuale
Uomini
Totale
Uomini
Totale
Uomini
Totale
Uomini
Totale
Agricoltura
62
101
0,44
0,27
304
473
1,24
0,69
Industria
840
1.708
5,99
4,58
2.729
6.819
11,13
9,98
Servizi
868
2.401
6,19
6,43
1.715
5.465
6,99
8,00
Non classificabili:
Impiegati
9.061
26.325
64,63
70,51
12.271
39.205
50,04
57,36
Generici
3.188
6.798
22,75
18,21
6.960
14.809
28,38
21,67
Qualificati
0
0
0
0
545
1.579
2,22
2,31
TOTALE
14.020
37.333
100
100
24.524
68.350
100
100
*La Circoscrizione di Firenze comprende i Comuni di Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano, Fiesole e Bagno a Ripoli
Fonte: Direzione Provinciale del Lavoro

Quale approssimazione del numero complessivo di disoccupati si fa in genere riferimento agli iscritti disponibili in prima classe nelle liste di collocamento. Questi ultimi, in base ai dati elaborati dalla Direzione Provinciale del Lavoro, nel '98 erano 37.333 (+3,4%), dei quali meno della metà uomini (vedi tabella 15). Il confronto in base al sesso, mette in risalto una maggiore penalizzazione della componente femminile che giunge a coprire ben il 62,4% dell'intero campione (64,1% il dato regionale). Un altro dato di rilievo è l'incidenza dei disoccupati al di sotto dei 29 anni sul totale della circoscrizione; nel '98 era pari al 55,5%, in crescita rispetto all'anno precedente. Queste stesse difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro riemergono, addirittura amplificate nel caso della discriminazione delle donne, dai dati relativi ai disoccupati di lunga durata. Al 30 aprile 1999 risultavano iscritte alle liste di collocamento da più di un anno 22.423 persone, con una variazione di -2,96% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.

Secondo i dati forniti dall'Inps relativi alla Provincia di Firenze (tabella 16), durante il 1998 è diminuito il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni. La contrazione ha interessato tutte e tre le tipologie di interventi, ordinari (-1,8%), straordinari (-40,1%) e di gestione edilizia (-14,7%).

Tab. 16 Interventi di Cassa Integrazione Guadagni nella Provincia di Firenze
1995
1996
1997
1998
Variaz. % '98/'97
Ordinari
798.261
835.264
752.532
738.850
-1,8
Straordinari
2.230.902
960.045
1.058.190
633.800
-40,1
Gest. edilizia
401.244
351.813
411.485
350.943
-14,7
Fonte: Inps
 

Tab. 17 Cassa Integrazione Guadagni - ore autorizzate e variazione %

I Trim. 98
I Trim. 99
Variaz. %
Interventi ordinari
149.784
423.145
182,5
Interventi straordinari
184.833
43.540
-76,4
Tot. di cui
334.617
466.685
39,5
Legno
14.128
1.692
-88,0
Alimentari
823
2.881
250,1
Metallurgiche
0
1.728
Meccaniche 
108.449
237.531
119,0
Tessili
8.748
26.356
201,3
Abbigliamento
58.135
84.413
45,2
Chimico
6.066
6.449
6,3
Pelli e cuoio
38.183
86.724
127,1
Trasf. minerali non metalliferi
21.371
4.983
-76,7
Carta e poligraf.
52.368
1.688
-96,8
Edilizia
6.424
8.948
39,3
Commercio
13.596
244
-98,2
Altre
6.326
3.048
-51,8
Gestione edilizia
118.601
56.800
-52,1
Fonte: elaborazione Assindustria Firenze su dati Inps
 
Un quadro estremamente preoccupante emerge dai dati riguardanti le ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate nei primi tre mesi del 1999. Come si può notare dalla tabella 17, queste sono cresciute complessivamente del 39,5%. In particolare, mentre le ore di interventi ordinari sono quasi triplicate (+182,5%), quelle di interventi straordinari hanno fatto segnare una variazione negativa del 76,4%. L'analisi dei dati disaggregati per settori produttivi evidenzia l'esistenza di realtà fra loro disomogenee. I comparti che hanno manifestato un incremento particolarmente rilevante sono quello alimentare, meccanico, tessile e pelli e cuoio. Al contrario, una sensibile riduzione ha interessato le industrie del legno, della carta ed il commercio. Quanto alla gestione edilizia, gli interventi si sono drasticamente dimezzati passando dai 118.601 dei primi tre mesi del '98 ai 56.800 dello stesso periodo del '99.

Dai dati di un indagine condotta su un campione di 200 imprese dall'Associazione degli industriali della Provincia di Firenze il secondo trimestre del 1999 conferma un clima congiunturale difficile ma in leggera ripresa.

Il settore manifatturiero ha registrato un andamento in calo per il terzo trimestre consecutivo anche se, rispetto ai periodi precedenti si notano valori meno negativi. Dai dati della tabella 18 si vede come la produzione industriale mostri fra aprile e giugno una contrazione tendenziale media rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente sia a livello provinciale (-1,7% comunque migliore di due punti percentuali rispetto al valore del I trimestre), che, in misura addirittura più marcata, nell'area fiorentina (-3,4%). Positivo invece in entrambe le zone è il saldo fra le percentuali di chi ha fornito dati su produzione in aumento e chi in diminuzione. Le diverse dinamiche del saldo, positivo, e della variazione percentuale media, negativa, confermano come, anche nel periodo analizzato, ad aver avuto maggiori problemi siano state le imprese di maggiori dimensioni, ossia quelle con un peso più rilevante all'interno del campione.

Le rilevazioni mostrano un andamento migliore della domanda esterna rispetto a quella interna. Gli ordini provenienti dai mercati internazionali hanno registrato sì un calo (per le imprese della provincia -1,3 e per quelle della città -1,4), ma comunque con un rallentamento del trend negativo dei periodi precedenti. Più debole resta in entrambe le aree studiate la domanda interna: i cali tendenziali medi più marcati hanno colpito gli ordini interni ed inoltre ci sono un numero pressoché uguale di imprese che hanno registrato aumenti e di imprese che hanno avuto riduzioni di questi ultimi.

Le variabili occupazionali invece mostrano aumenti percentuali medi sia del numero di addetti che del monte ore lavorate della Provincia, mentre si osserva un valore del saldo negativo per entrambi i fenomeni. La situazione congiunturale incerta ha spinto le imprese a mantenere sotto controllo il numero dei propri occupati. Gli altri dati mostrano una tendenza alla stazionarietà per i prezzi dei prodotti finiti e ad una crescita dei fatturati.
 
 

Tab. 18 L'industria fiorentina nel II trimestre 1999
Provincia di Firenze
Area Fiorentina
Variabili
Saldo *
Variaz. tendenziale media
Saldo *
Variaz. tendenziale media
Produzione 
10,3
-1,7
17,7
-3,4
Fatturato
12,2
4,5
20,5
5,1
Ordini interni
0
-4,8
5,9
-5,5
Ordini esteri
8,2
-1,3
24,6
-1,4
Prezzi
10,5
0,3
5,5
0,1
Occupati
-4,7
1,7
-7,1
1,4
Ore lavorate
-5,5
1,9
nd
nd
Investimenti
14
8
15,7
1,8
* Il saldo rappresenta la differenza fra la percentuale di risposte che hanno indicato aumenti e quelle che hanno indicato diminuzioni della variabile considerata.

Fonte: Assindustria Firenze
 

Analizzando il semestre per settori merceologici (tab. 19), si notano andamenti abbastanza disomogenei. Gli indicatori considerati evidenziano nell'intera provincia una situazione ancora difficile per le imprese del sistema moda e della metalmeccanica, mentre un miglioramento per gli altri settori.
  Tab. 19 L'industria nella Provincia di Firenze nel II trim. 1999: confronto per settori
Sistema moda
Metalmeccanica
Altri settori
Variabili
Saldo
Variaz. tendenziale media
Saldo 
Variaz. tendenziale media
Saldo
Variaz. tendenziale media
Produzione 
7,1
-2,4
10,6
-4,5
12,5
0,9
Fatturato
0
-1,5
6,1
-6,7
26,7
15,8
Ordini interni
-13,2
-4,3
16,7
-6,3
-4,4
0,4
Ordini esteri
15
3,1
9,4
-2,6
0
-0,3
Prezzi
11,4
0,1
7
0,9
12,8
0
Occupati
-21,3
-1,8
2,1
1,9
3,6
2,4
Investimenti
7,9
0,5
7
-11,2
25
18,7
Fonte: Assindustria Firenze
 
La metalmeccanica continua ad avere le principali variazioni percentuali medie in negativo, ma con valori più contenuti (l'attività produttiva ha registrato nel trimestre una contrazione del -4,5% contro il -7,8% della precedente rilevazione), e presenta inoltre saldi positivi anche se con valori modesti. Il sistema moda continua a manifestare segnali di difficoltà dovuti principalmente alla dinamica della domanda interna in forte flessione sia nel saldo (-4,3%) che nella variazione tendenziale media (-13,2%). In fase di miglioramento appaiono invece gli ordini dall'estero il cui buon andamento fa ben sperare in una ripresa delle esportazioni a breve periodo. La situazione difficile del settore ha avuto una netta ricaduta sulla variabile occupati che in questo secondo trimestre ha avuto un notevole cedimento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (-21,3%).

All'interno dell'aggregato altri settori le migliori prestazioni sono state quelle dei comparti chimica - gomma (+1,7%) e dei minerali non metalliferi (+1,4%).

Come già accennato, dai dati del periodo emerge che ad avere avuto le maggiori difficoltà sono state le imprese di maggiori dimensioni. Per le aziende con meno di cento addetti sia produzione (+0,1%) che fatturato (-0,2%) si sono mantenuti più o meno sui livelli dell'anno precedente e dal sistema degli ordini sono giunte notizie positive soprattutto con riferimento alla domanda dei mercati esteri (+3,2%). Le aziende con più di cento addetti per contro anche in questo trimestre sono state le più colpite sia dalla instabilità del mercato nazionale (-7,6% gli ordini interni) che dalla crisi di quello internazionale (-3,6% gli ordini esterni).
 

Tab. 20 L'industria nella Provincia di Firenze nel II trimestre 1999: confronto per numero di addetti

fino 100 addetti
oltre 100 addetti
Variabili
Saldo
Variaz. tendenziale media
Saldo 
Variaz. tendenziale media
Produzione 
12,1
0,1
0
-2,2
Fatturato
10,5
-0,2
22,7
5,9
Ordini interni
4,5
1,6
-38,5
-7,6
Ordini esteri
10,2
3,2
-9,1
-3,6
Prezzi
10,3
0,3
11,1
0,8
Occupati
-12,6
0,5
40,9
2,1
Investimenti
11,8
-6,7
26,3
12,7
Fonte: Assindustria Firenze
 
Ulteriori indicazioni sull'andamento delle attività produttive si possono ricavare dall'analisi dei dati sui consumi di energia elettrica e gas nel Comune di Firenze. Quanto ai primi (vedi tabella 21), è significativa la considerevole crescita della componente non domestica (+2,3%) a fronte del minore aumento delle utenze complessive (+1,9%). Va però tenuto conto del fatto che nella categoria "usi in locali e luoghi diversi dalle abitazioni" rientrano anche i consumi condominiali dei quali non si conosce l'entità.
 

Tab. 21 Ripartizione dei consumi di energia elettrica per classi tariffarie nel Comune di Firenze

(migliaia di KWh)
 
1996
1997
1998
Var. % 
'97-'98
Illuminazione Pubblica 
28.032
27.860
28.408
2,0
Usi Domestici 
394.478
396.542
401.304
1,2
Usi in locali e luoghi diversi dalle abitazioni 
788.386
816.322
835.093
2,3
Totale 
1.210.896
1.240.724
1.264.805
1,9

Fonte: Enel, Direzione Distribuzione Toscana

Una tendenza non dissimile si è riscontrata anche per i consumi di gas (vedi tabella 22). Dopo il generale calo del 1997, dovuto al minor utilizzo degli impianti di riscaldamento a seguito di un inverno particolarmente poco rigido, quasi tutte le voci (con l'eccezione degli usi domestici) mostrano un aumento. Un discorso a parte merita la dinamica delle "deroghe", vale a dire quei contratti per la fornitura di metano per uso industriale stipulati con imprese con volumi medi annui di consumo superiori ai 200 metri cubi. Per il secondo anno consecutivo i consumi rientranti in questa tipologia sono in crescita, anche se ad un ritmo meno sostenuto (+0,5%).
 

Tab. 22 Consumi di gas nel Comune di Firenze

(milioni di metri cubi)
 
1996
1997
1998
Var. % 97/96
Var. % 98/97
Domestico 
(cottura e/o acqua calda)
7,764
7,569
7,488
-2,5
-1,1
Riscaldamento individuale
120,118
114,675
115,890
-4,5
1,1
Riscaldamento centralizzato
48,035
46,715
47,301
-2,7
1,3
Altri usi
57,221
57,135
60,715
-0,2
6,3
Totale usi civili
233,138
226,094
231,395
-3,0
2,3
Deroghe
35,318
36,558
36,747
3,5
0,5
Totale consumi
268,455
262,652
268,142
-2,2
2,1

Fonte: Fiorentinagas

Il turismo rappresenta senza dubbio un importante componente dell'economia fiorentina, capace di attivare altri settori produttivi come attività commerciali, strutture ricettive e di ristorazione. Nel 1998 i dati relativi al movimento dei turisti nel complesso delle strutture recettive fiorentine, vale a dire alberghiere ed extralberghiere, indicano, rispetto all'anno precedente, (vedi tabella 23) un aumento degli arrivi (+1,3%), dovuto essenzialmente al buon risultato della componente straniera (+1,8%) che ha più che compensato il calo di quella italiana (-0,3%). Negativo (-1%) è invece il risultato delle presenze. Dal diverso andamento delle due voci è evidente come, nonostante un sempre maggiore numero di turisti visiti ogni anno Firenze, la permanenza media degli stessi in città sia in forte calo, confermando ancora un volta la tendenza al cosiddetto "turismo mordi e fuggi".

Disaggregando i dati a seconda della nazionalità dei turisti, si nota come in genere Firenze riesca ad attrarre più stranieri che italiani, la cui componente mostra dati in flessione oramai dal 1997 sia per quel che riguarda gli arrivi che le presenze. Il fascino della città sugli stranieri continua ad essere piuttosto forte nonostante gli andamenti dei tassi di cambio. In passato infatti le svalutazioni della Lira avevano incentivato l'arrivo di turisti stranieri; oggi l'entrata dell'Italia nel Mercato Unico e la conseguente stabilizzazione del tasso di cambio nei confronti delle altre valute europee non ha rappresentato, come si sarebbe potuto immaginare, un ostacolo all'afflusso di turisti provenienti da paesi dell'UE.
 

Tab. 23 Movimento turistico negli esercizi ricettivi del Comune di Firenze

1996
1997
1998
Var. % 98/97
Esercizi alberghieri
Arrivi italiani
620.651
629.401
623.747
-0,9
Arrivi stranieri
1.733.285
1.740.160
1.770.641
1,8
Tot. Arrivi es. alb.
2.353.936
2.369.561
2.394.388
1,0
Presenze italiani
1.174.522
1.321.588
1.330.900
0,7
Presenze stranieri
3.992.414
4.028.914
4.002.188
-0,7
Tot. Presenze es. alb.
5.166.936
5.350.502
5.333.088
-0,3
Esercizi extralberghieri
Arrivi italiani
53.327
52.668
56.249
6,8
Arrivi stranieri
172.600
158.104
162.114
2,5
Tot. Arrivi es. extr.
225.927
210.772
218.363
3,6
Presenze italiani
584.341
559.416
529.569
-5,3
Presenze stranieri
570.591
505.933
486.066
-3,9
Tot. Presenze es. extr.
1.154.932
1.065.349
1.015.635
-4,7
Tot. Arrivi italiani
673.978
682.069
679.996
-0,3
Tot. Arrivi stranieri
1.905.885
1.898.264
1.932.755
1,8
Tot. Presenze italiani
1.758.863
1.881.004
1.860.469
-1,1
Tot. Presenze stranieri
4.563.005
4.534.847
4.488.254
-1,0
TOT. ARRIVI 
2.579.863
2.580.333
2.612.751
1,3
TOT. PRESENZE
6.321.868
6.415.851
6.348.723
-1,0
Fonte: Provincia di Firenze - Servizio Turismo. U.O. Strutture ricettive - Statistica
 
 
Totalmente opposto al precedente invece il quadro che emerge dall'analisi dei flussi turistici nel primo semestre 1999 (vedi tabella 24). Il confronto con l'analogo periodo del 1998 evidenzia infatti un calo degli arrivi (-1,4%) ed aumento delle presenze (+0,2%) a conferma della poca stabilità del settore. Anche in questo caso l'unico valore positivo riguarda le presenze straniere aumentate di oltre 17mila unità per una variazione peri a +0,8%.

Tab. 24 Flussi turistici nel complesso degli esercizi recettivi del Comune di Firenze
I semestre 1999

Arrivi
Presenze
Valore ass.
Var. % '99/'98
Valore ass.
Var. % '99/'98
Italiani
373.832
-1,4
1.031.054
-1,2
Stranieri
883.429
-1,4
2.116.102
0,8
Totale
1.257.261
-1,4
3.147.156
0,2
Fonte: Provincia di Firenze - Servizio Turismo. U.O. Strutture ricettive - Statistica Un altro indicatore strettamente correlato all'andamento dei flussi turistici è quello relativo ai visitatori delle gallerie e dei musei fiorentini. Sia i musei statali (tabella 25) che quelli comunali (tabella 26) hanno avuto un buon incremento del numero di visitatori nel periodo fra gennaio ed agosto 1999 e lo stesso arco di tempo dell'anno precedente.

Tab. 25 Presenze nei musei statali fiorentini: confronto del periodo gennaio – agosto

1998
1999
Var. assoluta
Var. %
Galleria Uffizi
1.013.872
969.366
-44.506
-4,4
Galleria Palatina
311.172
377.095
65.923
21,2
Museo Argenti
39.065
26.108
-12.957
-33,2
Cappelle Medicee
291.395
270.406
-20.989
-7,2
Museo San Marco
141.631
142.911
1.280
0,9
Gall. Accademia
689.752
753.023
63.271
9,2
Museo Naz. Bargello
150.786
155.815
5.029
3,3
Museo Davanzati
25.578
25.696
118
0,5
Cenacoli *
31.091
30.345
-746
-2,4
Galleria Arte Moderna
23.169
12.593
-10.576
-45,6
Bigl. cumul. Pitti **
0
16.841
16.841
-
Percorso del Principe ***
0
5.015
5.015
-
TOTALE
2.717.511
2.785.214
67.703
2,5

* Sotto questa voce vanno consideratiti: Cenacolo del Sarto, Cenacolo del Fuligno, Cenacolo del Ghirlandaio, Cenacolo di S. Apollonia e Chiostro dello Scalzo
** A partire da dicembre 1998
*** A partire da maggio 1999

Fonte: Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze

Fra le gallerie statali, il cui aumento complessivo dei visitatori e di +2,5%, spiccano i buoni risultati della Galleria Palatina (+21,2%), della Galleria dell'Accademia (+9,2%) e delle due novità il biglietto cumulativo per Pitti ed il Percorso del Principe che nei primi otto mesi del 1999 hanno fatto registrare rispettivamente 16.841 e 5.015 presenze. Un leggero calo lo hanno fatto registrare la Galleria degli Uffizi (-4,4%), i cui frequentatori comunque rappresentano sempre ben il 34,8% del totale dei musei statali, e le Cappelle Medicee (-7,2%).

Tab. 26 Presenze nei musei comunali fiorentini: confronto del periodo gennaio – agosto

1998
1999
Var. assoluta
Var. %
Palazzo Vecchio
229.321
270.578
41.257
18,0
Cappella Brancacci
71.296
131.248
59.952
84,1
Santa Maria Novella
40.580
39.020
-1.560
-3,8
Stefano Bardini *
4.241
674
-3.567
-84,1
Santo Spirito
3.440
3.395
-45
-1,3
Firenze com'era
5.316
5.738
422
7,9
Raccolta Alberto Della Ragione
3.397
2.751
-646
-19,0
Galleria Rinaldo Carnielo **
132
42
-90
-68,2
TOTALE
357.591
453.446
95.855
26,8

* Il Museo Bardini è chiuso per lavori dall' 1/3/'99 ** La Galleria Carnielo è chiusa dall'1/4/'99
Fonte: Comune di Firenze

Per i musei comunali, i cui visitatori nel periodo analizzato sono aumentati di 95.855 unità (+26,8%), vale la pena citare gli ottimi risultati della Cappella Brancacci (+84,1%) e del museo di Palazzo Vecchio (+18%).